La Duepigrecoroma è salva: l’intervista a mister Antonio Fascione

La Duepigrecoroma è salva: l’intervista a mister Antonio Fascione

Il campionato di Promozione sta giungendo alle sue battute finali e mancano ormai gli ultimissimi verdetti in coda e anche questa stagione sarà storia.

Quest’anno non si passerà per nessun play-off e, con un turno di anticipo, abbiamo già i cinque nomi delle società che hanno vinto il campionato, assicurandosi il passaggio in Eccellenza per il prossimo anno.

Mantenere la categoria è però altrettanto fondamentale, per trovare stabilità e creare i presupposti per una continua crescita, di anno in anno.

L’impresa è riuscita alla Duepigrecoroma, squadra sempre più strutturata, che gioca le sue partite interne in un terreno storico e rappresentativo del calcio laziale come il Don Pino Puglisi di Montespaccato.

Una società recente, nata soltanto dodici anni fa e in continua evoluzione: una squadra molto giovane, quella bianconera, con tanti giovani da tenere d’occhio per il prossimo futuro.

Un ambiente pulito e un gruppo sempre coeso e fiducioso: questi sono stati i segreti di una salvezza, raggiunta disputando un grande girone di ritorno nel raggruppamento che, più volte, abbiamo detto essere una mini-Eccellenza per la forza e il blasone delle squadre partecipanti.

Dopo la grande stagione con Emiliano Cafarelli alla guida (adesso in finale di Coppa con la sua Romulea), non era facile coglierne l’eredità.

La scelta è ricaduta su un tecnico esperto e voglioso di rilancio come Antonio Fascione, che dopo aver vissuto il baratro dell’ultimo posto, ha avuto il tempo di lavorare e centrare il tanto atteso obiettivo della salvezza diretta, senza passare per la disputa del play-out.

Raggiunto il traguardo, è il tempo di fare il punto con il mister e raccontarvi quella che è stata la stagione della Duepigrecoroma.

Mister, dato che manca ormai soltanto una giornata, ci può fare una panoramica di quello che è stato il campionato della sua squadra? 

“E’ stata una stagione difficile, diversa da quella dello scorso anno. Avevamo un gruppo nuovo, con tanti giovani che si dovevano abituare alla categoria. 

Sapevamo che ci sarebbe voluto tempo per lavorare e per amalgamarci. Forse non pensavo che ci mettessimo un intero girone per arrivare all’obiettivo finale, ma è stato fondamentale raggiungerlo.”

Cosa ha portato il suo gruppo ad avere così tante differenze tra il girone d’andata e quello di ritorno, dove avete colto più punti e risultati importanti. 

“Gli stimoli non sono mai mancati dall’inizio dell’anno, nè in allenamento nè in partita. 

Abbiamo provato ad avere più costanza possibile, ma non è stato facile. Ho avuto la fortuna di avere uno staff meraviglioso e il preparatore atletico Salvatore Marino mi ha aiutato a tenere in condizione i ragazzi, nonostante la stagione lunga e difficile.”

C’è stato un momento in cui avete pensato di retrocedere e non farcela? Qual’è stato invece l’attimo da incorniciare in questa annata?

“Il momento più brutto è stato la sconfitta a Carbognano, dove siamo usciti dal campo particolarmente demoralizzati. 

Abbiamo avuto paura di non farcela. 

L’episodio decisivo e più bello è stato forse la vittoria all’ultimo secondo con il Casal Barriera. Quei tre punti erano davvero fondamentali. “

Adesso che avete raggiunto l’obiettivo, state già iniziando a pensare al futuro. Secondo lei in un girone diverso, avreste avuto meno difficoltà a salvarvi? 

“La società ha gettato le basi per un futuro sereno e migliore. E’un gruppo che si è migliorato molto nel corso dell’anno, con i tanti giovani che si sono adattati, prendendo il coraggio dai veterani della squadra come Rubenni, Policano, Silvestri, Cau, Cusani, Galderisi, Vincenzo o l’apporto fondamentale di De Franco da metà stagione. 

Il nostro miglioramento è dovuto anche dalle numerose difficoltà del nostro girone. Personalmente, sono stato contento di potermi confrontare con grandi realtà del calcio laziale, con tecnici esperti e conosciuti.”

Ecco, voi avete giocato le vostre partite interne al Don Pino Puglisi. Come vi siete trovati e che tipo di rapporto avete con il Montespaccato? 

“Tra le due società c’è un clima di grande collaborazione. 

Il Montespaccato, con gli allenatori delle giovanili specialmente, è sempre stato disponibile, dandoci sempre la possibilità di allenarci quando ne avevamo necessità.”

Dopo aver parlato tanto della squadra, le chiedo un suo sogno particolare per il suo futuro da allenatore? 

“Il sogno è quello di far bene e di salire il più in alto possibile. 

Per adesso, voglio godermi la salvezza, pensando ai ragazzi che dal 16 agosto, giorno di inizio del ritiro, non hanno mai mollato e ci hanno sempre messo il massimo. 

Ringrazio ovviamente la società, che mi ha messo nelle condizioni di lavorare serenamente fino alla fine. 

E ultimo, ma non meno importante, cito i componenti del mio staff, a cui vanno i migliori ringraziamenti: Salvatore Marino (preparatore atletico), Luca Natalizi (secondo allenatore e match analyst) e Giuseppe Fioretti (preparatore portieri). 

Senza il loro prezioso contributo, non ce l’avremmo mai fatta. “