A cura di Giovanni Crocé
LA PUNTATA DI CALCIO D’ANGOLO DI IERI ANDRA’ IN REPLICA STASERA ALLE ORE 20:30 SUL CANALE 210 DEL DIGITALE TERRESTRE RETE ORO NEWS.
Ricordi di una puntata speciale quella appena trascorsa ieri nell’ennesimo episodio stagionale di “Calcio D’Angolo”, il nostro contenitore di approfondimento sulle tematiche della serie D e della Lega Pro. Speciali e particolari anche per le esternazioni di uno degli ospiti, il calciatore Stefano D’Agostino (classe 1992), che, premiato come miglior calciatore del girone G per il mese di gennaio 2015 dalla nostra redazione sportiva, si è espresso a tutto tondo su molte tematiche della sua vita calcistica, dai sogni futuri ai ricordi del settore giovanile (genovese che dai 13 anni fino alla Primavera ha fatto tutta la trafila nella Sampdoria), ai compagni di ventura “pallonara” di oggi e di ieri, ai complimenti per la soddisfazione nell’essere succeduto, nella nostra trasmissione, a Piro (Ostiamare) e Siclari (Lupa Castelli Romani), precedentemente insigniti del medesimo riconoscimento, una targa commemorativa per essere stati i migliori del mese appena trascorso.
RICORDI BLUCERCHIATI PARTE 1:Relativamente alla sua carriera in maglia blucerchiata, ieri sera D’Agostino ha rammentato: ” Nel settore giovanile della Samp in primavera ero coccolato da tutti, servivo assist a compagni d’attacco come Icardi e Zaza, ma sbagliavo atteggiamenti nel rapportarmi con i compagni, il mister ed i dirigenti ed è per questo che ancora non sono dove vorrei essere. Diciamo che ora, grazie alla nascita del mio maschietto, che ha 5 mesi, sono maturato, mi alleno in un certo modo, mi rapporto con tutti in modo corretto e mi concentro sui miei obiettivi in modo professionale; via, sono meno bambino”.
UNA TARGA SPECIALE, E IL BIS?: Parlando della targa ricevuta per il mese di gennaio, spiega come “mi reputo felice e so dare peso ad ogni premio ora, è sempre bello essere premiati e vedere riconosciuto del buono nel proprio lavoro, soprattutto se la targa arriva da una trasmissione competente come la vostra, visto che i compagni, sapendo che sarei venuto qua, mi hanno detto che è ancora più prestigioso perchè siete la trasmissione tv più seguita del Lazio per il calcio dilettante, vorrei sapere se è possibile vincerla due volte di seguito, ci proverò”. (E’ assolutamente possibile, ndr)
POCHESCI, BASTONE E CAROTA: Nel rapporto con mister Sandro Pochesci, da dicembre suo nuovo tecnico al Fondi, mette tanta passione e riconoscenza: “Forse si aspetta sempre tanto da me, ma non voglio dire troppo, perchè sono sceso per la prima volta in D proprio perchè dalla C volevo fare un anno che mi permettesse di rilanciare le mie ambizioni e quindi devo fare la differenza il più possibile; si è arrabbiato con me perchè vuole che giochi per la squadra, ma posso assicurargli che l’ho sempre fatto anche ad Ostia domenica, probabilmente ho solo sofferto il campo più stretto e le marcature a uomo che ormai, mi accompagneranno sempre. Comunque per la cura della fase offensiva, Pochesci è il miglior tecnico mai avuto da me e mi sta impostando soprattutto per far gol, rendendomi ancora più completo”.
LA CARICA DEI 25 (ALMENO): Parlando dei suoi traguardi a breve-medio termine dice: “Se a questo punto della stagione, a febbraio, mi avessero detto che sarei già arrivato a 17 gol ci avrei messo la firma, adesso punto almeno a 20-25 gol e pazienza se tiro i rigori, vorrà dire che punterò soprattutto a darmi da fare su azione, l’importante è arrivare ai playoff e fare la stagione perfetta, per salire subito di categoria”.
VIAREGGIO TIME: Ricordi di Samp parte 2: “Resto amico di molti che ora sono in A in pianta stabile di quella formazione primavera della Samp che mi vedeva indossare la numero 10, a partire da Kristicic, Icardi, Zaza, Rizzo, ma il rapporto migliore l’ho da sempre con Pedro Obiang, con cui mi sento tutt’ora ed è come un fratello per me. Di questi tempi ricordo che nell’ultimo dei due Tornei di Viareggio che giocammo eravamo così forti che vincemmo le due partite iniziali 5-0 e superammo anche la Roma dei vari Viviani e Florenzi, arrendendoci solo al Varese che poi arrivò in finale, restano anni bellissimi e mi spiace che i tanti cambi di dirigenza alla Samp mi abbiano penalizzato”.
COMPAGNO PALLONE: “Da giovanissimo ero casinista e scanzonato ma la passione non mi è mai mancata, io ero un bambino e ragazzo che anche quando terminava la stagione agonistica, d’estate a Genova, da luglio in poi ero sempre e comunque a giocare a calcio con gli amici e facevo almeno una partita al giorno, spesso giocavo, come molti ragazzi che vivono per il calcio, dall’una di pomeriggio fino a sera”.