ROTTURA UNICUSANO FONDI-POCHESCI: ECCO IL PENSIERO DI DIECI ADDETTI AI LAVORI

ROTTURA UNICUSANO FONDI-POCHESCI: ECCO IL PENSIERO DI DIECI ADDETTI AI LAVORI

Continua a far clamore l’esonero (mascherato da dimissioni) di Sandro Pochesci da parte dell’UniCusano Fondi.

Abbiamo raccolto il parere su questa spinosa vicenda di dieci tra i più popolari addetti ai lavori della nostra regione.

A ciascuno di loro abbiamo rivolto una domanda secca: “Qual è il vostro giudizio in merito alla separazione tra l’UniCusano Fondi e Sandro Pochesci?”

Ecco come ci hanno risposto.

 

Michele Punzi (direttore sportivo Pomezia): “Conosco e stimo da tanti anni Sandro.

A me piacerebbe che lui parlasse meno e si facesse apprezzare di più per il bravo allenatore che è.

Il suo problema principale è che si distrae troppo dal punto di vista dei rapporti con gli addetti ai lavori e con la stampa, mentre dovrebbe dedicarsi semplicemente al proprio ruolo.

A Sandro dovrebbe essere affiancato una sorta di tutor che lo preservi sotto il profilo della comunicazione, evitandogli così di disperdere inutilmente energie mentali”.

 

Fabio Quadraccia (direttore sportivo Ostiamare): “Per prima cosa, da amico di Sandro, devo dire che sono dispiaciuto per l’esito di questa vicenda.

Purtroppo va detto che Pochesci ha un carattere particolare e questo per lui ha sempre rappresentato un limite.

Se si dedicasse unicamente al campo e smussasse alcuni suoi spigoli, si troverebbe certamente meglio.

E’ un vero peccato perchè le sue squadre giocano bene”.

 

Maurizio Proietti (direttore sportivo Serpentara BellegraOlevano): “Da amico di Sandro posso dire che mi dispiace molto.

Per me Pochesci resta uno degli allenatori più bravi in circolazione.

Purtroppo, quando ti affidano una squadra molto competitiva ed alle spalle hai una grandissima società, se non arrivano i risultati sono problemi.

Poi, resta da capire per quale motivo quella che, a mio giudizio, rimane la formazione più forte del girone non riesca a decollare e non vada oltre il pareggio contro squadre decisamente alla sua portata come noi del Serpentara o il Picerno…”.

 

Giorgio Tomei (direttore sportivo Albalonga): “E’ sempre molto complicato capire i motivi di una scelta, se non sei dentro la situazione.

L’UniCusano Fondi aveva programmato una stagione da vertice e forse da quelle parti avranno preso questa decisione perchè si sono accorti che l’obiettivo andava lentamente sfumando.

Non sono però assolutamente convinto che sia stata una scelta legata ai risultati”.

 

Gianfranco Multineddu (direttore sportivo Castiadas): “Non conoscendo bene i termini della vicenda, preferisco non sbilanciarmi.

Mi limito semplicemente a dire che di sicuro il nostro calcio in Serie D perde un attore importante ed un tecnico molto preparato”.

 

Guglielmo Bacci (allenatore): “Va apprezzata l’onestà di Pochesci che ha ammesso di essere stato avvisato dal presidente circa il comportamento da tenere.

Durante una partita l’adrenalina è a mille, però bisogna cercare di essere cauti.

Un allenatore deve sempre dare il buon esempio”.

 

Pierluigi Di Santo (direttore sportivo Rieti): “Nel calcio l’immagine ha la sua importanza, però va tenuto conto anche di un aspetto.

A Fondi c’è un gruppo di giocatori che nel corso dei mesi è cresciuto sotto la guida di Pochesci.

 Come reagirà a questa situazione?”.

 

Andrea Calce: “Da fuori non sai mai cosa succede realmente, anche se l’esperienza ed i capelli bianchi possono aiutarti a percepire le cose.

Da quello che si dice, già una decina di giorni fa Sandro aveva rassegnato le dimissioni e la società non le aveva accolte.

Ora si parla di un possibile aut-aut che il club gli avrebbe rivolto dal punto di vista dei comportamenti e di un conseguente esonero che sarebbe arrivato proprio a causa dell’allontanamento di domenica scorsa contro il Picerno, però bisognerebbe star dentro alla vicenda per parlarne con cognizione di causa.

Del resto, Sandro lo conosciamo: oltre ad essere un bravo allenatore, è anche una bravissima persona.

Quando lo prendi, sai che avrai a che fare con un uomo dal carattere forte ed a volte sopra le righe, anche se, a mio giudizio, lui negli anni è migliorato tanto sotto questo aspetto.

Io credo che l’UniCusano non abbia preso questa decisione per una questione tecnica, ma solo con la volontà di dare un segnale alla squadra”.

 

Pierluigi Vigna (allenatore Flaminia Civitacastellana): “Nello specifico non so cosa sia accaduto domenica.

Probabilmente la società, conoscendo il carattere abbastanza focoso ed irascibile del mister, avrà voluto tutelare l’aspetto formale, anche se probabilmente si aspettavano di avere qualche punto in più a questo punto del campionato.

Per il resto non saprei cos’altro aggiungere.

Parlare di cose che non si conoscono vuol dire solo chiacchierare…”.

 

Marco Guidi (direttore generale Audace SanVito Empolitana): “Di Sandro ho grossa stima perchè lo ritengo un tecnico molto preparato e che ha un peso specifico all’interno del gruppo che allena.

Purtroppo lui ha questa pecca: deve sempre fare la guerra al mondo intero.

Era così a Torbellamonaca e fu così anche a Guidonia e poi nelle esperienze successive.

A volte, ha questa tendenza di piangersi addosso e non va bene.

Poi è uno che prende fuoco facilmente.

Pochesci però è fatto così: quando è in panchina, lui incide veramente, si trasforma nel dodicesimo uomo in campo per la sua squadra.

Sandro non è passivo come altri suoi colleghi, anche bravi, lui la partita la vive.

Il problema è che poi, quando si fa cacciare, la sua squadra è come se restasse in dieci

Recentemente ho assistito alla partita tra Serpentara ed UniCusano Fondi a Genazzano ed è stato così anche quel giorno.

Dopo che l’arbitro lo ha allontanato, la sua squadra si è spenta.

A sua parziale scusante, dico che a Fondi sapevano perfettamente chi avrebbero preso, puntando su Pochesci.

In questo calcio siamo tutti carte conosciute: se ingaggi Mazzone, non puoi aspettarti da lui i comportamenti che avrebbe uno come Allegri.

Cambiare Sandro Pochesci?

Per me è impossibile.

Forse ci riuscirebbe solo se vivesse solo di calcio, ma non è così.

Comunque, se mai qualcuno ci dovesse riuscire, sono pronto a farmi monaco (ride)…”.