Domani la coppa, poi il campionato: la Pfc è pronta ad andare all-in. Scorsini: “Daremo il massimo, sarebbe dura andare a Roma senza vedere il Papa…”

Domani la coppa, poi il campionato: la Pfc è pronta ad andare all-in. Scorsini: “Daremo il massimo, sarebbe dura andare a Roma senza vedere il Papa…”

Il 2022 della Polisportiva Faul Cimini si è aperto con due pareggi consecutivi contro Certosa e Città di Cerveteri, ennesima testimonianza di quanto nessuna gara nel raggruppamento più settentrionale dei tre possa darsi per scontata.

I gialloneri hanno quindi dovuto incassare il sorpasso in vetta da parte del Pomezia, svestendo i panni della lepre che avevano indossato per alcune settimane per riadattarsi a quelli del cacciatore che guida una compagnia di cui fanno parte anche W3 Maccarese e quel Civitavecchia che mercoledì Vittorini e compagni si troveranno di fronte per la terza volta in stagione quel Civitavecchia che per lo stesso capocannoniere del torneo e per mister Marco Scorsini ha rappresentato una tappa importante del proprio percorso umano e professionale.

La strada per la finalissima del 23 febbraio, appuntamento al quale i due club tengono moltissimo, passa per centottanta tiratissimi minuti che partiranno mercoledì da Vignanello per poi concludersi sette giorni più tardi al Tamagnini.

Il tecnico viterbese sa che la sua squadra sta entrando nella fase decisiva della stagione ed analizza con la consueta schiettezza il momento dei suoi.

 

Mancano ventiquattro ore alla semifinale d’andata con il Civitavecchia.

Come arriva la Pfc a questo appuntamento importantissimo?

“Ci arriva un po’ incerottata, ma con la testa alta e cosciente di aver fatto un percorso straordinario.

Alcuni giorni fa dicevo ai ragazzi che qualsiasi cosa accada noi dovremo essere orgogliosi di aver scritto delle pagine importanti nella storia di questa società.

D’altronde, non capita tutti i giorni di centrare una semifinale di Coppa Italia, quando sei secondo in un torneo difficilissimo come quello in cui siamo stati inseriti.

Dobbiamo essere fieri di ciò che stiamo facendo”.

I due pareggi con cui avete inaugurato l’anno solare sono frutto di contingenze o si prestano ad un’analisi diversa?

“Sotto certi aspetti, sono stati due pareggi molto simili nelle difficoltà che abbiamo incontrato.

Al match con il Certosa siamo arrivati stanchissimi sia fisicamente che mentalmente ed alla fine siamo stati bravi a conquistare un punto al termine di un match che per noi stava prendendo una brutta piega per merito della squadra avversaria.

Quello di sabato scorso con il Città di Cerveteri, invece, è stato reso ancor più complicato dalle difficoltà causateci dalle scorie lasciateci dal covid, dagli infortuni e da un mese in cui ci siamo allenati con un gruppo non al completo.

In più abbiamo giocato contro una squadra che voleva conquistare il punto e c’è riuscita senza rubare nulla.

Noi abbiamo disputato un girone d’andata da “venti e lode” e quando i numeri dicono che hai la seconda miglior difesa del torneo ed uno degli attacchi più prolifici dell’intero territorio nazionale per quanto riguarda il Campionato di Eccellenza, sai di aver fatto bene, ma sei pure consapevole di aver bruciato tantissime energie.

Tuttavia, non vogliamo piangerci addosso, ci accingiamo a giocare una semifinale storica per questo club e cercheremo di tirare fuori il massimo”.

Sotto il profilo psicologico cosa cambia nella testa di una squadra nel momento in cui bisogna tornare ad inseguire?

“Non ho mai fatto retorica quando eravamo primi e non comincerò a farla ora che siamo secondi.

Per me la squadra da battere è sempre stata e continuerà ad essere il Pomezia, che ha dimostrato la sua forza anche nei momenti difficili.

Per blasone e per tradizione sono loro i grandi favoriti del torneo, ma anche la mia Pfc è una squadra forte ed in questa stagione lotterà fino all’ultima goccia del suo sangue.

Ve lo garantisco”.

Nelle ultime settimane alcuni calciatori sono stati risparmiati in un’ottica di gestione delle risorse fisiche.

Saranno a disposizione per domani?

“Considero quella di domani la gara della stagione, per noi è davvero la partita-chiave.

E’ vero che andrà giocato sui centottanta minuti, ma il match d’andata determina sempre lo sviluppo di quello di ritorno.

Tanti dei miei ragazzi non saranno in condizioni fisiche ottimali, ma con grande impegno si sono conquistati questa semifinale e meritano di giocarsi questo traguardo”.

Contro i nerazzurri di Castagnari non sono mai state gare banali, lo dicono i precedenti stagionali.

Che tipo di sviluppo prevedi domani a Vignanello?

“Noi cercheremo di fare la nostra partita e di vincerla in tutti i modi.

Siamo consapevoli che al ritorno non sarà una passeggiata, perché conosciamo il calore dei tifosi nerazzurri al Tamagnini.

Ho avuto il piacere di allenare in quella grande piazza ed ogni volta che mi trovo di fronte il Civitavecchia c’è un pezzo di cuore che va a miscelarsi con le mille emozioni provate in passato.

Ho grande stima nei confronti di Massimo Castagnari e dei calciatori a sua disposizione e so perfettamente che domani sarà una gara difficilissima, una partita a scacchi dove la differenza potrebbe anche farla la qualità di un singolo”.

Che ricordi hai di quella miracolosa salvezza di qualche stagione fa?

“Quando il club mi chiamò, la squadra era ultima con appena sette punti all’attivo.

Un tifoso mi chiese: “Mister, cosa sei venuto a fare?

Siamo spacciati…”.

Io gli risposi che non gli promettevo nulla, ma che noi ce l’avremmo comunque messa tutta ed alla fine fummo protagonisti di una grande cavalcata.

In quella stagione ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare le qualità tecniche e caratteriali di Manuel Vittorini, che siglò oltre trenta reti.

Un mostro, non a caso in seguito ho cercato sempre di portarlo con me.

Personalmente sono contento che poi quella salvezza abbia contribuito a dare il la alla nascita di questo grande Civitavecchia dei civitavecchiesi, composto da persone che stimo enormemente come i due patron Presutti e Iacomelli e mister Castagnari”.

Febbraio è il mese in cui la Pfc andrà all-in su tutti i fronti.

Che messaggio vuoi mandare alla squadra?

“Ai ragazzi l’ho detto chiaramente: febbraio sarà il mese del massacro per noi.

Le prossime settimane potrebbero esaltarci e consacrarci oppure potrebbe farci toccare il fondo.

Per noi sarebbe davvero un grande rammarico dire di essere andati a Roma senza vedere il Papa.

Alcuni giorni fa, ricordando ad alcuni membri della mia società di tornare alla corte serrata che mi fecero la scorsa estate per tornare ad allenare la Pfc, ho chiesto se secondo loro l’asticella si fosse alzata come mi avevano chiesto di fare.

E’ stato gratificante sentirsi rispondere che più di così non era davvero possibile alzarla.

Io credo che per la Polisportiva Faul Cimini, che rappresenta un piccolo centro di poche migliaia di anime, duellare per l’egemonia di un girone difficilissimo come il nostro con realtà che sono espressione di vere e proprie città e che hanno una grande tradizione calcistica alle spalle rappresenti davvero un grande motivo d’orgoglio.

Daremo il meglio di noi stessi per continuare a vivere questo sogno”.