LADISPOLI, SENTI ELIO DAMATO: “IO, STREGATO DA QUESTA SOCIETA'”

LADISPOLI, SENTI ELIO DAMATO: “IO, STREGATO DA QUESTA SOCIETA'”

A cura di Vincenzo Ricciardi 

Elio Damato, allenatore dei Giovanissimi Fascia B del Ladispoli, si racconta a Sportinoro.

Dal suo rapporto con la società tirrenica fino all’educazione dei ragazzi, il tecnico ex Urbetevere risponde con entusiasmo e sincerità alle nostre domande, dimostrando una grande competenza unita ad una squisita sensibilità.

-Salve Elio, ci avevi lasciato con un’intervista a Giugno in cui sostenevi di essere rimasto colpito dall’affetto e dall’entusiasmo che avevi ricevuto qui a Ladispoli. A quasi 6 mesi dal tuo approdo, puoi confermare le stesse sensazioni?

-Certo, senza dubbio. All’inizio potevo solamente avere delle impressioni, ora sono convinto di essere arrivato in una delle società migliori del Lazio, con uno staff eccellente e con tante ambizioni. C’è una collaborazione incredibile tra tutti noi. E’ una grande famiglia! Ma soprattutto è una società seria e che lavora molto bene. E’ in cantiere il progetto per lo stadio nuovo e stiamo favorendo la crescita dei nostri giovani talenti (lo scorso anno molti sono passati in società professionistiche o di Eccellenza, ndr). Inoltre la stra-grande maggioranza dei nostri ragazzi vengono da questa zona e per noi è un motivo d’orgoglio non indifferente. Considerando il rapporto bacino d’utenza/ qualità dei giocatori, possiamo essere molto soddisfatti di quello che stiamo facendo.

-Ormai sei da considerare un esperto della Categoria Giovanissimi Fascia B, qual è il tuo metodo per non far gravare sui ragazzi la pressione di un salto così importante?

-Non ho segreti particolari. Cerco di dare fiducia ai ragazzi e farli sentire a proprio agio. Il primo anno nell’attività agonistica può essere traumatico per loro. Cresce il livello delle partite, e magari a volte non riescono quelle giocate che solamente un anno prima riuscivano alla perfezione. Per me è molto importante supportare i ragazzi dal punto di vista mentale. Anche quando i risultati non arrivano, l’importante è far sentire loro la tua completa fiducia. Così i ragazzi possono crescere tranquillamente.

-Quest’estate avete lavorato molto. In particolare avete sostenuto ogni weekend una doppia seduta di amichevoli, ci vuoi spiegare questa scelta?

-Ormai questo è un mio marchio di fabbrica. Sono anni che alle mie squadre faccio fare la doppia amichevole ravvicinata. E’ un modo per dar loro la possibilità di conoscersi meglio sul campo e di affinare l’intesa, oltre che ovviamente è utile per mettere più minuti nelle gambe possibili. Quest’anno, ad esempio, ho una rosa di 22 calciatori più alcuni ragazzi più piccoli che spesso vengono aggregati con noi. Non avevo intenzione di presentarci ai nastri di partenza con giocatori che non avevano la brillantezza giusta nelle gambe o che non si conoscessero abbastanza.

-A 13 anni è ancora troppo presto per parlarne, ma pensi che qualcuno dei tuoi ragazzi possa ambire all’arrivo tra i professionisti?

Nono, è ancora presto per parlarne. Sono cose che non possiamo prevedere. Il calcio è un insieme di variabili che vanno affrontate in un percorso di crescita costante, valutata poi a livello competitivo. Questi ragazzi entrano per la prima volta nel mondo dell’agonismo, alcuni devono sviluppare, altri devono crescere mentalmente. E’ troppo presto per fare pronostici, però è vero che la differenza la fa l’attitudine, l’allenamento costante. Se capiranno quali sono i sacrifici da fare allora noi abbiamo fatto il nostro lavoro dando loro il giusto impulso. Poi chissà…

-Dopo un inizio difficoltoso è arrivata la vittoria con l’Ostiamare. I ragazzi sono più sereni in allenamento?

Si, decisamente. Li vedo più leggeri, è come se si fossero tolti un peso. Spero che questa vittoria possa essere una grande iniezione di fiducia. Se la meritavano tutta, avevano una grande voglia di rivalsa dopo un inizio di campionato veramente difficile.

-Prime due trasferte contro Roma e Tor Di Quinto, non proprio il modo migliore per cominciare. Domenica vi aspetta un’altra partita difficilissima a Civitavecchia, pensi possa arrivare il primo punto in trasferta?

Diciamo che non siamo molto fortunati con il calendario (sorride, ndr). Domenica sarà difficilissima, ma se devo dire la verità in questo campionato, tranne la Roma che la fa da padrone, tutte le squadre possono vincere con chiunque. L’ho detto a più riprese a inizio campionato e ora la mia profezia si sta avverando, basta vedere la vittoria del Rieti in casa del Tor Di Quinto. Dunque anche noi dobbiamo credere in noi stessi e pensare che possiamo fare risultato con tutti. Più che penso, spero che possano arrivare i primi punti in trasferta. Come dicevo prima il calcio è fatto di variabili che non si possono controllare.

 -Pronostico sulla fine del campionato, ti senti tranquillo per la salvezza?

Tranquillo no. So che i miei ragazzi ce la metteranno tutta e lotteranno fino all’8 maggio per raggiungere il nostro obiettivo. Sicuramente la lotta salvezza si deciderà all’ultima giornata.