PARLA SALVINI, IL JOLLY DEL NETTUNO: “IL GOL DI IERI E’ PER MIO PADRE”

PARLA SALVINI, IL JOLLY DEL NETTUNO: “IL GOL DI IERI E’ PER MIO PADRE”

Il suo colpo di testa ad una manciata di minuti dal termine del match con il Borgo Podgora è valso al Nettuno la seconda vittoria consecutiva ed una classifica che ora sorride con ottimismo ai colori verdazzurri.

Tiziano Salvini (nella foto di Francesco Cenci) ha nella voce l’entusiasmo dei suoi vent’anni e nel cuore di chi ama davvero ed incondizionatamente questo sport.

Classe 1994, gioca al Masin da poche settimane, ma si è già perfettamente integrato con l’ambiente.

Al nostro sito ha affidato le emozioni della prima rete con la nuova maglia.

 

Tiziano, la tua rete ha un sapore speciale.

“Ero entrato in campo da pochi istanti ed ero davvero carico.

La settimana prima avevo servito un assist a Laghigna e speravo che il mister mi schierasse da titolare.

Nessuna polemica, però, mi aveva detto che preferiva farmi partire dalla panchina.

Sono felice per il gol ed anche perchè così abbiamo festeggiato la seconda vittoria consecutiva dopo quella della domenica precedente con il Semprevisa, una squadra davvero ben messa in campo”.

C’è una dedica particolare?

“E’ tutto per mio padre, Pietro.

Allena i più piccolini nell’Anziolavinio e per me ha fatto sempre tanti sacrifici”.

So che sei una sorta di jolly in campo.

“Il mio ruolo naturale è quello di centrocampista, ma negli anni spesso sono stato schierato in altre posizioni.

Nel tempo ho fatto anche l’interno o il terzino destro, magari tra un po’ di tempo mi cambieranno pure il nome (ride)…

Scherzi a parte, a me non interessa il ruolo.

Per me conta solo giocare”.

L’anno scorso ad Anzio hai totalizzato ventotto gettoni di presenza in D da terzino.

“E’ stato Chiappara ad insegnarmi quel ruolo.

Con me il mister è stato eccezionale, mi ha insegnato tantissime cose.

Prima non sapevo quasi cosa fossero una diagonale o un triangolo; non finirò mai di ringraziare lui ed il preparatore atletico Mataloni, che nella passata stagione hanno lavorato benissimo”.

Che tipo è Chiappara?

“Cura molto i dettagli, lavorando soprattutto sulla fase difensiva.

E’ tanta roba…”.

E Catanzani com’è?

“Anche il mister è bravo.

Forse lavora meno a livello tattico ed ha meno esperienza di Chiappara, però è una persona in gamba”.

Nonostante la giovane età, hai già una buona esperienza di calcio alle spalle.

“A sedici anni ho esordito in Eccellenza a Cisterna, una stagione bellissima con un gruppo di alto livello.

Poi mi ha preso il Fondi in Seconda Divisione, girandomi in prestito all’Anziolavinio in D.

Successivamente ho vissuto un’esperienza in Sardegna alla Torres e quindi sono tornato ad Anzio”.

Ora sei a Nettuno.

Come ti trovi al Masin?

“Benissimo.

L’ambiente è ottimo e lo spogliatoio è davvero unito.

Essendo una squadra molto giovane, non c’è traccia di nonnismo e tra noi c’è unione anche al di fuori del campo.

I ragazzi più esperti, i vari Frasca, Giudice e Porcari, sono ragazzi bravi ed intelligenti”.

So che hai legato in particolar modo con uno dei tuoi compagni…

“Sì, con Danilo Cassandra.

E’ una grandissima persona.

Pur avendo fatto anche categorie superiori, mi dà sempre tanti consigli”.

Dopo il successo di ieri, ed in attesa dei recuperi di mercoledi, siete quinti.

Realisticamente parlando, qual è l’obiettivo stagionale del Nettuno?

“Noi vogliamo centrare la salvezza.

Una volta arrivati alla soglia dei 40/42 punti, potremo provare a sognare”.

E tu quale obiettivo ti sei posto?

“Spero di giocare più partite possibile.

Per me conta solo questo”.

Come giudichi il livello del torneo?

“A mio giudizio, si è un po’ abbassato.

L’ultima volta in Eccellenza facevo parte di una squadra in cui c’era gente che si chiamava Assogna, Garat, Travaglione, Troisi.

Non ne vedo più tanti di giocatori di questo livello”.

Chi vedi favorito per il titolo?

“E’ ancora presto.

Mi piacciono molto Albalonga e Serpentara”.

Domenica andrete a Monte San Giovanni Campano.

“Sarà una partita difficile, una vera battaglia.

Ho già giocato su quel campo: quando batte il sole, il riflesso sul terreno ti acceca e non vedi neppure la palla.

Sarà dura, però la speranza è di continuare a far punti”.