SERIE D: LUPA CASTELLI, ALLA SCOPERTA DI RICCARDO TASSI, IL (GRANDE) PORTIERE CHE FU DIFENSORE

SERIE D: LUPA CASTELLI, ALLA SCOPERTA DI RICCARDO TASSI, IL (GRANDE) PORTIERE CHE FU DIFENSORE

A cura di Giovanni Crocé

 

RICCARDO TASSI PORTIERE LUPA CR

Riccardo Tassi, un passato da grande talento della porta della Roma, con esordio sotto età in Primavera, ma come va al primo anno in D?

Devo dire che non potrebbe andare meglio di così perchè c’è stima da parte di tutti, nessuno mi regala nulla perchè c’è grande competizione in settimana con un altro gran numero 1 come il mio quasi coetaneo Tiziano Scarfagna (94′ ex Lazio Primavera, Tassi è del ’95) e si lotta per vincere dichiaratamente il campionato. Meglio di così dopo la durissima annata per l’infortunio a Rieti, dove mi ruppi un legamento alla prima giornata, non potevo pretendere, sono salito di categoria e lotto come ai tempi di Trigoria per vincere subito, ma mi gasa la stima di trentenni di qualità come quelli che ci sono nel nostro spogliatoio, io guardo molto all’aspetto umano, non sono uno che lo fa passare in secondo piano.

Ecco, l’annata di Rieti, ancora il patron Fedeli è un po’ “arrabbiato” per aver chiesto d’andar via, dopo che eri stato fuori così tanto…

Lo posso capire ma lo ringrazio delle poche partite che comunque ho potuto fare a fine campionato col Rieti, anche però prendendomi, ve l’assicuro, più di qualche rischio di ricadute fisiche, perchè ancora non ero guarito al cento per cento, ma avevo troppa “fame” di campo e di far vedere a tutti anche in chiave mercato, che ero ristabilito quantomeno per fare clinicamente un ritiro precampionato come si conviene, e ringrazio la presidenza della Lupa Castelli, perchè se uno come Patron Virzi m’ha voluto con così tanta forza, e lui vi garantisco che vuole sempre vincere, allora ho capito che dovevo accettare la corte della Lupa. Anche perchè fino a prova contraria, quando ho chiesto di poter cambiare squadra al Rieti, loro erano ancora in Eccellenza, e non mi hanno detto di no anche per quel motivo.

Eppure questa regola degli under ora è valida, ma se un portiere in particolare non si sbriga a mostrare le sue qualità, poi viene messo da parte…

E’ la lotteria di questa regola che a me non piace neppure ora che gioco io sono sincero, perchè anche se ho 19 anni sono del partito che se si trova uno più bravo di me, deve giocare chi merita a prescindere da avere 20 o 30 anni. Oltretutto però non ti nascondo che è anche uno stimolo, nel senso che io voglio andare in C con la Lupa, ma ho fretta e desiderio di andarci il prima possibile ad ogni costo, quindi per non pormi problemi, sarei onorato di farla con la maglia di chi ha creduto in me per vincere il campionato dopo una annata tribolata. Oltretutto venendo di nuovo a Roma, ho potuto curare del tutto quel problema, cosa che stando a Rieti e non vicino casa non mi era possibile fare con la dovuta accortezza.

Ti sorprende più che voi siate secondi o che l’Ostiamare abbia fatto un punto più di voi?

Onestamente nè l’uno nè l’altro, perchè anche se è un girone nuovo per me, se tutti parlano bene dell’Ostiamare, ci sarà un motivo, e neppure noi era scontato che facessimo per forza subito bene nonostante le attese e il mercato fatto, basta vedere le difficoltà di altre corazzate come Olbia e Viterbese per capire che questo campionato è davvero un’altra storia rispetto all’Eccellenza o al settore giovanile anche di Roma o Lazio e sono felicissimo di aver risposto così bene per ora alla fiducia concessami, non lo davo per scontato.

Il ballottaggio con Scarfagna per ora l’hai vinto numericamente tu, 10 presenze a 2…

Si ma si fa presto a tornare dietro con uno che difendeva i pali della Lazio fino a poco tempo fa, quindi la dirigenza l’ha studiata benissimo la cosa: non andremo mai sicuri del posto perchè ci stimiamo tecnicamente ed umanamente e sappiamo che se uno cala, il posto è suo ed il giudizio è imparziale, soprattutto se devi scegliere un portiere per vincere un campionato.

