Piroli, l’istinto dell’Ostiamare: “Macché rilassamento, noi non vogliamo fermarci. L’attaccante più forte? Ce l’abbiamo noi”

Piroli, l’istinto dell’Ostiamare: “Macché rilassamento, noi non vogliamo fermarci. L’attaccante più forte? Ce l’abbiamo noi”

Di Alessandro Bastianelli.

Da Caputo a Greco, passando per Pochesci e Chiappara, il suo posto è sempre stato al centro della difesa dell’Ostiamare.

Danilo Piroli è uno dei veterani dell’Ostiamare, insieme a D’Astolfo e Barrago. Vive la maglia biancoviola da cinque anni, in maniera passionale, con il carisma del comandante e l’istinto del rapace, lui che ogni tanto qualche sfizio se lo toglie anche nelle vesti di goleador.

Quell’istinto che, ogni tanto, può portarti sopra le righe, ma del quale l’Ostiamare non può fare a meno.

«A Rieti mi sono fatto prendere dal nervosismo, il gol con la Torres mi ha permesso di sfogarmi e di scacciare tre settimane piuttosto lunghe» racconta Piroli, contattato dalla nostra redazione a due giorni dalla gara contro il Flaminia.

«È bello tornare così, con una bella prestazione collettiva ed una goleada in casa (7-0 ndr). Ma non è stata una partita  facile, o meglio: il nostro merito è stato proprio aver reso tutto molto più semplice con un grande approccio nel primo tempo».

Lo stesso approccio che Piroli e i suoi vogliono riproporre domenica al Madami, dove li attende un Flaminia in flessione ma che ha voglia di riscattarsi.

Mantenere alta la concentrazione è l’imperativo categorico in casa Ostiamare: «Non vedo rischi di rilassamento, nello spogliatoio ne parliamo spesso.

Noi siamo lì sopra unicamente grazie al lavoro e non vogliamo fermarci qui. Non abbiamo né i campioni, né la pressione di fare risultato, ma solo tanta motivazione a migliorarci e fare bene.

Quando è così è anche più facile: giochi per dare il massimo senza alcun assillo, puoi esprimerti senza paura. Poi a ricordarci la nostra dimensione ci pensa il mister, che da noi vuole sempre concretezza.

Con il Flaminia dobbiamo riproporre la stessa faccia mostrata alla Torres: determinata, aggressiva e combattente».

Soprattutto perché in questo girone G nulla può essere lasciato al caso.

«Il livello si è alzato, le squadre laziali hanno investito molto e la dimensione interregionale che il girone ha acquisito ti porta a scontrarti con squadre organizzate, che vengono da realtà importanti – il pensiero del difensore ex Benevento.

Il campionato è difficile e per nulla scontato, a fine stagione potremo parlare di qualche sorpresa nelle parti alte della classifica.

Credo che Rieti, Monterosi e L’Aquila siano le squadre più attrezzate, ma occhio all’Albalonga: come noi, i castellani non hanno nessuna pressione.

Certo, non avrebbero uno stadio per la Lega Pro, ma questo è un problema che quando scendi in campo non ti poni neanche, al limite ci pensi dopo.

Ed inoltre i castellani hanno un grande allenatore, qualcuno che conosco bene…».

Già, Chiappara. Un allenatore che ha dato molto a Piroli e all’Ostiamare, sostituito da un altro, Greco, che sta continuando nella direzione avviata due stagioni fa, puntando sui giovani, il gruppo e l’organizzazione.

Piroli e D'Astolfo
Piroli e D’Astolfo

«Chiappara e Greco per certe cose si somigliano, per altre sono agli opposti.

Roberto sembra tranquillo, ma ha un’energia – e una voce (ride ndr) – incredibile, ha tantissima grinta e questo è il suo punto di forza.

La differenza fra i due è forse a livello caratteriale, perché sia Chiappara che Greco lavorano secondo concetti di gioco simili.

Greco magari strilla di meno, ma riesce a trasmettere ugualmente le sue idee».

La chiacchierata scivola via fra ricordi e opinioni, tra un passato e un futuro che si somigliano.

«Se ho un difensore preferito? Sinceramente no, mai avuto modelli: ho sempre agito d’istinto, d’intuito».

Come chi il calcio lo sente e lo vive nel sangue: «Ma se sono cresciuto a livello personale, molto lo devo a Chiappara, che mi ha sgrezzato e reso più razionale e meno istintivo.

Mi ha insegnato cosa deve fare un difensore, nulla di fantascientifico: “gioca semplice, rischia poco e non fa’ danni” mi ripeteva sempre, ma con persuasione».

Se gli chiedi l’attaccante più forte del girone, Piroli invece non ha dubbi: «Ce l’abbiamo noi, soltanto che lui ancora non lo sa.

Michele (Vano ndr) ha un talento e un fisico incredibile, ha moltissimo potenziale e ne sta dando prova in questo avvio di campionato.

Adesso sta a lui credere in quel che fa. Secondo me ha le doti per giocare in categorie superiori, lui è molto spensierato e forse deve ancora prendere coscienza dei propri mezzi.

Ci sta dando un contributo importante, non solo per i gol ma anche per il lavoro ed il gioco di squadra che fa in attacco».

Il professionismo ad un gradino, così vicino ma così difficile da scalare.

Piroli quel mondo lo ha assaggiato con le maglie di Nocerina, Benevento e Pomezia, ripartendo dall’Ostiamare quando sembrava che il treno fosse passato.

Le occasioni Piroli se le vuole costruire da solo, ma in riva al Tirreno, come ci rivela in chiusura.

«Io ci spero e ci credo sempre a un’altra opportunità nel professionismo, c’è un salto grande fra D e Lega Pro ed io lavoro per farlo, da solo con le mie gambe anche se oggi è difficile senza procuratori e intermediari.

Mi dicono “c’hai 27 anni, ma dove vuoi andare?” ma io vecchio non mi ci reputo, nonostante la regola degli under ti ci possa far sentire (sorride ndr).

Questo salto però lo voglio fare con l’Ostiamare, non lascerei mai questa piazza per un’altra società, a meno che non sia per una società di Lega Pro o che punta apertamente al salto.

Fare calcio qui è fantastico, c’è un ambiente che ti coccola e ti fa sentire importante. La società ti mette a disposizione tutto per fare quel che più ami, giocare a calcio, sarebbe assurdo voler andare via da qui.».