Certe partite in qualunque sport, ma soprattutto nel calcio, vengono ad avere motivazioni e particolari speciali dentro di sé ancor prima di essere giocate, ancor prima del calcio d’inizio, perché dentro di loro si incrociano personaggi e destini che hanno algoritmi e storie di vita comuni, che non possono passare inosservate. Una di queste è quella di domenica pomeriggio quando sul nuovissimo manto erboso in sintetico del “Tomei” di Sora si affronteranno per la sesta giornata di andata di serie D, il Sora e la Lupa Castelli Romani. Oltre ai risvolti tecnici, infatti, sarà la prima volta del neo-d.s. sorano Iengo contro la “matricola” terribile Lupa Castelli, con cui ha vinto in modo strabiliante l’Eccellenza nel campionato scorso, una sfilza di record e successi tanto da meritare presto il soprannome ben noto di squadra di “illegali”.
Iengo, verrebbe da pensare subito che questa per lei non potrà essere una gara particolare, c’è la Lupa Castelli domenica…
La vera partita che ha dato sensazioni particolari, anche se avevamo già vinto il campionato e guadagnato sul campo la promozione in serie D è stata l’ultima del campionato scorso, perché sapevo che avrei potuto cambiare società e comunque resto legato a tantissimi personaggi che ora sono rimasti alla Lupa Castelli tanto che sarebbe ingiusto e lungo dimenticarne qualcuno. Dal presidente Virzi, al D.g. Rosato, ai giocatori, all’addetta stampa Guendalina Fortunati, al segretario Bevilacqua, davvero, abbiamo raggiunto il top insieme, la vetta, ma il problema non poteva essere nella società, era dentro di me, nelle mie motivazioni. Molti non lo hanno capito ma ribadisco che anche se alcuni mi hanno dato del matto a lasciare una “macchina” da gol, punti e successi come la Lupa Castelli, che anche ora lotterà per la Lega Pro, sono certo di aver fatto il meglio per tutti. E poi ci siamo già incontrati in coppa Italia quest’anno, quindi non sarà una prima assoluta, andrà tutto benissimo emotivamente parlando.
Dove risiede dunque il problema, perché le era impossibile far parte ancora di questa società che sta facendo così bene e lo ha fatto anche grazie al suo lavoro, Iengo?
Le motivazioni, la fame, il desiderio profondo di fare le cose in una certa maniera, al massimo possibile. Ammettere che secondo me il ciclo alla Lupa Castelli Romani era finito, perché sentivo dentro di me un certo evidente, palpabile appagamento personale, non è stato bello ed era pericolosissimo per me, oltre che sbagliato e irrispettoso verso la società, restare in società tanto per fare presenza, per dire soltanto “Io sono il D.s. della Lupa Castelli Romani”. Non mi sentivo più motivato alla stessa maniera e per paura di rovinare quanto di bello avevo costruito insieme agli altri, mi è sembrato più corretto ripartire da una nuova grande destinazione dove potessi lavorare davvero a trecentosessanta gradi su tutto. Provare nuove sensazioni sportive è il motivo principale per cui ora sono a Sora, non ci sono problemi con nessuno della attuale Lupa Castelli ed è anche ingiusto voler malignare ancora in tal senso.
Eppure il Sora ha faticato tantissimo ad iscriversi, rischiava di sparire, ed avete una rosa giovane che, seppur di belle speranze non punta certo a salire quest’anno in Lega Pro, perché proprio Sora?
