PARLA SCERRATI, IL FLAGELLO DI VITERBO: “LA COPPA E’ PER LA MIA FAMIGLIA E PER GLI EX FUTBOLCLUB”

PARLA SCERRATI, IL FLAGELLO DI VITERBO: “LA COPPA E’ PER LA MIA FAMIGLIA E PER GLI EX FUTBOLCLUB”

E’ l’uomo del momento.

Tre gol in una finale di Coppa Italia non li aveva segnati mai nessuno.

Tre gol da ex sono una soddisfazione in più ma non una rivalsa, perchè lui comunque a Viterbo è stato bene ed anzi quasi gli dispiace aver esultato.

Simone Scerrati (nella foto a sinistra, in compagnia di Andrea Cesaro) è partito dalla cantera biancoceleste.

Tutta la trafila fino agli Allievi Nazionali, poi il breve passaggio sulla sponda opposta, quasi una sofferenza per uno come lui che la Lazio ce l’ha nel sangue, ed infine i dilettanti.

Un anno, comunque da ricordare, a Viterbo, uno forse da dimenticare a Gaeta e quindi il Futbolclub.

Una stagione irripetibile più un’altra mezza contraddistinta da una soffusa delusione e da un epilogo amaro.

 

Scerrati, sono passate quasi ventiquattro ore.

Metabolizzate le emozioni?

“Sto cominciando a farlo ora.

Ieri, sono rimasto mezz’ora sotto la doccia al termine del match.

Avevo mille pensieri per la testa e stanotte ho faticato molto a prender sonno”.

Cosa rappresenta la coppa per lei?

“Una gioia immensa, una soddisfazione enorme, sia a livello di squadra che personale.

Quasi tutti ci davano per spacciati, dicevano che si sarebbe chiusa già nel primo tempo e invece con umiltà e spirito di sacrificio la coppa l’abbiamo alzata noi.

La dedichiamo a tutti i grandi intenditori del calcio regionale”.

In effetti, anche sul nostro sito in pochi vi davano per vincenti.

“Leggere quei pronostici ci ha caricato tantissimo.

La vittoria dell’Empolitana Giovenzano dimostra che una finale è una partita a sé, dove le differenze si annullano e contano altri valori.

Sono comunque convinto che, alla fine, la Viterbese Castrense ammazzerà il campionato.

Resta una squadra impressionante”.

C’è chi sostiene però che i gialloblu abbiano affrontato la partita con un filo di presunzione di troppo.

Lei ha avuto questa sensazione?

“Non credo.

Dal campo ho visto una squadra vogliosa e che all’inizio ci ha messo in difficoltà, costruendo alcune occasioni importanti.

Forse loro si sono un po’ adagiati dopo il gol del pareggio.

Probabilmente pensavano che a quel punto noi ci saremmo disuniti e questo li ha traditi”.

Solimina ha puntato l’indice sulla lunghezza tra i reparti della sua squadra.

Questo vi ha agevolato?

“Sapevamo che potevano soffrire la palla lunga e la velocità mia e di Cesaro.

Bravi noi ad approfittarne”.

Tre gol di pregevolissima fattura.

Quale le è piaciuto di più?

“Scelgo il secondo per lo sviluppo dell’azione.

Andrea è stato bravissimo, mi ha fatto un assist d’oro ed io sono stato bravo a metterla dove volevo”.

Le era mai accaduto di segnare una tripletta in passato?

“Tra i dilettanti mai.

In passato ho sempre giocato da esterno ed a Gaeta ho anche ricoperto il ruolo di centrocampista centrale”.

Sei gol in sette partite da quando veste i colori dell’Empolitana.

Mi pare che il nuovo ruolo le vada a genio.

“Fare gol con questa continuità è certamente una grande soddisfazione.

Da dicembre il mister mi ha assegnato compiti ben precisi in campo.

Io ed Andrea ci scambiamo spesso posizione e le nostre caratteristiche possono mettere in difficoltà molte squadre”.

Lei e Cesaro siete molto legati.

“Dopo la partita ci siamo concessi un brindisi.

Lui mi ha detto che dovevamo farne uno per ogni gol e così abbiamo finito per bere tre birre”.

Alla salute.

Chi altro si è complimentato con lei dopo la finale?

“I miei ex compagni del Futbolclub.

Loro sono stati i primi e li ringrazio.

Con gente come Carnevali, Sfanò, Citro, Macellari e lo stesso Martinelli, che è venuto con me a Pisoniano, si è creato un rapporto bellissimo, un feeling che va ben oltre le questioni di campo.

Continuiamo a frequentarci spesso, così come sono rimasto in contatto anche con Ruggini, Spaziani e Barile.

Ieri Sfanò aveva consegnato il suo cellulare al magazziniere del Colleferro, chiedendogli di aggiornarlo sulla finale mentre si allenava.

Prima di firmare per l’Empolitana sono stato fermo quasi venti giorni e non è stato facile.

In quel periodo l’incoraggiamento dei ragazzi è stato molto prezioso.

Un pezzetto di questa coppa la dedico a loro”.

E l’altro?

“Alla mia famiglia, che ha sempre incoraggiato e sostenuto la mia passione per il calcio”.

Torniamo per un istante ai mesi in maglia orange.

Cosa le rimane di quel periodo?

“Eravamo un grande gruppo, una squadra che in Promozione vinse tutto quello che c’era da vincere perchè oggettivamente era composta da calciatori di categoria superiore.

Peccato per come è finita…”.

Cosa è accaduto a dicembre?

“Non so, personalmente avevo notato un’aria strana già ad inizio stagione.

La società non era più presente come prima ed i mister mi avevano messo in discussione.

In certi casi, è mancato un po’ di dialogo da parte loro.

Forse una parola in più sarebbe servita.

Acqua passata, anche se rimane il rammarico, perchè resto convinto che con quella squadra potevamo puntare anche al secondo posto in campionato…”.

Nel bel mezzo delle solite polemiche sugli under, un ’92 che firma una tripletta in una finale di coppa è un segnale importante.

“E’ la dimostrazione che, se uno è bravo, gioca a prescindere dall’età”.

Tre gol da ex.

Cosa le aveva fatto la Viterbese?

“Nulla, anzi.

A Viterbo sono stato benissimo.

Come città e come club non c’entrano nulla con questa categoria.

A mente fredda, mi è anche dispiaciuto esultare dopo i gol, ma in quel momento non sono proprio riuscito a contenermi”.

Ieri molti tifosi reatini hanno gioito per il vostro successo.

Domenica andrete a far visita proprio agli amarantocelesti.

Con quale spirito?

“Andremo a Rieti con la voglia di fare punti, perchè la nostra situazione in classifica non è delle migliori.

La coppa è stata bellissima e ce la godiamo, ma domenica ce la giocheremo a viso aperto e senza fare sconti”.

Dopo ci sarà da affrontare l’avventura nazionale con il Porto Corallo.

“Sarà difficile, ma se giocheremo anche contro i sardi con l’umiltà e la cattiveria agonistica di ieri, possiamo farcela”.

Mi sveli un sogno ed un obiettivo.

“L’obiettivo è raggiungere la salvezza dell’Empolitana Giovenzano a fine campionato.

Il sogno è avere la possibilità di fare almeno una presenza tra i pro un giorno.

In passato ci sono andato vicino e non ci sono arrivato anche per alcune scelte sbagliate.

Spero che il destino mi riservi un’opportunità”.