Honey Soccer City, Dario Teofani ci racconta la sua oasi felice

Honey Soccer City, Dario Teofani ci racconta la sua oasi felice

A pochi chilometri da Roma c’è una giovane società che sta facendo passi da gigante nel movimento calcistico laziale: parliamo dell’ Honey Soccer City, la creatura di Dario Teofani e Stefano Mondella.

Sita nella zona dell’Axa, la società giallonera è inserita nel più ampio progetto dell’ Honey Sport City di patron Miele, una polisportiva che vanta una splendida città dello sport e tantissime attività parallele a quelle del calcio.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Dario Teofani per addentrarci nel dettaglio in questa oasi felice…

Buongiorno, Dario.

Partiamo dalle origini. Come nasce il progetto Honey Soccer City?

Raccontarlo è sempre un’emozione, per me e per Stefano (Mondella ndr) è come raccontare una favola a lieto fine.

Il nostro lavoro parte da lontano, dalla scuola calcio Elios, dove in tre anni avevamo raggiunto 160 bambini: dall’incontro con Emilio Miele, papà di un ragazzo che allenavamo, nasce il progetto dell’Honey, che nel corso dei suoi 3 anni di attività ha abbracciato anche discipline diverse dal calcio”.

Ci spieghi meglio…

“Nel nostro centro sportivo svolgiamo attività di calcio, basket, rugby, arti marziali e molto altro, viviamo lo sport a 360 gradi.

Abbiamo a disposizione un palazzetto dello sport omologato per partite di calcio a 5, basket e pallacanestro, 3 campi di beach volley, diversi campi da calcio a 5 e calcio a 8 ed un buonissimo ristorante.

Molte personalità dello sport, inoltre, ci sono vicine con la loro professionalità, su tutti Andrea Lo Cicero e Carlton Myers”.

honQual’è il suo ruolo specifico all’interno della società?

Io sono tra i fondatori del progetto Honey insieme a Stefano Mondella ed Emilio Miele.

Nello specifico, mi occupo del settore calcio, del quale sono il responsabile, insieme a Stefano, oltre che allenatore: questa è la mia passione ed il mio lavoro, diciamo che sono un factotum”.

Un connubio vincente quello con Stefano Mondella…

Io e Stefano ci conosciamo da anni, posso dire che i miei occhi sono i suoi occhi e le mie braccia le sue braccia…”.

Abbiamo appreso con piacere dal vostro sito ufficiale che Stefano è tornato proprio oggi dal Camerun per un nobile progetto.

Ci può dire qualcosa in più a riguardo?

“Il Camerun HSC è un progetto di solidarietà internazionale che punta a costruire strutture sportive nei paesi più disagiati del nostro.

Il 24 Novembre una delegazione capitanata da Andrea Lo Cicero ed altri educatori dell’Honey Sport City, fra cui Stefano Bizzozi, si è recata Yaoundè per valutare la possibilità di creare dei campi di calcio, di basket e di rugby per la popolazione africana.

L’iniziativa è stata patrocinata dal Presidente Giovanni Malagò, dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Ministero degli Affari Esteri honeyitaliano: è stato un grande successo, la nostra delegazione è rimasta entusiasta dell’esperienza ed ha portato il suo apporto, al momento, con 500 palloni e più di un migliaio di kit scolastici e sportivi.

Inoltre, proveremo a dare delle speranze ad alcuni di questi ragazzi portandoli in Italia, facendoli giocare e studiare presso il nostro centro sportivo.

Queste sono delle esperienze che ti segnano e ti cambiano la vita“.

Spostiamo il focus sul settore calcio.

Quali sono i numeri dell’ Honey Soccer City?

I numeri che abbiamo registrato quest’anno sono importanti, soprattutto perchè sono il frutto di ‘soli’ tre anni di lavoro.

Per quanto riguarda la scuola calcio contiamo 250 bambini, mentre per il settore agonistico superiamo i cento tesserati.

C’è una distinzione, però, tra i due settori: i più piccoli svolgono la loro attività nel nostro centro sportivo; mentre l’agonistica è dislocata a Dragona, dove abbiamo rilevato un campo parrocchiale apportando delle migliorie, come il terreno in erba naturale.

Il sogno nel cassetto, però, è quello di costruire un impianto di nostra proprietà“.

Com’è l’andamento delle squadre agonistiche?

Abbiamo tutti i gruppi del settore giovanile, dai 2000 ai 2004, che giocano un campionato sotto-età fuori classifica.

Siamo molto soddisfatti di tutti i nostri gruppi, nelle prime posizioni in tutti i campionati di loro competenza: ad eccezione dei 2003, che fanno un campionato regionale, tutte le squadre disputano il campionato provinciale”.

Com’è lavorare in una zona con dei colossi come l’Ostiamare, Totti S.S. e Lupa Roma?

Sicuramente difficile perchè sono delle società di alto blasone con una prestigiosa storia alle spalle.

Noi, però, ci facciamo valere usando tutte le qualità  a nostra disposizione”

Ovvero?

Noi lavoriamo molto sull’aspetto umano: in un movimento dove i bambini, spesso e volentieri, sono considerati come dei meri ‘numeri’, noi puntiamo su un percorso differente, su un percorso formativo ed educativo che viene prima del percorso tecnico.

Nella nostra società si è sempre aperti al dialogo, al confronto, si respira aria di professionismo e non siamo noi a dirlo, i ragazzi scelgono di venire da noi al di la della categoria di appartenenza, sanno che qua l’ambiente è sano e gli istruttori sono validi.

Poi, ovviamente, viene il lavoro sul campo, lavoriamo a pieno regime per far crescere i ragazzi nel miglior modo possibile, i tecnici ed i responsabili sono in continuo aggiornamento: a Gennaio, per esempio, saremo ospiti del Gent, in Belgio, per studiare i loro metodi di allenamento“.

Chiudiamo con gli obiettivi dell’Honey Soccer City: quelli a breve termine e quelli a lungo termine.

Stiamo costruendo le basi per realizzare i sogni dei ragazzi, la strada è lunga e tortuosa ma se penso che siamo partiti da zero dico che nulla è impossibile.

Noi lavoriamo a testa bassa per migliorare, il nostro obiettivo a breve termine è quello di diventare un polo di Roma Sud un po’ come lo sono la Vigor Perconti e la N.Tor Tre Teste per Roma Nord: con la scuola calcio ci siamo riusciti, i numeri parlano chiaro; con il settore agonistico, invece, c’è ancora da lavorare, ma il percorso intrapreso è quello giusto.

L’obiettivo, o meglio il sogno, a lungo termine è quello di conquistare le categorie d’Elite in 3/4 anni e competere con le squadre più importanti della regione per la conquista dei titoli; oltre che riuscire a costruire il nostro impianto di proprietà per il calcio a 11“.