ANTONINI LANCIA LA CAVESE: “IL PRESIDENTE VUOLE VINCERE, MUSICA PER LE MIE ORECCHIE…”

ANTONINI LANCIA LA CAVESE: “IL PRESIDENTE VUOLE VINCERE, MUSICA PER LE MIE ORECCHIE…”

L’addio al calcio consumatosi un anno fa proprio di questi tempi, poi il proposito di cominciare un nuovo percorso da allenatore, partendo magari dal settore giovanile, e l’improvvisa chiamata del Montecelio in Eccellenza.

La partenza lanciata, poi le crescenti difficoltà, l’esonero e la riconsegna della panchina in primavera.

Infine, la salvezza guadagnata all’ultimo assalto attraverso i play-out anche grazie al prezioso contributo dell’inseparabile amico Stefano Iannotti.

Fabrizio Antonini, pur tra mille difficoltà, la sua mission l’ha centrata.

All’esordio da tecnico in Eccellenza ha raggiunto l’obiettivo fissato dalla società e adesso è pronto a lanciarsi in una nuova e stimolante avventura.

Tornata in Promozione dopo anni di lontananza dalle categorie regionali d’elite, la rediviva Cavese ha consegnato a lui le chiavi di un progetto che aspira a mete ancor più ambite.

E mentre i tifosi dell’Ariola fremono ed illanguidiscono al ricordo di ciò che fu ed al pensiero di ciò che potrebbe tornare ad essere, noi abbiamo bussato alla porta dell’ex centrocampista del Sora.

 

Antonini, è stato un anno complesso, denso di emozioni positive e negative, ma alla fine il traguardo è stato tagliato.

Qual è il tuo bilancio?

“All’inizio non è stato semplice.

Ho vissuto sulla pelle il cambiamento dall’essere un calciatore all’essere un allenatore ed ho dovuto mettere un po’ di cose a posto.

C’è stato l’esonero, poi mi hanno richiamato.

Alla fine è andata bene, lo ritengo un anno molto positivo, considerando anche un altro aspetto…”.

Quale?

“L’estate scorsa a tutto pensavo tranne che trovare una panchina.

Anche oggi mi guardo intorno e vedo tanti allenatori bravi a spasso e tanti altri che portano sponsor che hanno vita facile da questo punto di vista.

In questo ambiente dovrebbero cambiare tante cose…”.

Sotto quale aspetto ti senti maturato dopo il noviziato da allenatore?

“Nel corso della mia carriera sono sempre stato un giocatore istintivo.

Quando giochi e sei in campo, un minimo riesci a sfogarti.

Da allenatore le cose funzionano in maniera diversa: hai tanti occhi che ti guardano e tante teste che pensano a quello che fai, quindi devi ragionare di più.

A volte, serve contare fino a dieci prima di aprir bocca e da questo punto di vista credo di essere cresciuto”.

Dove puoi invece migliorare ulteriormente?

“Non vorrei passare per presuntuoso, ma nel mio piccolo ed a modo mio credo di capirne di calcio.

E’ chiaro però che per fare l’allenatore bisogna intervenire sulla squadra nei tempi e nei modi giusti.

Se con i giocatori più esperti può essere sufficiente un’occhiata per intendersi, con i giovani magari è necessario fermarsi una mezz’ora in più sul campo”.

Torniamo qualche settimana indietro nel tempo.

Qual è stato il primo pensiero che ti è balenato per la testa nell’attimo in cui l’arbitro ha sancito la fine di Montecelio-Monterotondo?

“Se ci ripenso, ho ancora i brividi.

montecelio

E’ stata una gioia immensa, ma anche una liberazione.

 

Ci siamo salvati dopo una stagione in cui, a volte, ci allenavamo in dieci e magari anche con pochi palloni.

Quando ho visto il tiro di Iannotti entrare lentamente in porta, non ho capito più nulla.

Ricordo solo di essere corso ad aggrapparmi alla rete per esultare.

 

Se abbiamo raggiunto questo traguardo il merito è di tutti i ragazzi.

Li ringrazio ancora”.

Iannotti: un talento prezioso, un amico fraterno, un compagno di mille battaglie.

Lo porterai con te a Cave?

“In questo momento con la società preferiamo muoverci a fari spenti, però è chiaro che uno come Stefano lo vorrei sempre al mio fianco.

iannotti

Vediamo, vediamo (sorride)…

Sicuramente una chiacchierata con la società gliela farò fare, poi toccherà a lui decidere in base alle altre offerte che riceverà”.

Com’è nata la possibilità di allenare la Cavese?

“Un contatto iniziale è avvenuto circa due settimane fa ed è stato molto positivo.

Il presidente mi è subito sembrato una persona vera, onesta.

Sono stato felicissimo quando mi ha comunicato di aver scelto me”.

cavese

I tifosi sono in fibrillazione.

“Lo so ed io i tifosi della Cavese me li ricordo bene.

Anni fa ci giocai contro e rimasi colpito dal loro calore”.

Quali obiettivi ti ha indicato la società?

“Tra tre anni sarà il centenario del club ed il presidente mi ha detto che vuole essere più in alto possibile allora.

Mi ha detto: “Io voglio vincere”.

E’ carico a pallettoni”.

Una bella responsabilità per te.

“Io mi considero un vincente e questa è musica per le mie orecchie.

Quando ero in campo, tranne una stagione a Sora ho sempre giocato per vincere ed avere questo obiettivo mi piace.

Diciamo che sarà più facile e più bello rispetto allo scorso anno”.

Sarà un problema la categoria in ottica-mercato?

“Non penso.

Ai giocatori che personalmente sto contattando trasmetto un messaggio semplice: “Venite qui, la Promozione sarà solo un campionato di passaggio”.