Federico Moffa a Sport in Oro: “Programmazione, ambizione e determinazione il mix vincente del progetto Colleferro”

Federico Moffa a Sport in Oro: “Programmazione, ambizione e determinazione il mix vincente del progetto Colleferro”

Nel Girone B di Eccellenza c’è una squadra che ha iniziato a sognare in grande. Stiamo parlando del Colleferro del Patron Giorgio Coviello, accompagnato in questa avventura da una figura dirigenziale davvero ambiziosa come Federico Moffa. Ed è proprio con lui che abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere, attraverso una lunga e piacevole intervista nella quale il Vicepresidente ha ribadito quelle che sono le prospettive della società laziale. Una società che sta crescendo a vista d’occhio nel segno della programmazione e che adesso punta al raggiungimento di traguardi sempre più importanti nell’arco di poco tempo, con un progetto che già da quest’anno sta inziando a prendere quota.

Federico, raccontaci come sta procedendo il vostro progetto..
Diciamo che il nostro è un progetto che risale ad uno fa, quando abbiamo acquistato il Colleferro che veniva dalla Promozione. Quindi la prima cosa che volevano fare e che abbiamo fatto è stata quella di riportare subito questa società in una dimensione a lei più consona.
Per prima cosa abbiamo deciso di partecipare ad una graduatoria di ripescaggio che abbiamo vinto ed in questo modo siamo stati subito promossi in Eccellenza. Ovviamente, essendo al primo anno in questa categoria, con un progetto iniziato da poco, l’obiettivo da centrare era quello della salvezza. Siamo riusciti a mantenere la categoria nonostante una formula molto complicata in un campionato difficile e che rischiava quindi di risucchiarci. Poi, all’inizio del 2022, abbiamo iniziato a programmare quella che pensavamo dovesse essere una stagione importante per il Colleferro
”.

Quindi non di transizione, ma importante fin da subito?
Assolutamente. Certo, se mi parli di vittoria di un campionato, in queste categorie non è mai facile arrivare primi. Però abbiamo fatto una programmazione affinché per lo meno si facesse un campionato di vertice. Quindi abbiamo allestito una squadra abbastanza importante che poi è stata ritoccata nel mercato invernale per cercare di mantenere ancora di più le posizioni di vertice. Purtroppo ci sono state tre partite consecutive che non sono andate bene e che quindi ci hanno un po’. tagliato le gambe.
Il Sora a quel punto è diventato letteralmente irraggiungibile e quindi l’obiettivo principale adesso è quello di entrare in zona play off, cercando di conquistare il miglior piazzamento. In fondo, la squadra è stata allestita per questo: per provare ad arrivare almeno seconda.
Quel periodo comunque ce lo siamo lasciati alle spalle perché i ragazzi sono stati bravi nel continuare a crederci. E così, siamo ritornati il prima possibile nelle primissime posizioni della graduatoria
”.

Non è da tutti avviare un nuovo corso ed ottenere subito dei risultati apprezzabili come avete fatto voi. Qual è stata la ricetta per affermarvi così velocemente?
 “L’unica ricetta che conosco è prima di tutto il lavoro. Tanto lavoro sul campo da parte dei ragazzi ma anche dello staff. 
In secondo luogo io penso che un punto importante sia la serenità e la compattezza di un gruppo. Componenti che io e il Presidente non abbiamo mai fatto mancare. Anche nei momenti di difficoltà. Perché se il giocatore entra in campo con la mente libera produce di più e ne beneficia tutta la squadra”.

L’anno scorso avete ottenuto meno di quanto speravate. Quest’anno invece state disputando un campionato di vertice. Il che denota quali siano le vostre ambizioni. Quando è arrivata la svolta?
Noi qui siamo nuovi ed è chiaro che serva la giusta esperienza. Il campionato di Eccellenza ce ne ha portata un po’ di quella che serviva per capire quali fossero le cose che ci mancavano per avere una crescita costante. Abbiamo cambiato buona parte dello staff, alzando l’asticella anche a livello professionale. Dal preparatore atletico, al preparatore dei portieri, passando per la fisioterapia. A me piace dire che si, siamo una squadra dilettantistica, ma che ragiona come una a livello professionistico”.

Tra l’altro, anche perché avete già dato prova sul campo di poter duellare alla pari con le migliori. E lo abbiamo visto soprattutto contro il Sora. Ma quanto tempo servirà per essere strutturati allo stesso livello di una società come la loro?Ti dico la verità, non ci manca nulla. Forse, a volte, è mancata un po’ di fortuna. Ma a livello societario e di prima squadra sono convinto che dal punto di vista organizzativo non abbiamo nulla da invidiare a chi oggi è già pronto per il salto di categoria. Il Sora è un carrarmato, è vero, ma i giocatori importanti li abbiamo pure noi. Io non mi stancherò mai di dire che questa squadra può arrivare fino in fondo. Abbiamo ragazzi eccezionali a cui va dato atto di averci sempre creduto. Adesso è tutto nelle nostre mani. Domenica incontreremo una grandissima squadra che è seconda o terza in classifica già da diverse giornate. Per cui sarà sicuramente una grandissima partita all’interno di una bella cornice di pubblico. Questo deve darci la carica giusta nella consapevolezza che andiamo lì per fare punti. Anche in questo momento i ragazzi si stanno allenando con la mentalità di una squadra che vuole andare lì e fare risultato”.

Da alcune tue dichiarazioni di qualche tempo fa emerge che c’è un obiettivo ancora superiore all’orizzonte. Senti il peso della responsabilità per averne parlato anche di fronte ad una piazza che ha dimostrato un forte attaccamento ai questi colori? Rischia di mettere pressione oppure è un falso problema che può essere vissuto con tranquillità ed entusiasmo?
Io sono di Colleferro perché sono cresciuto qui. So cosa significhi raggiungere questo obiettivo dopo così tanto tempo. Se rifacessi oggi quell’intervista, direi le stesse cose.
Anche perché non odio la pressioni. Per me rappresentano anzi uno stimolo. Sono un aziendalista e quindi a me piace raggiungere gli obiettivi, anche quelli più difficili. Tanto, soltanto chi non opera e chi non ci prova, non rischia di sbagliare. Questo obiettivo me lo sono prefissato in testa nel luglio del 2022 e me lo terrò stretto finché eventualmente non capirò che a livello matematico, almeno per adesso, non è più raggiungibile. Ma credo che, potendo disporre di persone importanti come quelle che sono presenti in questa società, sia giusto credere a quel traguardo…”

Comunque, che sensazioni da il fatto di poter lottare per il vertice?
Restituisce delle sensazioni fantastiche. Chiaramente, si dice sempre che chi deve rincorrere fa più fatica. Però a me piace proprio questo. E non le cose semplici. Se prendessi il posto del Sora e scoprissi che il campionato è già chiuso, non sarebbe per me un divertimento”.