MOROLO, ADINOLFI: “FARE L’ALLENATORE E’ STATO UN PO’ COME RINASCERE”

MOROLO, ADINOLFI: “FARE L’ALLENATORE E’ STATO UN PO’ COME RINASCERE”

A cura di Tia Colantuono.

 

Una sfortunata esperienza da calciatore alle spalle ed una promettente carriera da allenatore in vista.

Nonostante sia uno dei tecnici più giovani del campionato d’Eccellenza, Emiliano Adinolfi sembra avere tutte le carte in regola per disputare una buona stagione, esattamente la seconda sulla panchina del Morolo.

Con la società ci siamo promessi di dare quanta più visibilità possibile ai giocatori più talentuosi del settore giovanile, il nostro è un calcio che guarda al futuro”.

Mister, cosa c’è alla base dell’ottimo rapporto instaurato con i suoi ragazzi?

“I due capi saldi del mio modo di fare sono il dialogo ed il sentirsi parte del gruppo, non si può fare a meno di nessuno, per quanto possibile cerco di valorizzare ogni singolo giocatore.

Condividiamo un obiettivo comune, il mio compito è quello di indicare la giusta direzione”.

C’è chi ha dubitato di lei per via della sua giovane età?

“Assolutamente si.

I primi due anni sono stati i più complicati, ho dovuto dimostrare tutto il mio valore, purtroppo l’esperienza è sempre un biglietto da visita importante e che fa la differenza.

Nonostante le mille difficoltà mi godo ora la mia quarta stagione in Eccellenza”.

Parliamo del torneo, dopo la sconfitta di domenica contro il Città di Minturnomarina siete tornati al goal ed avete conquistato 3 punti importanti.

Cosa vi è mancato per vincere nella scorsa partita?

“Non abbiamo avuto la forza di reagire, ci è mancata la grinta necessaria per riaprire la partita.

I primi minuti di gioco sono stati fatali, non siamo stati sufficientemente attenti in difesa e presenti a centrocampo, questo ha permesso agli avversari di passare facilmente in vantaggio”.

Quella di ieri contro il Lariano è stata una vittoria meritata?

“Direi proprio di si, purtroppo negli ultimi otto giorni abbiamo perso due dei nostri migliori giocatori per infortunio, senza dimenticare che abbiamo giocato in 10 per gran parte della ripresa.

Penso che con una rosa così rimaneggiata quello contro il Lariano è un successo quasi insperato”.

Il goal di Colafranceschi vi ha risolto la partita. E’ lui il valore aggiunto di questa squadra?

“E’ un ottimo giocatore ed il goal lo ha premiato, attualmente è un elemento indispensabile.

Credo che al suo nome, in termini di valore, vada affiancato anche quello di Cola e Santarelli di cui dovrò fare a meno domenica prossima per via del doppio cartellino giallo ricevuto oggi”.

Avete perso per grave infortunio Colò e Rinaldi, verranno sostituiti a breve?

“Non nell’immediato, sicuramente correremo ai ripari perché la rosa è all’osso ma per ora non abbiamo individuato ancora nessun sostituto”.

C’è già qualche nome in ballo?

“Attualmente no, valuteremo bene con la società su chi far ricadere la nostra scelta”.

Mister, come vi state preparando per la sfida contro il Roccasecca? Che partita si aspetta?

“Non le nascondo che le partite in casa per noi sono fondamentali, faremo il possibile per vincere.

Sarà un incontro difficile, non dovremo sottovalutare nessun aspetto.

Il Roccasecca è un’ottima squadra, reduce da un inizio di stagione complicato, domenica scorsa hanno conquistato i primi tre punti e credo che scenderanno in campo con lo stesso agonismo che gli è valso il successo contro l’Atletico Boville.

Hanno in rosa giocatori d’esperienza e di livello, mi sento di dire che risaliranno presto la classifica”.

2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, quali sono i vostri obiettivi per la stagione?

“Quello di salvarci il prima possibile.

Il nostro è un progetto ambizioso, quest’anno abbiamo ringiovanito ulteriormente la rosa, l’età media dei nostri ragazzi è di 22 anni.

L’obiettivo è quello di monitorare il settore giovanile, di creare un ponte diretto con la prima squadra, anche se questo non ci dà la possibilità di puntare nell’immediato alla vetta della classifica”.

Mister, un’ultima domanda: quale ruolo le è più congeniale, quello di allenatore o di calciatore?

“Senza alcun ombra di dubbio quello di allenatore.

Quando giocavo sono stato molto sfortunato, ho subito cinque operazioni al ginocchio che di fatto hanno messo fine alla mia carriera agonistica.

Fare l’allenatore è stato un po’ come rinascere, ho trovato una mia dimensione e le dirò che quando si lavora con i ragazzi vincere è ancora più bello, più soddisfacente, vederli crescere e maturare è uno stimolo grandissimo”.