Perché chi non è a Sora e tifoso del Sora non può capire quanto pesa questa maglia, quanta passione e seguito danno sempre i tifosi allo stadio e in settimana a me e ai ragazzi, noi viviamo per questo e quando arrivo sul prato del Tomei, per altro ora splendido grazie ai lavori di rifacimento con un sintetico di ultima generazione, io sento brividi positivi, uno sprone dato da mille persone che anche se ci siamo iscritti all’ultimo grazie allo sforzo della presidenza ricordano i trascorsi in C per anni ed anni del Sora e vivono con orgoglio la partita e la settimana di allenamenti, sono sempre pro Sora e mai contro, c’è una pressione positiva e la voglia di ritornare ai fasti di un tempo. Da noi l’unico bianconero che esiste è il Sora, non la Juve, non si tifa troppo convintamente nè Roma nè Lazio, prima viene il Sora, e vi ho detto tutto. In due gare casalinghe, senza avere obiettivi di “salita” in C, vi sembra possibile avere 1000 persone di media a domenica se non a Sora? E soprattutto c’è tanto da fare e lo posso fare in prima persona al cento per cento, posso occuparmi di tutto e ho una operatività totale, è una responsabilità splendida. E’ vero, alla Lupa Castelli era tutto rodato, l’anno scorso abbiamo vinto sempre ma davanti un pubblico di tifosi molto meno folto e con una rosa dove ci sono stati tanti investimenti, uno staff e un presidente come Virzi che è uno dei pochi grandi mecenati del calcio dilettantistico secondo me, farà grande calcio per 30 anni, ma qua c’è una nuova sfida da affrontare e la colgo in pieno. Purtroppo bisogna capire che anche il calcio dilettantistico non è più stabile come un tempo, tutto cambia in un amen e le società spariscono in un attimo e per me che voglio fare questo di lavoro per crescere e vivere era il meglio per ripartire, per arrivare dove voglio. Non è un caso che io sia stato 2-3 anni soltanto in ogni piazza. Non la chiamate irrequietezza, per me è tempistica, capire il momento giusto di fare le cose, capire quando andare avanti e quando invece fermarsi, quando è saggio cambiare strada perchè si è fatto il massimo credo sia solo rispettare sè stessi e la propria storia. Non mi piace forzare me stesso né nessun altro.
Ma al di là della grandezza dell’avversario che andrete ad affrontare, lei è contento della vostra classifica?
Se vai a vedere abbiamo comunque fatto un buon avvio sempre puntando su uno dei collettivi più giovani della categoria, età media tra grandi e i tanti giovani e giovanissimi di 22 anni e mezzo, se non siamo la prima saremo la seconda squadra più giovane di tutto il girone G di serie D eppure siamo con 7 punti e tanti giovani che, grazie all’esperienza anche di veterani come Bellucci potranno riprendersi dopo problemi fisici ed annate un po’ balorde e prive di soddisfazioni a livello personale, penso al portiere Valerio Frasca, un ’91 che aveva il record di imbattibilità ai tempi della Roma, al francese Soudant, che è qua da anni e ha fatto anche la lega pro, viene dal Psg, ha visto il grande calcio, o a giocatori offensivi di talento come Cruz, materiale da motivare ce n’è tanto ed è bello non buttare via la storia di una società nata nel 1907, portarla dove merita è il mio sogno, un giorno.
Adesso tutti si ricordano di Sora risalendo alla provenienza del terzino Davide Zappacosta, ora all’Atalanta dopo il prestito all’Avellino, titolare anche in nazionale under 21, era tanto che non arrivava un sorano doc in A…
E’ vero, lui è un prodigio del ’92 che è cresciuto qua ma per il settore giovanile del Sora c’è un discorso a parte visto che noi quello, interamente, lo abbiamo dato in gestione a persone competenti, io e il mio staff ci occupiamo solo della prima squadra, anche se seguiamo anche il percorso di tutte le giovanili, dopo il fallimento del Sora nel 2005, per i giovani ci sono forse tempi anche un po’ più lunghi per tornare a vedere gente come Giubilato, Michele Marcolini, Luiso, Giannichedda ed altri venire “sfornati” con continuità dal vivaio del Sora o comunque arrivare ai livelli in cui tanti come in passato vestiranno questa maglia fin da giovani, arrivando al grandissimo calcio.