A cura di Matteo Lanzi
Foto: Corriere di Rieti
I sogni, si sa, son desideri. Se vengono accompagnati, però, da concretezza, sacrificio e lungimiranza possono diventare reali. E’ il caso del borgo di Amatrice, che sta vivendo quest’anno la sua prima stagione in Eccellenza con il nome di SSA Rieti. Che stagione, ci sarebbe da aggiungere: prima in classifica insieme al Pomezia ed alla W3 Maccarese, avversaria di domenica prossima. Sfida avvincente ma da vincere, come conferma il Presidente della società reatina Tito Capriccioli.
Presidente, facciamo un passo indietro. Qualche mese fa conquistavate l’Eccellenza per la prima volta nella vostra storia. A ripensarci oggi che emozioni provi?
“L’emozione di essere stati gli unici a farlo ad Amatrice, siamo un unicum. Quando sei il primo a fare qualcosa verrai ricordato per sempre, nulla lo potrà cancellare“.
Il salto in Eccellenza vi ha avvicinato alla vicina Rieti, sia nel nome sia nel campo dove ora giocate.
“Il nome è cambiato, ma è rimasta la dicitura SSA a ricordare a tutti che noi siamo di Amatrice. Era necessario avvicinarsi ad una realtà come Rieti per poter continuare a competere a questi livelli, per una serie di ragioni“.
Quali?
“Per primo c’è la questione del campo: quello di Amatrice ha una capienza di 99 posti e non è omologabile per l’Eccellenza, se non per una sola stagione e in deroga. Situazione non adatta a quelle che sono le ambizioni della società. Ora stiamo giocando al “Green Park” ma tutti sanno che da mesi abbiamo fatto richiesta di poter utilizzare il Manlio Scopigno, possibilità che ci è stata accordata solamente nelle prime giornate. In questi giorni il Comune ci ha confermato che potremo tornare a giocare in quello stadio solo dal 20 febbraio, quindi non in tempo per il big-match di domenica, nonostante avessimo fatto richiesta di poter anticipare i tempi. Dispiace, ma quando si va a lottare con questa burocrazia è difficile uscirne vincitori“.
Domenica ci sarà un big-match, ma una vittoria importante l’avete ottenuta anche nello scorso turno.
“Fare 5 gol al Civitavecchia non è facile, ma penso sia stato un successo meritato. Credo che il parziale sia stato però troppo severo per quanto messo in campo dagli avversari“.
Contro la W3 Maccarese che partita si aspetta?
“Mi aspetto di vincere“.
Una risposta decisa, che rispecchia le vostre ambizioni. Si punta chiaramente alla Serie D…
“Faremo di tutto per arrivarci“.
Anche il mercato è andato in quella direzione…
“Abbiamo investito in maniera adeguata nei ruoli dove si riteneva, anche per gli infortuni avuti, che avessimo bisogno di qualche ritocco“.
Poi da quando è arrivato Aldo Gardini in panchina sono arrivate solo vittorie.
“Mi avevano parlato molto bene di Aldo Gardini, un tecnico abituato esclusivamente alla Serie D, e del suo vice, ma certamente questo filotto di vittorie è stato inaspettato anche per me“.
Il vostro progetto si ferma alla Serie D?
“Assolutamente no. Se andremo in Serie D si allestirà una rosa adeguata a ben figurare nella categoria“.
Quindi si punterebbe di nuovo a vincere?
“Non avrebbe senso avere un progetto che si fermi lì“.
Attirando ancor di più l’interesse del territorio su di voi…
“Finché eravamo presenti solo ad Amatrice il seguito è stato esiguo, per ovvi motivi: ad Amatrice ci sono 1000 abitanti appena, non è facile avere un gran tifo. Lo spostamento a Rieti è stato motivato anche dalla volontà di diventare un polo attrattivo per tutto il territorio“.
Spiegati meglio.
“A noi non piace l’idea di partire da un borgo di provincia per poi arrivare a giocare a centinaia di kilometri di distanza, delocalizzando la società e i suoi tesserati, obbligandoli a spostarsi o ad abbandonarci. Noi vogliamo rimanere qui, magari proprio tornando ad Amatrice. Vogliamo fare calcio e farlo bene per tutto il territorio, mirando ad uno sviluppo sociale e sportivo che interessi i ragazzi di tutta la provincia. Il mio desidero è che non siano più i nostri ragazzi ad andare nelle grandi città per giocare ad alti livelli ma che invece avvenga il percorso inverso“.
Puntando anche sullo sviluppo del settore giovanile.
“Al momento abbiamo anche qualche gruppo della scuola calcio e poco altro. Ovviamente vogliamo sviluppare il settore agonistico, ma serve essere appetibili anche per ragazzi del territorio, che inizino magari a preferire una Juniores Nazionale qui da noi che a centinaia di kilometri di distanza“.
SSA Rieti come terzo club del Lazio?
“Magari un giorno…”
Ambizioso ma con una visione lucida chiara. Improntata ad uno sviluppo collettivo, che faccia bene alla società così come ad un territorio troppo spesso dimenticato dall’elite del grande calcio regionale.