Villafranca-Ladispoli, la vigilia di Cardella tra scaramanzia e gol: “Altre due reti e butto gli scarpini…”

Villafranca-Ladispoli, la vigilia di Cardella tra scaramanzia e gol: “Altre due reti e butto gli scarpini…”

La meravigliosa stagione del Ladispoli che ha appena saltato l’ostacolo-Paterno nella durissima corsa-play off ed ora sta preparando con cura la finalissima d’andata contro il Villafranca Veronese assume le sembianze di tanti protagonisti: da quelle tirate ma gioiose di Umberto Paris, Paolo Nista e Pietro Bosco al termine della sfida di ritorno con i marsicani a quelle gaudenti dei calciatori e degli ultras rossoblu che domenica scorsa si sono miscelati dando vita a cori di dionisiaca ebbrezza.

Federico Cardella può riassumere la stagione dei tirrenici con cognizione di causa.

L’ex attaccante di Pomezia, Ostiamare e Boreale sembra aver raggiunto ormai quella maturità calcistica che ancora non aveva qualche stagione fa, quando il Castiglione puntò su di lui, facendolo esordire in C.

Miglior realizzatore della memorabile annata ladispolana, il bomber classe ’94 ne ripercorre alcune tappe, condendole con la consueta dose d’ironia.

 

Quindici reti in regular season più altre due, entrambe decisive, nei play-off: totale diciassette.

Sei scaramantico, Federico?

“Sì, tanto e neppure lo nascondo”.

Non è un difetto, tanti tuoi colleghi hanno dei rituali ben specifici prima di una partita…

“Vero, ed io non faccio eccezione”.

Quali sono i tuoi, se si possono raccontare?

“Quando scendo in campo, devo essere sempre l’ultimo della fila.

Poi entro sempre con il sinistro, che è il mio piede naturale, ed infine bacio il tatuaggio che raffigura mia nonna Teresa”.

federico cardella

Fin qui direi che è stata la tua stagione migliore.

Sei d’accordo?

“Sì, da quando faccio queste categorie è sicuramente la più bella.

Se riuscissimo ad arrivare in Serie D senza dover usufruire del ripescaggio, metteremmo la classica ciliegina sulla torta.

Grazie ai consigli dei compagni, specie di quelli più esperti, mi sento molto maturato”.

Nello specifico, sotto quale aspetto ti senti più cresciuto?

“Direi nell’essere più partecipe nel corso dei novanta minuti.

Prima facevo un’azione e poi magari sparivo dal campo per una decina di minuti.

Adesso non è più così e devo dire grazie in particolar modo a La Rosa che quasi mi telecomanda in partita…”.

la rosa ladispoli

Tra te, Bertino, La Rosa, Marvelli e Rocchi il Ladispoli possiede un grande potenziale offensivo.

Una riconosciuta qualità nei singoli, tuttavia, non sempre è garanzia di un gioco armonioso e brillante.

Voi siete riusciti ad abbinare le due cose.

“Sarò sincero, ad eccezione delle prime giornate di campionato e di una piccola flessione nel corso della stagione durante la quale ci siamo affidati un po’ troppo alla palla lunga, per il resto della stagione abbiamo giocato un calcio assurdo.

Contro le migliori abbiamo quasi sempre vinto.

Lo abbiamo fatto contro Vis Artena, Astrea ed UniPomezia e poi contro il Paterno.

Secondo me, abbiamo ampiamente dimostrato che, quando giochiamo palla a terra, non ce n’è per nessuno”.

Chi vive di calcio vive anche di emozioni.

Domenica che cosa hai provato quando sei entrato in campo ed hai visto tutta quella gente sugli spalti?

“Certe emozioni non si possono descrivere.

Quando giocavo in C, era normale vedere sei o settemila persone.

Qui in Eccellenza, a volte, fai fatica ad arrivare a duecento.

I nostri ultras?

Per noi sono fondamentali.

Il primo giorno di preparazione si presentarono al campo con i fumogeni per caricarci e chiederci di vincere il campionato.

Domenica a fine gara erano lì con noi a cantare, è stato bellissimo…”.

tifosi ladispoli

Ora si va a Villafranca di Verona.

Di nuovo la prima in trasferta, di nuovo su un campo in erba naturale…

Di nuovo Cardella?

“Mah, speriamo (ride)…

Ad un certo punto della stagione ho comprato gli scarpini nuovi ed ho promesso che li avrei buttati al raggiungimento della decima rete.

Sei le ho realizzate entro la fine del campionato ed altre due durante le semifinali.

Se ne segno un altro paio in queste ultime due sfide, raggiungo l’obiettivo”.

E li getti?

“Magari li regalo ai tifosi, ma di sicuro non li tengo (ride)…”.

So che siete un gruppo molto coeso, ma ovviamente ciascuno di voi ha le sue caratteristiche.

Ti va di fare un giochino?

“Vai, comincia”.

L’imprescindibile?

“La Rosa, è fondamentale”.

Il più rompiscatole?

“Pochi dubbi: Travaglini”.

cardella

Il più vanitoso dello spogliatoio?

“Temo di essere io…”.

Il più forte tecnicamente?

“Bertino, altrimenti si offende che non lo nomino (ride)…”.

Quello che, secondo te, ha un futuro assicurato da allenatore, quando smetterà di giocare?

“Dico ancora La Rosa”.

Federico, a Villafranca si va per gestire in vista del ritorno o per provare a fare il colpaccio come a Canistro?

“Non siamo capaci di speculare, quindi andremo lì per fare la nostra partita”.

Prima del match d’andata con i marsicani, il tuo compagno di squadra Travaglini ha dichiarato di aspettarsi due gol da parte tua.

Considerando che ne hai realizzato uno per partita contro di loro, possiamo considerarlo un pronostico azzeccato.

Stavolta ha accampato altre pretese?

“Filippo prova sempre a mettermi pressione.

Non fa che ripetermi: “Federi’, io voglio andare in Serie D, ricordatelo.

Voglio vedere quando segni…”.

festa ladispoli

E’ pazzo, ma gli voglio bene come a poche persone.

La persona che è si può riassumere in quelle corse di ottanta metri che si fa per venirci ad abbracciare quando segniamo.

Lui è questo”.

Paolo Nista ha dichiarato che, in caso di conquista della D, è pronto a tingersi di biondo il crine.

Tu vuoi fare un altro tipo di voto?

cardella ladispoli

“Al pensiero del direttore con i capelli biondi, quasi mi convinco che non sia poi questo grande affare raggiungerla (ride)…

Scherzi a parte, con i ragazzi si parlava di farci tutti un tatuaggio, forse tutti quanti lo stesso, per fissare nel tempo il ricordo di una stagione fantastica.

Prima però testa alla finale”.

 

 

 

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