CATANZANI SI COCCOLA I SUOI: “HO VENTIQUATTRO GIOCATORI DI GRANDE SPESSORE”

CATANZANI SI COCCOLA I SUOI: “HO VENTIQUATTRO GIOCATORI DI GRANDE SPESSORE”

Domenica scorsa il Nettuno ha rotto il ghiaccio.

Dopo i due pareggi con Pomezia e Lariano e la sconfitta interna con la Nuova Itri, i verdazzurri hanno espugnato il Galeotti grazie alla doppietta dello scatenato Erik Laghigna.

Flavio Catanzani si gode il primo acuto dei suoi, rilasciando una lunga intervista ai microfoni di sportinoro.com .

 

Primo successo stagionale ed anche prima affermazione da tecnico in Eccellenza.

Niente male, mister.

“E’ normale che ci sia soddisfazione, però voglio rimarcare che domenica abbiamo festeggiato anche il primo successo in questa categoria anche per tantissimi dei nostri ragazzi”.

Avete una rosa molto giovane.

“Credo sia tra le più verdi in assoluto.

Spesso giochiamo con due ’97 come Federico e Pelle dal primo minuto, ma in squadra trovano posto tanti giocatori classe ’95 e ’96.

I ’94 che abbiamo sono quasi vecchi per noi (ride).

Mi piace sottolineare che gente come Loria, Ranone e Ranieri, tanto per citarne alcuni, hanno già avuto esperienze in categorie superiori e ci stanno dando moltissimo”.

Non è rischioso costruire una squadra dall’età media bassa come la vostra?

“Io la vedo diversamente.

Credo che ora sia imprescindibile per il nostro calcio abbracciare una filosofia del genere”.

Dopo la cavalcata trionfale di pochi mesi fa in Promozione, la vostra estate è stata piuttosto tormentata.

“Desidero sottolineare che i problemi che si sono creati non erano di natura economica, ma dipendevano solo da una divergenza di opinioni tra i due presidenti circa il progetto da intraprendere.

L’impasse che si era generata aveva anche costretto i vari Porcari, Giudice, Dell’Aguzzo e Frasca a valutare le offerte che avevano ricevuto.

Alla fine, l’ha spuntata la corrente-Nocera e siamo ripartiti con il blocco che ci aveva dato grandi soddisfazioni nello scorso campionato”.

In più avete ritrovato di recente quel Laghigna che si era rivelato decisivo nella passata stagione.

“Erik è totalmente innamorato dell’ambiente nettunese ed il suo ritorno dalla parentesi di Genzano per noi è una cosa fondamentale.

Per noi lui è la classica ciliegina su una torta di ventiquattro calciatori di grande qualità.

Siamo felici che sia tornato qui, alla sua partenza non eravamo riusciti a sopperire”.

Domenica scorsa ha fatto il suo rientro in campo anche Cassandra.

“Per noi è un giocatore importante.

A Carpineto ha giocato l’ultima mezz’ora ed ha fatto benissimo”.

Con il Semprevisa che partita è stata?

“Una gara stranissima e con molti episodi controversi.

Loro hanno molto recriminato per un gol-fantasma, ma anche noi abbiamo avuto a che ridire su un paio di episodi”.

C’è stata anche la rete annullata al 94′ a Corvo.

“A mio giudizio, era in fuorigioco.

Debbo però dire che l’assistente ha avuto molto coraggio ad alzare la bandierina in quel frangente e ad annullare la rete del pari alla formazione di casa di fronte ad un pubblico del genere.

Io l’avrei tenuta bassa (ride)

Scherzi a parte, probabilmente il pari sarebbe stato il risultato più giusto.

Diciamo che a Carpineto Romano abbiamo recuperato i punti che avevamo lasciato al Lariano la settimana precedente”.

Per lei, che era ancora giocatore e come tale visse la retrocessione del maggio 2007, questa vittoria rappresenta la chiusura di un cerchio a livello simbolico.

E’ un debito saldato?

“Ero in quella squadra e la memoria di quel play-out sfortunato con il Colleferro è ancora vivido in me.

