Vigor Perconti, Carnevali e l’elisir di lunga vita: “Il segreto è giocare con il sorriso sulle labbra. Vi spiego perchè i più giovani mi adorano…”

Vigor Perconti, Carnevali e l’elisir di lunga vita: “Il segreto è giocare con il sorriso sulle labbra. Vi spiego perchè i più giovani mi adorano…”

Racchiudere uno come Carnevali in una definizione è letteralmente impossibile.

D’altronde, la sua vita calcistica è come se fosse spaccata in due tronconi: c’è il Tiziano professionista, quello che ha assommato oltre duecento gettoni di presenza tra i professionisti e che viene ancora ricordato con affetto e riconoscenza nelle piazze in cui ha soggiornato, e c’è il Tiziano che ad un certo punto è sceso tra i dilettanti e che, stagione dopo stagione, si è guadagnato il rispetto di compagni ed avversari.

La radice del tutto affonda forse nella sua capacità di essere professionista nei comportamenti, mantenendo però sempre quella voglia di non prendersi mai sul serio.

Pur essendo uno di quelli che il proprio curriculum potrebbe legittimamente portarselo ogni giorno in tasca per esibirlo a compagni di squadra che, anagrafe alla mano, potrebbero anche essere suoi figli, Carnevali non si è mai posto in una condizione di privilegio al cospetto dei più giovani.

Con loro ride e scherza (in qualche caso subisce addirittura i loro scherzi, ndr), non mancando peraltro di fare dannatamente sul serio quando c’è da tirare la carretta.

A quarant’anni suonati, Tiziano Carnevali è senza ombra di dubbio uno dei segreti dello splendido inizio di stagione della Vigor Perconti di Francesco Bellinati nel Girone B di Eccellenza.

 

Nonostante l’età, sei in una condizione invidiabile.

Sei come il vino: più invecchi e più migliori…

“E’ vero, l’unico problema è la pancetta, quella non riesco proprio a smaltirla.

Ho questo fisico da bottiglione (testuale, ndr), ma ancora mi diverto e questo è determinante.

Nel momento in cui non avessi più voglia di andare ad allenarmi alle sette di sera come facciamo qui alla Vigor e tornare a casa alle nove e mezzo passate smetterei all’istante…”.

carnevali vigor perconti

Esiste un elisir di lunga vita calcistica?

“Quando ero nelle giovanili della Roma, il grande e compianto mister Aldo Maldera ci diceva sempre: “Ragazzi, ricordatevi che a calcio si può giocare fino al giorno in cui non vi si gonfiano la testa ed i piedi”.

Quel giorno per me non è ancora arrivato, anche se sono pieno di acciacchi ed è sempre più difficile tenere il passo di gente più giovane.

Vedi, pur essendo un lavoro, per me il calcio è sempre stato soprattutto un gioco.

Non sono mai stato un soldatino, l’ho sempre interpretato con il sorriso sulle labbra ed ho fatto dello spogliatoio la mia seconda casa”.

A proposito di spogliatoio, cosa ti passa per la testa quando entri in quello del Centro Sportivo Vigor e ti trovi di fronte ragazzi che, in alcuni casi, hanno oltre vent’anni meno di te?

“Il primo pensiero che faccio è che ormai sono proprio un vecchietto, poi però cerco di far capire loro che per arrivare a certi livelli non serve moltissimo.

Intendiamoci, nel calcio le rinunce vanno fatte, ma devono essere abbinate all’umiltà, alla voglia di sacrificarsi ed al desiderio di vivere pienamente la realtà in cui si gioca.

A me è sempre piaciuto arrivare al campo un’ora e mezzo prima degli allenamenti e magari trattenermi anche più a lungo quando abbiamo finito, voglio essere da esempio perchè penso che cose come questa poi ti facciano dare quel qualcosina in più la domenica in partita.

Io di compagni di squadra forti fino al giovedì ne ho visti tanti, poi però in quei novanta minuti la musica cambia.

Devo dire che qui alla Vigor Perconti ne ho trovati tanti di ragazzi con la mentalità giusta e credo sia merito di questo club.

Per me abbiamo i migliori giovani del campionato, fermo restando che cinque o sei anni fa, per il livello medio che aveva il Campionato di Eccellenza, questi stessi giovani probabilmente avrebbero fatto fatica.

Ma erano tempi diversi…”.

tiziano carnevali vigor perconti

Tiziano, tu hai un pedigree calcistico che in pochi nel nostro ambiente possono vantare, eppure hai sempre avuto un atteggiamento umile, scanzonato con tutti.

Il calcio è davvero solo una questione di testa?

“Quello è un fattore primario.

Se non l’avessi avuta, avrei già smesso con tutti questi ragazzini che mi corrono accanto in partita.

Alla mia età non puoi permetterti errori: devi dimostrare giorno dopo giorno di poterci ancora stare sul terreno di gioco.

Il discorso è sempre lo stesso: l’allenamento è fondamentale, guai a sentirsi i più forti a prescindere ed allenarsi al di sotto delle proprie possibilità.

Solo un calciatore poteva permettersi di farlo: indossava la numero 10 e si chiamava Diego Armando Maradona”.

Domenica andrete a Pomezia: ad inizio stagione te lo saresti aspettato che, dopo nove giornate, sareste stati un punto sopra ad una squadra costruita per vincere?

“All’inizio del campionato le cose per noi non andavano benissimo.

Non giocavamo male, eppure non riuscivamo a raccogliere punti.

Ne abbiamo parlato con mister Bellinati ed abbiamo compreso che bisognava dar tempo alla squadra di calarsi nella categoria.

FRANCESCO BELLINATI

Lo ripeto: abbiamo gente di qualità, però c’era chi aveva giocato solo in Promozione o con la Juniores, quindi serviva tempo.

Adesso i ragazzi hanno acquisito entusiasmo ed in partita fanno anche giocate che prima non provavano neppure per timore di sbagliare.

Io la nostra classifica me l’aspettavo così, mentre non pensavo che il Pomezia potesse avere un punto meno di noi.

Il calcio però non lo fai con le figurine, serve altro.

Per me comunque loro restano insieme al Sora i favoriti del torneo: il campionato è ancora lungo, vedrete che a dicembre avranno la capacità economica di aggiustare le cose che non vanno”.

Venite da sei risultati utili consecutivi e nelle scorse settimane avete messo alle corde anche squadre come Sora e Morolo.

Qual è il segreto di questa Vigor Perconti?

“Abbiamo una buona squadra ed un tecnico che la fa giocare bene.

Di ragazzi in gamba ne abbiamo tanti e con tutti ho un bel rapporto.

I tempi cambiano: quando ero giovane io, se nello spogliatoio mi azzardavo a dire una parola volavano le pizze.

Oggi questi mi mettono in mezzo: pensa che mi fanno anche i video e le foto quando mi addormento sul pullman di ritorno da una trasferta (ride).

Sto bene con questi ragazzi, mi adorano, anche se non nascondo che un paio di persone mi mancano…”.

citro team nuova florida

A chi ti riferisci?

“A Giordano Moroncelli e ad Enrico Citro: per me sono due fratelli, abbiamo condiviso troppo insieme e vorrei averli qui con me.

Peraltro, a Citro auguro di sfatare un tabù in questa stagione…

Quale?

Beh, lui ha vinto solo quando ha giocato con me.

Il Team Nuova Florida è avvisato (ride)…”.

 

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