A volte non basta neppure vincerlo il campionato, perchè Di Loreti lo ha fatto con la Lupa ma è dovuto ripartire dal Terracina…

Infatti so che poi le scelte societarie più si sale e più si vuole andare sul sicuro, ma il mio obiettivo vi ho detto, è andare in C con la Lupa Castelli o fare così bene, che anche il presidente Virzi sia felice di cedermi perchè mi sarò meritato una squadra professionistica. Se andrò via vorrei che fosse con ricordi splendidi per me e per tutti, ma ancora dopo 8 partite è presto per parlare.

Esatto, l’Anziolavinio sabato in anticipo il primo novembre è il classico testa coda complicato…

Va detto che noi siamo partiti forte perchè rispettiamo tutti e pensiamo che tutti possano metterci in difficoltà quindi se ci battono sarà solo perchè sono stati più affamati di noi. Però la vittoria di Terracina vi fa capire che noi non vogliamo morire mai, e se ci faranno gol, anzi, ci caricheremo di più.

E tra compagni e dirigenti chi ti ha stupito finora in positivo?

Come ti dicevo prima io valuto umanamente prima che calcisticamente e la serietà di Baylon e Galluzzo o Mancini, mi fa capire che se ami quello che fai devi avere una certa professionalità e rispetto dei colori che porti e dell’avversario, poi arriva eventualmente tutto il resto, ma almeno in queste categorie, bisogna fare in modo di essere prima grandi uomini e conseguentemente più persone vedranno anche i lati calcistici.

E tu sei stato sempre uno di quelli col mito del numero 1, fisso in porta?

Assolutamente no, io fino ai 12-13 anni ero difensore, solo che picchiavo troppo, ero irruento e probabilmente non ero neanche un fenomeno, io ho fatto tutta la trafila vicino casa, alla Nuova Tor Tre Teste. E un bel giorno, uno dei grandi tecnici di quella fucina di talenti che è la “Tor Tre”, Gattanella, uno che ancora sta in società, mi vide un pomeriggio e mi disse, un giorno che avevamo un prestigioso torneo amichevole credo con la Fiorentina: “Riccardo, perchè non provi a metterti i guanti e fai un tempo in porta?” Come si dice, avevo l’istinto da portiere ma non lo avevo mai preso sul serio, lo facevo solo per “fare casino” e svagarmi a fine allenamento, come goliardia. Eppure Gattanella ha avuto l’occhio lungo tanto che da difensore mi ha messo là e come si usa dire “non sono più uscito dalla porta” e l’anno dopo andai alla Roma con cui sono stato fino a due campionati fa, facendo tutta la trafila fino a giocare sotto età in Primavera. Poi i giallorossi hanno fatto altre scelte, ma se arriverò nei professionisti, quel tecnico che ancora vedo al campo, di tanto in tanto, merita un posto di riguardo nella mia vita perchè mi ha allungato la carriera, forse, cambiandola del tutto.

Idoli calcistici di Riccardo Tassi nel ruolo…

Non essendo un gigante, i portieri dall’altezza “umana”, Casillas e Julio Cesar, anche se due bestie come Handanovic e Neuer per me sono il top nel ruolo, sono troppo forti in tutto per non essere ammirati come il meglio del meglio, e ovviamente Buffon.

Il personaggio del vostro spogliatoio di cui si parla poco ma per te è fondamentale…

La butto sul concreto e dico il nostro magico magazziniere Dino, credo sia giusto che per una volta si parli di lui, perchè ragazzi, uno che arriva sempre al campo tutti i giorni alle 9 col sorriso sulle labbra, mai un muso lungo, e ha la professionalità e la disponibilità per qualsiasi cosa come i grandi magazzinieri che avevo alla Roma, a Trigoria, per me è un valore aggiunto e un esempio. Fa tutto da solo, lava, piega, fa trovare le mute pronte per l’allenamento e molto altro ancora. E’ un esempio di abnegazione da seguire quando ci sentiamo arrabbiati per quelle piccole cose della vita quotidiana o dell’allenamento che davvero contano nulla, facendoci capire che prima o poi il lavoro paga e rende felici.

Studente modello o ripetente causa pallone?

No, tutto ok, sono stato sempre nella media, ho finito di diplomarmi l’anno passato in regola, e anche se ora non studio in università non nego che un domani mi piacerebbe, ma magari sarà più bello dopo, se riuscirò a dare una svolta alla mia carriera arrivando nel professionismo.

Tra te e Bertoldi, con cui sei cresciuto alla Tor Tre Teste, chi vince in allenamento, lui coi gol o tu nelle parate?

Mah, lui per me è un fratello, quindi dico che fin dai tempi della Tor Tre Teste, da bambini, era una bella lotta, lui è fortissimo e anche molto disponibile al sacrificio, quindi pari e patta, è una bella gatta da pelare. Ora gioca meno del previsto, ma so che arriverà lontano anche lui, perchè lo merita.