A cura di Matteo Lanzi
Buona la prima per il Giardinetti Under 19 di Leonardo Ranieri, che all’esordio stagionale si è imposto con un autorevole 4-0 in casa del Villalba. Una vittoria che lascia ben sperare per il proseguo della stagione e che conferma le buone considerazioni fatte sulla squadra biancorossa. Il tecnico, però, mantiene la calma e fa chiarezza sugli obiettivi stagionali.
Che partita è stata contro il Villalba?
“Loro sono un’ottima squadra, se il risultato è stato così rotondo è solo merito nostro. Abbiamo chiuso il primo tempo avanti 1-0, sprecando 2/3 chances importanti, poi nella ripresa l’abbiamo chiusa, fallendo anche un calcio di rigore. Complimenti comunque al Villalba, che si è dimostrato un ottimo collettivo. Siamo stati bravi a concedergli poco anche se è stata una partita tirata per lunghi tratti“.
Domani primo crash-test importante: vi viene far visita l’Atletico 2000.
“Con loro sono sempre battaglie: sono un’ottima squadra ma ci faremo trovare pronti. Siamo sicuri di averla preparata bene“.
Per voi è il primo anno “vero” in Elite in questa categoria, l’unica che mancava alla vostra società.
“E’ vero, l’anno scorso purtroppo non si è giocato e quindi questo è un punto di partenza. L’obiettivo minimo è mantenere la categoria, ma non ci basta: il Giardinetti deve stanziare nelle parti alte della classifica in ogni categoria, quella deve essere l’ambizione. Siamo un gruppo giovane, formato da 2003 e 2004 di livello: l’obiettivo è valorizzarli per prepararli al salto nel professionismo o in una prima squadra dall’Eccellenza in su. Chi non riuscirà subito, acquisirà comunque esperienza per farsi trovare più pronto il prossimo anno“.
Un’Under 19 che da quest’anno non avrà più lo sbocco in prima squadra, visto che mancherà la categoria della Promozione.
“Sono due modi diversi di intendere la Juniores. Da quest’anno non avremo la prima squadra, è vero, ma per me non è un male: spesso in quei contesti si creano situazioni in cui un giocatore deve essere condiviso con i più grandi, perdendo il focus di quello che è il suo obiettivo. Altre volte i ragazzi che scendono dalla prima squadra sono demotivati e non si adattano alla mentalità dell’Under 19. Avere una prima squadra condiziona anche l’umore e la gestione della categoria sotto in base ai risultati. Insomma: troppe distrazioni. Non averla permette di considerare questa formazione come un punto d’arrivo, finito, in cui lavorare bene per valorizzarsi ancora e magari partire per lidi più ambiziosi, senza avere un unico percorso già definito. E’ come se fossimo noi la prima squadra“.
Un gruppo pieno di 2004, che tu conosci molto bene.
“Seguo questo gruppo dall’Under 16, quando arrivammo a meno uno dal podio, con molti scontri diretti ancora da giocare ed in pieno slancio, al momento dello stop causato dalla Pandemia. Quell’anno, per un breve periodo, ho seguito anche i 2003, che vivevano un momento difficile ma con i quali ottenemmo una lunga striscia di risultati utili consecutivi, dirigendosi verso quella che probabilmente sarebbe stata una salvezza. Sono due gruppi dai valori molto importanti: hanno chiesto espressamente di continuare a lavorare con me quando si era ventilata l’ipotesi che prendessi altri gruppi, siamo molto attaccati. E’ un piacere lavorare insieme, abbiamo la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto e ce lo vogliamo riprendere“.
Che idea ti sei fatto sul girone?
“E’ ancora presto per dirlo. Questa è una categoria condizionata da tante variabili: in primis i ragazzi che scendono dalla prima squadra, che possono cambiare i valori in gioco. C’è anche da dire che è un’età particolare, in cui c’è un tasso di abbandono molto alto e non tutti riescono a mantenere il gruppo compatto fino alla fine. Io non ho esperienza in questa categoria quindi non mi sento di dare giudizi, anche se secondo me la Nuova Tor Tre Teste e società storiche come l’Atletico 2000 e l’Atletico Torrenova hanno qualcosa in più. Occhio però anche alle realtà del basso Lazio, come ad esempio il Sora“.