VIGOR DA URLO, IL TOR DI QUINTO E’ AL TAPPETO ED I BLAUGRANA IN FINALE!

VIGOR DA URLO, IL TOR DI QUINTO E’ AL TAPPETO ED I BLAUGRANA IN FINALE!

Di Alessandro Bastianelli.

JUNIORES ELITE : VIGOR PERCONTI – TOR DI QUINTO 2 – 0

VIGOR PERCONTI (4-2-3-1): Pedulla (26’st Felici); Di Paolo, Moro (40’st Castellini), Lisari, Pasqui; Barbini, Iemma; Cremolini, Igliozzi (23’st Innocenti), Amici; Bonaventura (30’st Sciannandrone). A disp. : Usai, Perozzi, Onorati. All. : Francesco Bellinati.

TOR DI QUINTO (4-2-3-1): Somma; Staffa (2’st Musumeci), Scriva (26’st Amadei), Porfiri, Verzari; N’Dah, Corsetti (26’st Teruzzi); Nicolucci (38’st Giulitti), Penge, Tomaselli; Di Girolamo. A disp. : Picca, Misuraca, Thioune. All. : Valentino Vergari.

ARBITRO: Nana Tchato di Aprilia. ASSISTENTI: Petrini di Rieti e Pantano di Frosinone.

MARCATORI: 18’pt Lisari, 26’pt Amici.

NOTE: 2′ e 6′  di recupero; ammoniti Bonaventura, Castellini, Verzari, Di Girolamo, Penge.

Ci sono appuntamenti che senti ti appartengano come il sangue nelle vene, giornate vissute dopo un’attesa che ti corrode dentro, ti sfianca i nervi, ma non così tanto da impedirti di sfoggiare una personalità e una maturità fuori dal comune.

Parliamo della testa della Vigor Perconti, quella dei suoi ragazzi e del suo allenatore, persone che hanno vinto tanto, ma anche singhiozzato silenziosamente, al riparo dalle telecamere con cui settimanalmente fanno i conti e che oggi, sabato 25 Aprile, li hanno immortalati trionfare in una sfida unica nel nostro panorama.

Al Tor Di Quinto, che pur di finali ne ha vinte tante, manca forse questo, l’abitudine, la familiarità con il contesto più impervio di tutti. Ce l’aveva, il Tor Di Quinto, l’anima forgiata dai successi e dai rimpianti, dalle gioie e dai dolori che solo il calcio ti sa dare.

Aveva anche Paolo Testa, ed ora che il comandante ha abbandonato la terra si è dovuto ricominciare da capo; per questo la sconfitta di oggi non rappresenta un punto di arrivo, neanche un punto di partenza, ma di ri-partenza verso quel contesto che il Tor Di Quinto vuole tornare a vivere.

L’aggressività, la compattezza e la lucidità messa in campo dalla Vigor Perconti nelle prime battute suona come l’urlo di un’imboscata saracena. Il Tor Di Quinto è atterrito, attende e prova a reagire stringendosi attorno ai propri uomini migliori, lasciandosi scottare dal possesso palla dei blaugrana e dai piazzati di Igliozzi.

Uno lascerà il segno. E’ il 18′, l’ex Grifone Monteverde calcia defilato dalla destra, nel nugolo di maglie sbuca il testone di Lisari, che vola in cielo portando con sé i propri compagni con un urlo.

Il Tor Di Quinto deve inseguire, dovrebbe anche ritrovare il temperamento che l’ha contraddistinta quest’anno, anche se con avversari meno probanti.

Non c’è neanche il tempo di farlo, perchè, se Somma si salva in qualche modo aiutandosi con il palo sul tap in di Bonaventura (20′), la Vigor timbrerà a breve per la seconda volta il cartellino.

