Di Alessandro Bastianelli.
“Certi amori non finiscono, fanni giri immensi e poi ritornano”, cantava Venditti, ma è pur vero che alle coincidenze occorre lasciar il modo e l’occasione di avverarsi.
Francesco Marcheggiani, sino alla metà inoltrata di Agosto, si ritrovava senza squadra. Poi, la chiamata di quel Rieti che solo il 13 Agosto era finito, totalmente, nelle mani di Riccardo Curci, che non si è fatto scrupoli nell’acquistare uno dei calciatori più rappresentativi della piazza negli ultimi anni.
A poco più di quattro anni dalla rete che, abbattendo il Pisoniano, regalò la Coppa Italia di Eccellenza al Rieti, Marcheggiani è ancora un giocatore decisivo per la formazione amaranto, che anche grazie ai suoi gol – 13 sinora – conduce il Girone G a 49 punti, +2 sulla Viterbese.
Tra Grosseto ed Olbia, non c’era miglior occasione per raggiungerlo e spulciargli sogni e obiettivi di questa sua seconda avventura con il Rieti.
Francesco, sei tornato nella piazza che ti ha lanciato da calciatore.
Raccontaci come si sono rincontrate le vostre strade, possibile che il 17 Agosto tu fossi ancora svincolato?
Diciamo che quest’anno ho voluto prendermela comoda e prolungare le mie vacanze! (ride ndr)
Al di là degli scherzi, ho preferito scegliere con calma durante la scorsa estate, mi allenavo con il Team Lazio di Prosia e Perrotti in attesa della chiamata che davvero mi convincesse.
Direi che è stata una scelta che ha pagato. Appena il Rieti si è interessato ho subito accettato, ai colori amaranto non potevo di no, oltretutto sapendo che ci fosse Paris ad allenarmi che per me è quasi un padre – calcisticamente parlando.
Hai legato a Rieti i tuoi ricordi più belli da calciatore: i tifosi ti hanno anche premiato con una targa per il gol decisivo che portò nella bacheca reatina la Coppa Italia di Eccellenza 2011/2012.
Che rapporto hai con il vostro pubblico?
Oltre a giocarci, qui ci ho vissuto per tanti anni, per questa piazza provo un amore che, idealmente, è simile a quello per una donna, passionale e totalizzante.
E’ bello vedere che, nonostante le perplessità iniziali di alcuni tifosi, adesso si stiano riappassionando in molti alla squadra.
I tifosi più caldi, quelli della curva Nord, non sono mai mancati, ma noi speriamo di poter far venire davvero tutti allo Scopigno, in fin dei conti Rieti piccola non è…
Il tuo ritorno è coinciso con l’addio della vecchia dirigenza e l’avvento definitivo di Curci.
Alla base della vostra motivazione potrebbe esserci stata anche una certa voglia di rivincita nei confronti del passato?
E’ stato molto piacevole stupire chi pensava che, dopo l’addio della vechia proprietà, qui non si sarebbe più fatto calcio.
Il Presidente Curci ha preso l’occasione quasi come una missione, a noi calciatori non ci manca niente e siamo nelle condizioni ideali per fare calcio, credo che i risultati siano figli anche della serenità con cui siamo riusciti a imbastire una cultura del lavoro.
Domenica avete inferto un duro colpo al Grosseto, sulla scorta della vostra vittoria è stato anche allontanato Giacomarro.
Credi che il Grifone abbia subito un ridimensionamento? Sarà una lotta fra voi e la Viterbese?
Finché non è l’ultima giornata il Grosseto sarà lì a giocarsela per il primo posto, ne sono sicuro; forse solo la matematica potrà metterli fuori gioco, altro che ridimensionamento.
Solo che adesso dovranno esser bravi ad adattarsi ad un’altra situazione. So che hanno preso un altro allenatore (Orlandi ndr) e per un giocatore non è sempre facile dimostrarsi professionali dopo l’addio del tecnico che ti aveva portato lì.
Sono quasi tutti ‘figli’ di Giacomarro e dovranno chiudersi a riccio e remare tutti dalla stessa parte.. ora come ora non vorrei essere un giocatore del Grosseto!
Domenica si gioca un’altra trasferta, stavolta in Sardegna con l’Olbia. Che gara ti aspetti e quante possibilità dai di vittoria al Rieti?
L’Olbia è partita per vincere, i risultati che ha fatto non debbono trarci in inganno.
Andiamo la per giocarcela, mettendo tutti gli attributi di cui disponiamo come abbiamo fatto sinora, visto che abbiamo davanti un grande obiettivo.
Chiudiamo proprio con uno sguardo al vostro campionato, sinora magnifico. Siete una sorpresa, ma ora non vi potete più nascondere: questa promozione la volete davvero?
Si, mi sento di rappresentare tutta la squadra se dico che non abbiamo altro per la testa che la Lega Pro.
Costruire un sogno ed un obiettivo è stato un lavoro difficile, adesso che lo abbiamo davanti sappiamo anche come raggiungerlo: testa bassa, umiltà e tanto lavoro, fino a Maggio per noi sarà così.
Mai sentirci arrivati o al massimo delle nostre potenzialità, siamo arrivati qui con il sudore e dovremo mantenere questo atteggiamento sino alla fine.
Ci tengo molto, personalmente vorrei dare una gioia a questa città e rendere felice chi ha creduto così tanto in noi, dalla dirigenza alla tifoseria.
Noi ci crediamo e questo sogno ce lo teniamo stretto.