ALESSANDRO MUSSONI: “PRONTO PER UNA NUOVA ESPERIENZA”

ALESSANDRO MUSSONI: “PRONTO PER UNA NUOVA ESPERIENZA”

a cura di Massimo Confortini

Quest’anno ha allenato gli Allievi Elite dell’Aurelio, dove è riuscito a mettere i bastoni tra le ruote a formazioni del blasone di Vigor Perconti e Ostiamare. La sua strada con la formazione del “Don Calabria” si è interrotta a pochi turni dalla fine, con la salvezza ormai ipotecata, e giunta poi senza l’ausilio dei playout. Lui è Alessandro Mussoni: lo abbiamo intervistato per saperne di più sulla stagione appena trascorsa, e quella che si profila all’orizzonte.

 

Mister, innanzitutto ti chiedo un giudizio sulla stagione appena trascorsa.

Credo si possa parlare di un buon anno. Abbiamo raggiunto risultati importante, poi chiaramente dispiace per la decisione della società, che ho rispettato come giusto che fosse, visto che ognuno è libero di prendere le decisioni che preferisce. Alla fine i ragazzi sono riusciti a salvarsi ed è questa la cosa più importante. Sento ancora molti di loro, come ho mantenuto anche i contatti con Mauro Marinelli (da qualche giorno dt del Ladispoli ndr), persona importante per me nell’avventura di quest’anno.

Il campionato Allievi  è stato vinto dal Savio. E’ l’esito più giusto per quello che hai visto?

Il campionato è stato vinto dalla squadra più blasonata del Lazio, in assoluto la n.1 per cultura e tradizione. La finale con l’Ostiamare è stata molto equilibrata, e poteva essere vinta da qualsiasi delle due squadre. Il Savio è stato bravo e fortunato ad imporsi ai rigori. Ho visto sfidarsi due grandi tecnici: Belardo è un allenatore bravo e preparato, e si vede la sua mano sulle sue squadre. Anche il lavoro di Patanella, però, è da sottolineare: il gruppo non era facile da gestire, a metà stagione erano a sette punti dai playoff, ma hanno dimostrato una grande forza, una capacità di non mollare mai, figlia del carattere del loro mister.

Ti sei fatto un’idea anche sui campionati Giovanissimi Elite e sui Fascia B?

Quello dei Giovanissimi è un campionato diverso, nel quale è più importante il lato fisico rispetto a quello tecnico. Al termine della stagione, però, la vittoria della Vigor Perconti è stata meritata, anche alla luce del campionato disputato, ma soprattutto perché questo gruppo ha perso solo con la Roma in due anni, tra Fascia B ed Elite. Se poi consideriamo tutti i problemi che i blaugrana hanno dovuto superare con questa categoria, allora ci accorgiamo del grande spessore di questo club. I campionati che hanno perso più qualità, invece, sono senz’altro i Fascia B: con l’inserimento di un girone per categoria, infatti, il livello non poteva che abbassarsi fisiologicamente.

Sei un tecnico che ha girato molto negli ultimi anni. A quali società sono legati i tuoi ricordi più positivi?

Alleno ormai da 9 anni, e posso dire che i ricordi più belli sono quelli legati a Ciampino, dove in due anni ho vinto un campionato e sfiorato il successo nel secondo. Sono molto legato alla famiglia Bianchi, che mi diede quella grande opportunità, e verso la quale nutro profonda stima e immenso rispetto. Poi ci sono altre esperienze che porto nel cuore, dove sono riuscito, insieme a chi mi è stato vicino, ad fare bene nonostante situazioni difficili da gestire. Penso ad esempio ai 7 mesi al Tanas, o all’ultima stagione a Marino. In questa circostanze ho legato molto con persone come Roberto Piras, Francesco Punzi. Altre persone che mi hanno fatto crescere sono Sandro Cuomo, quasi un secondo padre, e Mirko Granieri. Conservo un ottimo ricordo anche del Bettini. Spero di poterci tornare un giorno. Per quanto riguarda i calciatori che ho allenato, difficile fare nomi, sono tantissimi i ragazzi con cui sono ancora in contatto.

Negli ultimi anni ti ha accompagnato un’etichetta scomoda, quella di allenatore troppo “caldo”. Quanto ti ha penalizzato?

Penso non poco, probabilmente anche oltre le mie colpe: pago una situazione di qualche anno fa a Bettini, dove sicuramente ho sbagliato anche io, per inesperienza. Ma quella caduta di stile l’ho pagata, dovendo ricominciare dai Provinciali. Mi sono rimboccato le maniche e ho ricominciato a lavorare con fatica e sudore, non ricadendo più in errore. Si può sbagliare, l’importante è capirlo e cambiare registro. Il lavoro di un tecnico, però non va giudicato solo per una situazione di questo tipo, ma anche e soprattutto per altre cose, come ad esempio il lavoro sul campo. Sono un passionale, ma chi mi conosce sa che persona sono, e che non merito di vedermi ancora rinfacciato quell’episodio.

Per l’anno prossimo hai avuto già qualche contatto?

Ho avuto dei contatti, ma ancora non ho deciso quello che farò. Potrebbero esserci novità nei prossimi giorni…

Grazie mister e a presto!

Grazie a voi, ci vediamo sui campi del Beppe Viola!