Misurato, ricercato nell’esposizione, ma al contempo convinto dei concetti che afferma.
Daniele Giovannoni è uno dei presidenti più giovani del nostro calcio regionale, ma la giovane età non ne frena di certo l’ambizione di raggiungere grandi traguardi con un club che per mille motivi sente suo nel corpo e nell’anima.
La sua visita in redazione ci ha permesso di tracciare con lui un bilancio dell’ultima stagione del Football Club Garbatella e di stuzzicarlo in merito a quella che si aprirà ufficialmente a settembre, ma che in realtà è già cominciata con le prime trattative di mercato.
Presidente, qual è il suo giudizio circa l’annata appena conclusa?
“Nonostante abbiamo centrato l’obiettivo iniziale che era quello di mantenere la categoria, siamo andati sotto le aspettative.
Alcuni alibi li abbiamo, però.
Siamo partiti praticamente da zero, senza una rosa e senza una casa nostra lo scorso sette agosto.
Elementi che hanno influito, così come hanno avuto un peso alcune scelte sbagliate e legate anche al discorso-allenatori.
L’obiettivo, pur con il patema di centrarlo all’ultima giornata, lo abbiamo comunque raggiunto e per questo ringrazio tutti, dal magazziniere al mister, passando per il vicepresidente Nardi”.
Alcuni giorni fa avete comunicato ufficialmente la separazione con Franco Pagliarini.
Perchè?
“A questa domanda rispondo in prima persona e secondo la mia sensibilità personale circa gli eventi.
Franco Pagliarini ed il suo vice Fabio Drammissino hanno svolto un ottimo lavoro , facendo diventare giocatori ragazzi che prima non lo erano e migliorando in maniera evidente i comportamenti del gruppo rispetto a quanto accadeva prima.
Con loro non c’è stata una rottura traumatica, il rapporto era ed è rimasto eccellente.
Franco Pagliarini queste categorie le ha fatte e le ha vinte, però in lui non abbiamo visto la crescita del nostro progetto.
Eravamo in un girone di ferro, ma noi avevamo, non dico una Ferrari, ma sicuramente una buona squadra e potevamo fare certamente meglio.
La responsabilità non è ovviamente solo sua, ma anche di qualche giocatore che non è riuscito a calarsi nella categoria ed a trasmettere il buon esempio al gruppo.
Da questo punto di vista qualcuno mi ha deluso.
Queste valutazioni ci hanno indotto a cambiare, ma ripeto con Pagliarini manteniamo intatti i rapporti di stima e di amicizia”.
A proposito di cambiamenti, siete ormai pronti allo sbarco a Ciampino.
Da qualche parte si è anche ventilata la possibilità di una vostra fusione con l’Almas.
“La smentisco categoricamente.
Noi ci siamo trasferiti a Ciampino perchè lì esiste una struttura adeguata a quelle che sono le nostre esigenze e non dovremo più spostarci da una parte all’altra per allenarci e poi giocare.
Al Fuso abbiamo trovato una società, l’Almas, con cui è scattato immediatamente un feeling e con la quale abbiamo stretto una sinergia, non una fusione.
Figuriamoci se l’Almas, che ha una delle matricole più antiche della nostra regione può avere interesse a fondersi con noi che siamo tra gli ultimi arrivati (ride)…”.
Cosa comporterà questa sinergia?
“L’Almas cercava un club di Promozione che potesse far crescere e maturare alcuni suoi elementi e noi ci siamo detti subito felici di questa opportunità.
Parliamo di ragazzi in età di lega che nella passata stagione hanno avuto esperienze in prima squadra o che escono dalla loro Juniores”.
Giocare a Ciampino vi porterà a cambiare denominazione?
“Assolutamente no.
Il nostro nome sarà sempre Garbatella, perchè siamo da sempre legati, affettivamente e lavorativamente, a questo rione.
Vogliamo portare avanti questo nome, con la speranza, chissà, di trovare un giorno una struttura adeguata ai nostri bisogni in quel quartiere.
