Intervista a Roberto Coscia, allenatore della Juniores del San Cesareo, che fa il punto della situazione sulla stagione appena conclusa, sul futuro prossimo e sulla prima squadra in lotta per il professionismo
a cura di VALERIO D’EPIFANIO
Buongiorno mister, le finali non sono arrivate ma Roberto Coscia può andare comunque fiero del lavoro svolto con la Juniores Nazionale del San Cesareo: cosa si sente di dire a fine stagione?
E’ stata una stagione di alti e bassi. Pensavo all’inizio della preparazione che quella del San Cesareo fosse una rosa composta da ottimi elementi con svariati ’93 che potevano portarci alla fase finale. La società però a dicembre ha deciso però di puntare su molti ’95 e alcuni ’96 e l’obiettivo che mi ero posto all’inizio dell’anno non è arrivato, a malincuore. C’è da dire però per dovere di cronaca che molte società hanno giocato con svariati ragazzi di prima squadra come la Lupa Frascati (che ha portato Pippi), l’Astrea, che ha fatto giocare alcuni fuori quota, stesso discorso per il Fidene, che ha mandato in campo molti ’93, il Città di Marino con Laghigna e Congiu, il San Basilio Palestrina con Deli ed altri. Al San Cesareo è capitato solamente alla prima giornata di campionato e alla terza di ritorno con Sabatino che veniva da un infortunio. Altrimenti la nostra rosa ha sempre giocato con ragazzi del ’95, e del ’96 come Sabelli (portiere), Cenciarelli (portiere), Ranalli (attaccante), Agostini (difensore centrale), con quest’ultimo che ha fatto diverse apparizioni da titolare nella mia formazione.
Sesto posto finale ad un solo punto dal San Basilio Palestrina che tra l’altro in semifinale ha estromesso l’Astrea qualificandosi per l’ambita finale: quali sono pregi e difetti della sua squadra? Conta più il risultato o la crescita dei ragazzi?
Per la società ha contato di più la crescita dei ragazzi, per me contavano sia il risultato che la crescita. L’obiettivo era quello di portare ragazzi in prima squadra, per me però era importante ottenere anche il risultato ma sono contento comunque per i ragazzi che sono cresciuti in questa stagione. Un ’94 come Fischietti per esempio la settimana scorsa ha esordito con Ferazzoli e questo mi fa essere orgoglioso del lavoro svolto. La squadra, composta di molti ’95, ha avuto una buona crescita, ma il difetto è stato che la squadra in determinate partite è mancata caratterialmente e con le grandi abbiamo sofferto spesso.
Una battuta sulla prima squadra è obbligatoria: un giudizio sull’uomo e sul tecnico Fabrizio Ferazzoli…
E’ un maestro di vita sia in campo che fuori. E’ uno che pensa soltanto al rettangolo di gioco, è molto serio, segue la crescita dei ragazzi. Lui potrebbe portare questa seconda promozione consecutiva ma a prescindere dal risultato è una persona da cui si può imparare davvero molto.
Domenica arriverà l’Ancona in casa in quello che potrebbe essere lo scontro decisivo della stagione: cosa si vive a San Cesareo in questi giorni?
Vedendola da tifoso mi auguro che il San Cesareo possa arrivare al primo posto e giungere nei professionismi. Tutti lo sperano ma sappiamo che il campionato è difficile e quindi attenderemo con ansia questi 270 minuti finali. Non riesco a giudicarla da tecnico, la vedo da tifoso perché sono 10 anni che alleno a San Cesareo. Auguro alla società che quest’obiettivo possa diventare realtà perché se lo merita visto che sta facendo molti sacrifici da anni. In questo momento girano poche società come questa con due presidenti seri come Carpentieri e Cantadori.
Quali sono i progetti futuri della società per la prossima stagione? Roberto Coscia guiderà ancora la Juniores?
Per ora essendo terminata la stagione siamo fermi in attesa di vedere cosa farà la prima squadra. Aspetteremo il presidente, sarò felice di rimanere a San Cesareo se mi confermeranno ma se non dovessi essere confermato ringrazierò comunque per tutti questi anni insieme dove sono stato benissimo. Ad ora però non ci penso e attendo la fine della stagione calcistica.