a cura di VALERIO D’EPIFANIO
Accendi la tv, vedi che Schelotto gioca con la maglia dell’Inter in Serie A e ti chiedi: come possono esserci 5 categorie di differenza tra il calciatore argentino e Stefano Iannotti? La domanda resta lì, senza una risposta perché onestamente vederlo giocare in Promozione lascia perplessi.
Un giocatore in grado di fare la differenza con le sue giocate, un calciatore che tecnicamente ha ben poco da invidiare e che nella sua carriera ha segnato molto e fatto segnare ancor di più. Un personaggio molto conosciuto a livello regionale che ha sempre fatto discutere, Stefano Iannotti si confessa come forse mai aveva fatto parlando di tante squadre e di tante persone che ha incontrato in questi anni di calcio giocato nella speranza che un giorno possa approdare al professionismo dalla porta principale.
“Il mio sogno nel cassetto? Arrivare tra i professionisti da allenatore, visto che non ci sono andato da calciatore”. Un obiettivo assolutamente raggiungibile per uno come lui che ha dato tanto a questo mondo e che vorrebbe finalmente ricevere i frutti di quanto seminato. Un infortunio avuto nell’ultima sfida vinta contro la Castrense lo ha messo ai box e allora non c’era momento migliore per decidere di intervistarlo: 10 domande dirette per approfondire tanti argomenti mai trattati in precedenza.
1) Buongiorno Stefano: partiamo dallo Iannotti uomo. Come ti giudichi tu personalmente a livello umano? Quali pensi siano i tuoi pregi e i tuoi difetti?
“Buongiorno Valerio, sinceramente credo di essere una grande persona. Il mio pregio credo sia il fatto di essere sempre molto schietto e sincero con tutti. Questo é forse anche il mio difetto”.
2) Hai girato tante squadre in questi anni e hai segnato anche molte reti nonostante tu non sia un attaccante: quale società ti ha fatto l’impressione migliore e in quale formazione invece non torneresti?
“Credo che Anziolavinio e Ciampino siano le società dove mi sono trovato meglio mentre devo dirti con tutta sincerità che al Lariano se tornassi indietro non ci andrei mai”.
3) Parlando d’Eccellenza il Nuova Santa Maria delle Mole è ad un passo dal vincere il girone A d’Eccellenza: tu che hai giocato lì cosa pensi dei tifosi e cosa pensi di questo traguardo della doppia promozione consecutiva?
“Non vorrei gufargliela ma spero vivamente che vincano il campionato, rappresentano una società favolosa. Ti lasciano tranquillo, hanno un direttore sportivo competente al massimo per poi non parlare dei tifosi che io conosco molto bene, fantastici, forse sono il valore aggiunto. Vi rivelo un segreto: a dicembre potevo firmare lì, ma non ho trovato l’accordo economico”.
4) Altra società in cui sei stato è il San Cesareo: che ricordi hai e come commenti la possibilità di affacciarsi in modo così diretto al professionismo?
“Sono stato poco a San Cesareo, avrei preferito starci di più ovviamente ma sappiamo tutti come é andata. Sarò sincero anche questa volta e ti dico che mi e’ dispiaciuto molto andarmene”.
5) Dalle note positive alle note dolenti: il Lariano Velletri naviga in acque molto complicate quest’anno. Cosa è mancato secondo te in questa stagione e dall’esterno come giudichi il comportamento della società?
“Mi dispiace molto per la gente e per i giocatori ma per la società sono contentissimo: gli auguro una retrocessione diretta”.
6) Parliamo di allenatori: quale è stato nella tua carriera il tecnico a cui ti senti più grato e quello con cui non sei riuscito ad avere un grande rapporto?
“Parlo sinceramente e ti dico che l’allenatore a cui sono più grato e’ senza dubbio Claudio Solimina, sono stato insieme a lui 3 anni e mezzo, abbiamo avuto alti e bassi pero’ resta un grande allenatore. Con Fabio Lucidi avrei preferito un rapporto migliore perché mi piaceva molto come lavorava in settimana. Il problema credo sia stato che non ci siamo capiti, forse…”
7) Tra le tue vecchie esperienze hai avuto modo di conoscere anche l’Albalonga e il presidente Camerini: un tuo commento su di lui e sulla situazione che da anni vive Albano…
“Bruno Camerini é un presidente passionale e di me diceva che ero l’esterno più forte che aveva avuto in 25 anni di presidenza. Purtroppo quell’anno siamo arrivati terzi dopo il Fidene e l’Anziolavinio ma obiettivamente non avevamo una super squadra, eravamo contati”.
8) In carriera hai segnato molti gol: sai dirci il numero esatto e una rete che ricordi in particolar modo perché ha avuto un valore speciale per te?
“Ne ho segnati più di 100 sicuro, il più bello é senza dubbio un gol realizzato in Ciampino-Budoni finita 3-2: una rete da 30 metri ad un grande portiere come Corsi, anche se poi purtroppo uscimmo al ritorno”.
9) Quest’anno hai segnato 15 gol tra Grifone Monteverde e Sorianese: dove ti vedi l’anno prossimo? Hai già avuto contatti?
“Sono in totale 18 stagionali considerando anche i 3 segnati in Coppa Italia. Per ora non ho avuto ancora nessun contatto, speriamo di salire di categoria con la Sorianese per rimanere al 99,9% dove sono”.
10) Chi è stato il miglior attaccante che hai avuto in squadra, il miglior difensore contro cui hai giocato, il tecnico che avresti voluto avere ma che non hai mai avuto, il miglior direttore sportivo avuto in carriera e il presidente a cui sei rimasto più legato in questi anni?
“Turazza e Antonelli li metto sullo stesso piano, entrambi devastanti, D’Alessio il difensore, Carlo Lanza l’allenatore che avrei voluto anche se so che si faticava moltissimo, il migliore direttore Fabio Iengo, il presidente senza alcun dubbio Franco Rizzaro, di un’altra categoria”.