Alessandri tra passato e futuro:”Monterotondo nel cuore, ma ora cerco nuovi stimoli”

Alessandri tra passato e futuro:”Monterotondo nel cuore, ma ora cerco nuovi stimoli”

Le separazioni nella vita sono sempre dure, è un classico, ed è stato così anche per Francesco Alessandri e l’Eretum Monterotondo.

Sei anni di amore e passione non si dimenticano con uno schiocco di dita, soprattutto quando rappresenti la squadra della tua città.

L’oramai ex DS eretino è però sicuro in cuor suo: “E’ solo un arrivederci“.

Da questo saluto ai colori gialloblu parte la nostra chiacchierata con Alessandri, che si concentra sul suo più recente passato e sul prossimo futuro.

Buonasera, Direttore.

Sono ormai passate tre settimane dalla tua separazione dall’Eretum Monterotondo, probabilmente il capitolo più importante della tua carriera dirigenziale.

Dire che Monterotondo ha rappresentato una casa è riduttivo, per me è una questione di cuore, c’è stato e tutt’ora c’è amore da ambo le parti: la mia porta rimane sempre aperta.

Sono arrivato a Monterotondo 6 anni fa, quando la mia famiglia, entrando in società, riportò il vero calcio nel paese. Siamo stati gli artefici della rinascita anche se la situazione, al mio arrivo, non era affatto facile: non avevamo l’impianto in gestione e lo dividevano con un’altra squadra (l’Eretum prima della fusione, ndr), la classifica non ci sorrideva e rischiavamo di perdere la categoria. Alla fine ci salvammo e dopo un paio d’anni di assestamento riguadagnammo il posto che meritavamo.

Da li le esperienze con Perrotti, Solimina e poi Gregori, fino ad arrivare a questa stagione che, per me, rappresenta un successo: una squadra molto giovane che ha saputo reagire a mille difficoltà grazie alla forza e alla compattezza del gruppo, un’avventura incredibile grazie alle capacità di Attilio Gregori, senza dubbio un valore aggiunto per tutti noi”.

Se dovessi scegliere un momento di questi sei anni, quale sceglieresti?

“E’ difficile sceglierne uno.

I momenti che porto nel cuore sono tre: la salvezza insperata con Liberati al mio primo anno, l’annata di Fabrizio Perrotti in Eccellenza, allenatore di un’altra categoria e persona dallo spessore umano unica, e la stagione che, causa Covid-19, si è interrotta lo scorso Marzo”.

Archiviata questa splendida avventura si pensa al futuro. Cosa bolle in pentola per Alessandri?

Devo essere sincero: quando ho lasciato Monterotondo ho ricevuto tantissime chiamate e tantissimi messaggi di stima, vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto. Nonostante ciò di proposte e di occasioni, al momento, ce ne sono state ben poche.

Io, però, sono sereno e tranquillo, aspetto alla finestra il momento giusto.

Cosa mi aspetto o cosa cerco?

Sicuramente non sono il tipo di persona che fa selezione di categoria, l’ importante che sia un progetto di crescita sia del club che di me stesso, voglio provare nuove avventure e nuovi stimoli per arricchirmi ancor di più dal punto di vista dell’esperienza.

C’è una persona con la quale ti piacerebbe lavorare?

“Si, mi piacerebbe lavorare con Emanuele De Lieto.

Al di là dell’amicizia che ci lega, è una persona estremamente competente, in questo calcio è difficile trovare uno come lui”.