Anche per questo ci siamo legati a Ciampino per una sola stagione.
Posso ufficializzare, inoltre, che la nostra Juniores si allenerà al Sant’Anna durante la settimana e poi il sabato andrà a giocare al Fuso”.
Potenzierete anche il settore giovanile?
“Questo resta probabilmente il nostro tallone d’Achille.
Dobbiamo organizzarci sotto questo aspetto e non faremo in tempo neppure per questa stagione.
Se troveremo situazioni vantaggiose e che ci premettano di tornare ad essere operativi nel quadrante sud della Capitale nel corso del prossimo campionato, le prenderemo in esame.
Ad oggi non è ancora venuto il momento però”.
Lo staff rimarrà invariato rispetto alla passata stagione?
“Fin d’ora posso confermarvi la conferma del nostro ds Stefano Antonelli e del preparatore dei portieri Emiliano Passeri.
In questi giorni stiamo scegliendo il nostro timoniere.
Cerchiamo una persona giusta per quelli che sono i nostri obiettivi: vogliamo un allenatore collaborativo ed aziendalista.
Vogliamo un tecnico che sia in grado di farci sognare, perchè il calcio è un sogno”.
Nomi se ne possono fare?
“Stiamo valutando una serie di profili e negli ultimi giorni, dopo aver comunicato l’esonero di Pagliarini, abbiamo incontrato una serie di persone.
Entro fine mese saprete chi guiderà il Garbatella nella prossima stagione”.
Nella vostra mente ronza anche l’idea di alzare presto l’asticella?
“Vogliamo e dobbiamo alzarla, ma senza fare passi più lunhi della gamba o progetti folli.
Desideriamo creare qualcosa di consistente e che abbia una durata.
A differenza della stagione passata, quest’anno partire da basi diverse, non più da zero.
L’idea è quella di fare meglio della scorsa stagione, sperando di trovare la persona giusta per i nostri programmi.
Programmi ed obiettivi che, peraltro, si possono sempre rivedere in corso d’opera…”.
Tra questi obiettivi c’è anche quello di salire di categoria?
Per compiere il salto dobbiamo essere pronti, organizzati e stiamo lavorando sodo per esserlo.
La volontà è di farlo, ma quando saremo davvero pronti”.
Se lei potesse cambiare qualcosa nel nostro calcio, su quale aspetto interverrebbe?
“Io gradirei che questo nostro calcio potesse riqualificarsi.
Essere presidente o direttore sportivo di una società non implica soltanto disporre di una carica, ma anche essere competenti per ricoprirla.
Io credo che sia sempre bello confrontarsi con persone competenti e quindi sarebbe importante che tutti, me compreso, potessimo acquisire sempre maggiore competenza in materia”.
Lei è ancora molto giovane, ma tra Tormarancio e Garbatella ha già maturato una certa esperienza nel settore.
Sotto quale aspetto si sente maggiormente cresciuto?
“Credo di aver acquisito maggiore autorevolezza con il tempo.
All’inizio era quasi un gioco, mentre adesso è diventata una professione vera e propria per me.
Intorno a me c’è tanta gente che mi consiglia, ma la cosa che mi rende più orgoglioso è l’affetto di quella gente che ti sprona a continuare così.
Queste cose ti rafforzano perchè vengono da gente di cui ti fidi e che rispetti”.
Nei suoi confronti anche l’affetto dei suoi collaboratori.
“Alla cena di fine anno tutti mi hanno detto: “Io sto qui perchè ci sei tu”.
Questo per me vale più della vittoria di dieci campionati, mi inorgoglisce”.
Qual è il sogno segreto di Daniele Giovannoni?
“Sarebbe splendido arrivare, un giorno, nel calcio che conta.
La nostra è una società a forti tinte giallorosse, siamo quasi tutti romanisti.
A volte, fantasticando, penso che un giorno mi piacerebbe avere contatti con la Roma, magari con Francesco Totti nei panni del direttore sportivo (sorride)…”.