Il calcio laziale piange la scomparsa di Claudio Bini. Mercoledì a Santa Marinella l’ultimo saluto

Il calcio laziale piange la scomparsa di Claudio Bini. Mercoledì a Santa Marinella l’ultimo saluto

La Redazione di Sport In Oro e il direttore Raffaele Minichino esprimono le più sentite condoglianze a Delia Bini per la dolorosa scomparsa di Claudio Bini.

Chiunque lo volesse, può dare l’ultimo saluto a Claudio domani mercoledì 4 novembre, dalle 10 alle 12.30, alla camera ardente dell’Hospice Carlo Chenis, in via Braccianense Claudia km 35.500 (Civitavecchia). Claudio aveva chiesto che i funerali fossero celebrati su un campo di calcio. E così sarà. Le esequie saranno officiate alle 15 al campo sportivo di Santa Marinella, in via delle Colonie snc. Sia per quanto riguarda l’ingresso alla camera ardente, sia per l’accesso all’impianto sportivo, per rispetto delle norme anti-Covid verranno monitorati gli ingressi.

Di seguito il saluto a Claudio da parte dell’ Associazione Alessandro Bini:

Alessandro ha accompagnato il papà nella casa del Signore.Claudio Bini non c’è più.

Il cancro si è portato via un uomo buono, una persona onesta, un marito amorevole.

Claudio era il vicepresidente di questa Associazione, nata nel segno e nel ricordo del figlio, morto su un campo di calcio il 2 febbraio 2008. Alessandro aveva 14 anni e non doveva morire.

Anche Claudio ci ha lasciato giovane: aveva 61 anni. Era vigoroso, solare e innamorato della vita. Non doveva morire.

Nemmeno lui.

In questi dodici anni, la nostra Delia è stata risucchiata da un vortice di dolore senza eguali.

Lei che sulle ceneri di Alessandro aveva costruito una speranza: mai più un’altra tragedia per colpa degli adulti. Lei che ha sempre lottato. Lei che aveva accanto solo lui, solo Claudio.

Una figura semplice, che seguiva la sua Delia passo dopo passo, in questo lungo cammino.Assieme, avevano organizzato per anni un Memorial intitolato ad Ale. Era il momento del ricordo, era l’occasione per rinnovare il sacrificio di un ragazzino.

Per Delia e Claudio era anche un modo per elevare al cielo una smisurata preghiera per il figlio. Quel cielo dove è salito adesso Claudio. Preso per mano da Alessandro.