Anche stavolta c’è lo zampino di chi quella finale così desiderata l’ha già vinta. Matteo Moro, cuore Vigor anche lui, sa di essere l’uomo in più lì sulla sinistra, gli serve soltanto lo spazio per accendersi per trovare il fondo e scodellare il pallone al centro, dove puntuale arriva l’inserimento di Amici, un gioco da ragazzi anche per lui che quest’aria così rarefatta la respira da tanto.

Occorre svegliarsi, ed anche al più presto se si vuole tener lontano il pericolo di una figuraccia nella categoria più amata dal presidente Testa.

Sarà scattato qualcosa nella testa dei rossoblu, perchè l’ultimo quarto d’ora mette in mostra gli attributi che sono mancati nell’approccio degli ospiti. N’Dah si mette al centro del gioco, offrendo ripartenze e sponde interessanti.

La prima, al 32‘ su invito di Scriva dalla sinistra, metterebbe anche Di Girolamo davanti allo specchio blaugrana, Pedulla sembra battuto ma il bomber rossoblu si perde sul più bello.

Nel momento peggiore della Vigor ci vorrebbe anche un po’ di fortuna. N’Dah trova la rete, ma in evidente fuorigioco al 37′; Tomaselli scopre invece di avere un gatto di fronte, tale Pedulla, che gli strozza l’urlo in gola sulla conclusione da due passi, a cui il furetto era giunto su splendido invito di Nicolucci (40′).

La traversa presa dallo stesso capitano rossoblu al 45′ , sugli sviluppi di un’azion elaborata, è un’altra mazzata per il Tor Di Quinto, che entra negli spogliatoi a pezzi e ne riesce forse demotivato, perchè ancora priva del temperamento che serve a vincere queste partite.

La ripresa vive di ritmi più bassi, ma la pressione sale subito a mille quando Moro, in acrobazia, nega la gioia del gol a N’Dah (10′), che pur l’avrebbe meritata per la presenza, il carisma ed il fantastico inserimento su sponda di Di Girolamo.

Nel finale si gioca poco, complice il caldo, Nicolucci non riesce ad ingranare, nonostante il grande impegno, Tomaselli è impreciso su calcio di punizione (41′), mentre Sciannandrone si divora un’occasione colossale per arrotondare il punteggio.

Era comunque tardi, ormai, per dare un’altra impronta al match. Vince la Vigor Perconti, che per il quarto anno di seguito guadagna la finale regionale.

Piange il Tor Di Quinto, si commuove Valentino Vergari ripensando, a fine gara, a tutti i momenti di questa annata, che sembrava essere buona per poter ritrovare quel posto al centro del villaggio del calcio laziale perso anni fa, ma rimasto onnipresente nella mente dei dirigenti del Tor Di Quinto.

Perchè i sentieri interrotti sono lì per essere ricostruiti, sulla scia dei grandi del passato, con lo sguardo rivolto al futuro come oggi, sicuramente, l’avrà indirizzato il bravo allenatore della Juniores rossoblu.

La strada intrapresa è quella giusta, ma i grandi successi si costruiscono attraverso i dolori più grandi, sportivamente parlando. Le stesse che la Vigor Perconti, proprio di fronte al Tor Di Quinto di Testa, ha patito e provato sulla propria pelle.

Il Tor Di Quinto dovrà ripartire da qui, mentre la Vigor Perconti si gode una finale conquistata meritatamente, guadagnata grazie ad una fantastica mezz’ora iniziale e una capacità di gestione degna di una prima squadra. Una capacità maturata in tanti anni e che ha soltanto ’90 per venire a galla, questo è l’aspetto più bello e crudele del calcio, un ossimoro del quale tutti noi siamo schiavi.

Gli spiriti che aleggiano al di sopra del calcio hanno scritto per noi i nomi di Vigor Perconti e Tor Tre Teste, hanno rimesso a confronto Bellinati con Fabi dopo tre anni dal successo dei rossoblu nella finale Allievi. Mercoledì la resa dei conti, il tempo di far passare quattro, lunghissimi giorni.