Micolani, ambizioni da Top Player: “Sermoneta come una famiglia. L’Eccellenza con questa maglia è il mio obiettivo “

Micolani, ambizioni da Top Player: “Sermoneta come una famiglia. L’Eccellenza con questa maglia è il mio obiettivo “

A cura di Roberto Matrisciano

Promozione Girone C

Il suo gol, il primo in assoluto in prima squadra, ha deciso la delicata sfida interna con lo Sporting Genzano di due settimane fa. La rete che è valsa tre punti, gli ha regalato la nomination al sondaggio come “Top Player” del quattordicesimo turno, che l’ha visto poi vincitore. Lui è Andrea Micolani, centrocampista del Sermoneta classe ’97, raggiunto oggi dai microfoni di Sport in Oro per descrivere al meglio il grande periodo della squadra di Gesmundo e il felice momento personale.

Andrea, nella partita con lo Sporting Genzano sei stato il grande protagonista con il gol vittoria, meritandoti la palma di migliore in campo.

Questa prestazione ti ha aiutato ad entrare definitivamente in prima squadra?

“Diciamo che avevo il sentore che in quella partita avrei segnato, perché fin dall’entrata in campo avevo delle buone sensazioni.

Il mister prima di quella gara mi ha fatto allenare tutta la settimana con la prima squadra, mostrandomi fiducia, ed io spero di averlo ripagato nel miglior modo possibile.

Per quanto riguarda l’approdo definitivo con i più grandi, è un discorso che parte un po più da lontano.

Lo scorso anno mi infortunai al ginocchio e quando è iniziata la stagione l’accordo con la società era di iniziare con la Juniores per ritrovare il ritmo partita, anche perché con l’obiettivo di disputare un campionato importante potevo rendermi utile alla squadra.

Ho rifiutato anche alcune offerte per cercare di recuperare al meglio e farlo nel mio ambiente.

Ora è circa un mese e mezzo che sono in pianta stabile a disposizione di mister Gesmundo e spero vivamente di continuare sempre a migliorarmi”.

Il Sermoneta in questi ultimi anni ha fatto da spola tra i girone C e D, ma le statistiche hanno parlato sempre chiaro: questa è una squadra che ogni anno segna tanti gol, diverte e fa risultato, indipendentemente dagli allenatori che si sono susseguiti.

Dove risiede il vero punto di forza di questa squadra, di questa società?

“Noi nel girone C ci divertiamo di più perché ci sono squadre tecniche, che giocano e ti lasciano anche giocare, contro cui riusciamo ad esprimere tutto il nostro potenziale.

Io penso che il punto di forza in questi anni è stato sempre quello di avere un gruppo molto dotato tecnicamente, giovane e ben allenato.

Quest’anno idem, dopo il biennio con Stefanini ci stiamo ripetendo sugli stessi livelli, sfornando prestazioni davvero ottime”.

Questa squadra vale i playoff?

“Penso proprio di si.

Vincere il campionato sarebbe fantastico ma al momento è fuori portata, mentre i playoff a mio avviso rappresentano un obiettivo che possiamo centrare perché ne abbiamo le potenzialità e le capacità.

Questo è un gruppo giovane e di spirito, con qualche elemento di grande esperienza e qualità, ed io mi aspetto davvero molto da questa stagione”.

Nel biennio con Stefanini in panchina tu già facevi parte del gruppo.

Anche in quelle due stagioni arrivaste a disputare i playoff, ma in tutti e due i casi veniste eliminati al primo turno.

Quello che è mancato in passato, pensi che ora lo avete acquisito?

“Io i primi turni dei playoff con Arce e Real Colosseum li ho vissuti entrambi in panchina, ma sicuramente qualcosina è mancata in quelle gare.

Diciamo però che non siamo stati neanche fortunati e comunque sono state gare decise da episodi, non dalla superiorità dell’avversario.

Con l’Arce due anni fa, uscimmo nonostante il vantaggio del fattore campo e dopo un primo tempo che chiudemmo in vantaggio per 2 a 0.

Lo scorso anno idem, fummo eliminati nonostante il vantaggio di giocare in casa una gara in cui sbagliammo anche un rigore.

Questa volta, spero, mi auguro ma ne sono anche convinto, che dopo anni di inseguimento, potremmo finalmente festeggiare l’approdo in Eccellenza”.

Stefanini e Gesmundo, quali differenze hai trovato nei due allenatori?

“Caratterialmente sono due persone differenti tra loro, ma con entrambi la squadra si è sempre espressa molto bene in campo, indipendentemente dai giocatori a disposizione.

Sono due ottimi tecnici ed io con entrambi mi sono trovato molto bene.

Stefanini è una persona che rimane un po sulle sue, più taciturna, ma che conosce alla perfezione la categoria ed io con lui sono cresciuto davvero tanto.

Gesmundo è un tipo che invece cerca più il dialogo, il confronto con il giocatore e sa perfettamente il fatto suo, avendo allenato anche in categorie superiori”.

Pensi che prima o poi ti saranno consegnate le chiavi del centrocampo?

Qual’è la tua ambizione personale?

“Al momento a centrocampo ci sono giocatori di assoluto valore come De Santis e Caputi, che a 42 anni in campo riesce ancora e incredibilmente a dire la sua.

È ovvio che non può avere sempre lo stesso buon rendimento per tutte e trentaquattro le partite, ed io mi devo far trovare pronto per ogni evenienza.

Comunque su questo aspetto non ho problemi, perché io mi sento già pronto per essere preso ancora di più in considerazione e lavorerò ancora molto per ottenere la fiducia totale in un reparto importante e delicato come il centrocampo.

Sono da ben dodici anni in questo club, ho diciannove anni e penso che per sognare un qualcosa di grande sia tardi, ma non nascondo che ambisco a salire di categoria, e poterlo fare con il Sermoneta, che per me è come una famiglia, sarebbe il massimo”