Fabrizio Ferazzoli dopo l’esonero: “La serenità del gruppo viene prima di tutto e a Rieti per tanti fattori non c’è mai stata”

Fabrizio Ferazzoli dopo l’esonero: “La serenità del gruppo viene prima di tutto e a Rieti per tanti fattori non c’è mai stata”

Lunedì con un comunicato ufficiale l’FC Rieti ha reso noto di aver esonerato il tecnico della prima squadra Fabrizio Ferazzoli solo dopo 4 giornate ed un primo posto nel raggruppamento B di Promozione.

Per capire meglio cosa è successo abbiamo contattato telefonicamente il tecnico ex Pomezia, Montespaccato, Arce, Monterosi, Viterbese, San Cesareo, Cavese, solo per citarne alcune, che ci ha spiegato meglio come sono andate le cose.

 

Allora mister lunedì in serata è arrivato l’esonero da parte dell’FC Rieti. Ma facciamo un passo indietro e spighiamo come sono andate realmente le cose. Te sei arrivato in piena preparazione prendendo il posto di Di Loreto. Che situazione hai trovato?

“Ho trovato una squadra totalmente da fondare è da organizzare; con la maggior parte dei giocatori che l’anno prima avevano partecipato al campionato di promozione e anche di prima categoria. Rarissime eccezioni avevano disputato campionati di vertice e quindi per preparare il campionato che mi chiedeva la società c’era bisogno di puntellare la squadra con giocatori che avessero già disputato campionati di vertice o di categoria superiore. E soprattutto i calciatori che aveva portato il mio predecessore Cristiano Di Loreto non siamo riusciti a trattenerli. Dunque vista la situazione con il direttore  Caltabiano abbiamo deciso di  provare a portare calciatori di spessore e credo che quelli che siamo riusciti a portare lo siano. Tanti non sono voluti venire perché Rieti ha delle difficoltà logistiche legate alla lontananza e altro fattore da non sottovalutare è l’orario di allenamento, ovvero la sera alle 18,30. Quindi a maggior ragione per tutti questi disagi, quelli che mi hanno seguito meriterebbero un premio.”

 

Nonostante il primo posto in classifica e la vittoria di domenica è arrivato l’esonero. Come ci spiega questa decisione da parte della società e che idea si è fatto?

Purtroppo la storia andava avanti dall’inizio con il presidente Leoncini Marzio che non era mai contento e il suo malumore si è manifestato fin da subito mettendo in discussione tutto e tutti o quasi… Ad essere sincero soprattutto i calciatori  portati da me non andavano bene.

E dopo aver avuto diverse riunioni ed esserci promessi di arrivare a Novembre alla riapertura del mercato con la volontà di sostituire quelli che non piacevano primo fra tutti Daniele che non è mai piaciuto al presidente lunedì siamo arrivati alla rottura dopo l’ennesima manifestazione di insofferenza da parte della proprietà.

 

Nel comunicato della società viene riportato “divergenze di vedute e nell’approccio alle problematiche”. Vogliamo fare chiarezza?

“È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso… perché a mio avviso all’interno di uno spogliatoio, soprattutto in queste categorie dove i calciatori non sono fenomeni, per me la cosa più importante è il gruppo.

Proprio per tutelare il gruppo e la mia idea di fare calcio, già ad inizio stagione avevo preso la decisione insieme al mio staff di allontanare un calciatore perchè secondo me non aveva i requisiti morali per far parte di questa squadra. Dopo qualche giornata la stessa cosa si è ripetuta con un altro giocatore sempre per lo stesso motivo.  Ripeto il gruppo viene prima di tutto, i personalismi e l’egoismo non mi sono mai piaciuti.

Io nella mia carriera eccezioni ne ho fatte solo per fuoriclasse del calibro di Marco Neri o Saraniti o Massella, per giocatori mediocri non vedo il motivo di dover cambiare atteggiamento è quindi la società ha deciso di andare in un altra direzione.

Mi dispiace perchè con più organizzazione e tranquillità si potevano fare grandi cose. Colgo l’occasione per ringraziare il mio staff tecnico e il magazziniere, persona fantastica.

Inoltre ci tengo a salutare la piazza di Rieti che meriterebbe altro calcio. Mando un abbraccio a chi mi e stato veramente vicino anche non abbracciandomi mai perché spesso chi ti abbraccia ti accoltella.

Ora rimango in attesa di una chiamata, non importa la categoria basta che ci sia un progetto serio con persone competenti e che vogliano fare calcio e abbiano ambizioni importanti.