Fui uno dei giocatori che per quella partita presero il Daspo (poi revocato in appello, ndr).

Nel calcio ho avuto modo di girare molto, sia a livello professionistico che dilettantistico.

In Abruzzo ho giocato in contesti dove la Serie D era vissuta come un torneo di caratura molto più pregiata.

Faccio questa premessa, perchè Nettuno ha meno di quanto merita.

Qui c’è una grandissima passione per lo sport ed era incredibile che un centro come questo fosse in Promozione”.

Nettuno è anche uno dei santuari italiani del baseball.

E’ vero che anche lei lo ha praticato?

“A livello di settore giovanile, ho avuto anche l’orgoglio di indossare i colori della Nazionale e con la squadra ho vinto numerosi tornei.

Quando ero sotto Daspo, mi hanno chiesto di cimentarmi nuovamente e mi sono tolto altre soddisfazioni”.

Come nasce il Catanzani allenatore?

“Quasi per caso, fortuitamente.

Io sono laureato in Scienze Politiche ed il mio indirizzo era il management.

Per la mia carriera pensavo ad un’evoluzione di stampo dirigenziale, poi quasi per scherzo mi hanno fatto sedere in panchina: due anni da tecnico della Juniores ed uno in Prima Categoria con la Virtus Nettuno.

La cosa divertente è che io allenatore ancora non mi ci sento”.

Che rapporto ha con i suoi giocatori?

“Non creo barriere, tra me ed i ragazzi c’è molto dialogo.

Mi sento uno del gruppo”.

Non potrebbe essere deleteria questa eccessiva vicinanza?

“Per alcuni sì, per altri invece è il mio punto di forza”.

Domenica arriva il Borgo Podgora, squadra rinnovata e giovane come la vostra.

“Hanno un ottimo allenatore, come Sandro Luceri.

Ogni tanto ci sentiamo, abbiamo un bel rapporto.

Lui è stato un grande difensore ed ora è un allenatore molto bravo e preparato.

Tra l’altro, siamo anche legati anche da un record in comune”.

Quale?

“Siamo stati gli unici a battere il Sabaudia di D’Andrea nell’anno in cui vinse il campionato in Prima Categoria.

Di lì in poi, con il Cori il mister è rimasto imbattuto fino a due settimane fa, quando ha perso a Casalotti”.

Che partita prevede?

“Non mi aspetto partite.

Mi aspetto di vedere ciò che la squadra ha sempre fatto fin qui, ossia la prestazione”.

Quanto incide il problema della parziale inagibilità del Masin?

“E’ indubbiamente penalizzante usufruire delle sole tribune piccole grazie ad un’ordinanza del Sindaco.

Non so ancora dire se domenica potremo giocare a porte aperte o se saremo costretti ad emigrare altrove.

Sento dire in giro che potremmo andare ad Anzio o a Falasche.

Per noi sarebbe un problema, anche se la struttura dello stadio, che ha una pista di atletica che lo delimita, allontana comunque il pubblico da noi.

Vedremo…”.

L’obiettivo personale di Catanzani è…?

“Il mio obiettivo corrisponde a quello della società: voglio trasmettere la mia esperienza a questi ragazzi, in modo che poi possano giocare in futuro a livelli più alti.

I giocatori devono sempre porsi dei traguardi ambiziosi”.

Come se lo immagina invece il suo futuro?

“Durante la scorsa estate mi sono giunte delle offerte, anche da fuori regione.

Le ho declinate, perchè non mi sento ancora pienamente allenatore, anche se oggi il mio ruolo è questo.

Tra qualche anno avrò le idee più chiare e deciderò quale strada intraprendere”.

So che lei è un appassionato di fantacalcio.

Se per gioco le concedessi dei crediti supplementari per rinforzare la squadra, lei come li spenderebbe?

“Non ho dubbi, andrei su Terrazzino.

Stiamo provando da due anni a portarlo qui, ma finora non ci siamo riusciti.

E’ un ragazzo che stimo e che dal calcio ha avuto meno di quanto meritasse.

Magari in futuro riusciremo a celebrare questo matrimonio”.