FERRAMINI: “VINCERE AL PRIMO ANNO DA DS E’ BELLISSIMO”

FERRAMINI: “VINCERE AL PRIMO ANNO DA DS E’ BELLISSIMO”

marco ferramini

Sono trascorsi pochi giorni, una manciata, da quel sabato 17 maggio che ha consegnato al Cre.Cas. Città di Palombara il trofeo più significativo della sua giovane storia e con esso il diritto di sedersi al banchetto delle grandi della nostra regione di qui a qualche mese.

Marco Ferramini, cresciuto nel vivaio del settore giovanile del Savio di Paolo Fiorentini per poi passare alla Lazio e cominciare da lì una più che onesta carriera tra i dilettanti tra la nostra regione e l’Umbria, ha appeso senza troppi rimpianti gli scarpini al chiodo dodici mesi fa e subito è stato inserito in un contesto diverso dal presidente Valentini.

Trent’anni per un direttore sportivo non sono tanti, ma a lui sono bastati per centrare l’obiettivo al primo tentativo.

Mai fiducia fu meglio riposta verrebbe da dire.

Con gli occhi ancora sorridenti di felicità è venuto a trovarci in redazione per raccontarci una bella favola, sospesa tra le gioie del presente ed un futuro carico di speranze.

 

Ferramini, la vostra vittoria in Coppa Italia è ancora fresca.

Che sensazioni lascia addosso un successo del genere al primo anno da direttore sportivo?

“Emozioni bellissime, senza dubbio.

Abbiamo raggiunto il traguardo che il club aveva fissato ad inizio stagione ed averlo raggiunto all’esordio da ds mi fa pensare che, tutto sommato, ho lavorato bene e che la società non ha sbagliato a fidarsi di me…(ride)“.

Che rapporto ha con il presidente Valentini?

“Con lui c’è un rapporto che va ben al di là del calcio.

E’ una persona molto corretta e rispetta sempre gli accordi intrapresi.

Ci siamo conosciuti la scorsa stagione, quando io ero ancora un giocatore e venni qui a metà stagione insieme a Colarossi e Caverni.

E’ nato subito un feeling ed io non posso che ringraziarlo.

Nel calcio è davvero raro che un presidente si fidi a tal punto di un giocatore.

Devo dire che per lui sono diventato una sorta di secondo figlio e la cosa mi riempie d’orgoglio”.

Avrà pure un difetto.

“Il presidente è un istintivo, a volte anche troppo, ma questo dipende dal fatto che lui è il primo tifoso del Cre.Cas. ed alla sua creatura tiene tantissimo ed è giusto che sia così”.

In una stagione come la vostra immagino ci siano stati molti momenti belli e pochi brutti.

Da quali cominciamo?

“Cominciamo da quelli difficili.

Parliamo della fase iniziale del campionato, quando le cose non giravano nonostante avessimo costruito una rosa molto competitiva”.

Quali pensieri le sono passati per la testa nel mese di ottobre?

“Per un po’ ho temuto di aver sbagliato qualcosa, poi però ho pensato che i ragazzi dovessero semplicemente amalgamarsi tra di loro ed alla fine, per fortuna, le cose si sono sistemate”.

Quale cartolina di quest’annata conserva più gelosamente nel cuore?

“La semifinale di ritorno ad Acquapendente.

All’andata avevamo vinto noi per 2-0 ed al ritorno loro ci restituirono il favore.

Fortunatamente poi la lotteria dei rigori ci ha premiato.

Passare il turno in quel modo contro una squadra fortissima come la loro mi ha fatto credere concretamente alla possibilità di alzare la coppa”.

Avete un rimpianto?

“Sì, ed è legato alla mancata vittoria in campionato.

Io sono dell’avviso che il torneo non lo abbia vinto il Serpentara, ma che lo abbia perso il Cre.Cas.

Determinante è stata la nostra cattiva partenza.

Il fatto di dover rincorrere per cercare di recuperare uno svantaggio di nove punti è stato molto faticoso, ma essere riusciti ad agganciarli dimostra che la nostra era una rosa davvero molto competitiva”.

Nell’ambito di un campionato non possono mancare le polemiche.

“Sì, ed a questo proposito vorrei togliermi un sassolino.

Nella fase iniziale del campionato, quando le cose non giravano per il verso giusto, ho sentito voci antipatiche, in base alle quali il Cre.Cas. aveva costruito una squadra di ex giocatori e di figurine.

Beh, quelle figurine hanno vinto una Coppa Italia e sono andate ad un passo dal giocarsi il campionato allo spareggio.

Mica male, no?”.

A proposito di questo, cosa non ha funzionato quel giorno a Bellegra?

“Ancora oggi non so dirlo con esattezza.

Sicuramente non abbiamo giocato da Cre.Cas, anzi non siamo proprio scesi in campo.

A questo aggiungo che l’accoglienza non è stata delle migliori: trovare al nostro arrivo striscioni offensivi e subire il lancio di petardi appena scesi dal pullman sicuramente non è stato piacevole, così come non lo è stata la presenza di gente non autorizzata nella zona degli spogliatoi prima della partita.

Comunque, non voglio attaccarmi a queste cose per crearmi un alibi.

Abbiamo perso e basta, anche se siamo arrivati a giocarci il campionato fino all’ultima giornata”.

Torniamo alla finale.marco ferramini

Cosa le è passato per la testa, quando il Guidonia ha segnato dopo un minuto?

“Ho rivissuto le stesse sensazioni di Bellegra.

Ho pensato a mille cose, già vedevo il Guidonia con la coppa in mano.

Invece i ragazzi hanno avuto una grande reazione, dimostrando carattere.

La nostra è stata una vittoria voluta fortemente da tutti”.

Matozzo è stato protagonista assoluto del match di Monterotondo.

In passato, è stato spesso etichettato come giocatore di categoria…

“Di categoria superiore, direi.

Esattamente come i vari Calabresi, Corsi, Lauri, Pangrazi, Giacchè, Cerroni e come mio fratello Alfonso.

Quando ho preso Matozzo, a dicembre, sapevo che ci avrebbe fatto compiere il salto di qualità e non mi sono sbagliato.

Simone ha un carattere particolare, ha bisogno di essere coccolato, ma sa cosa vuole e come ottenerlo”.

Resterà con voi anche nella prossima stagione?

“L’augurio è di riconfermare tutti i protagonisti di questa splendida stagione, quindi anche lui”.

Resterà anche mister Gentili?

“Entro pochi giorni, la società avrà una riunione per pianificare la prossima stagione.

Ad oggi non so ancora dirvi ufficialmente se verrà confermato o se le strade si divideranno, però posso dire che la società è soddisfatta del lavoro di Gentili.

Per lui era il primo anno da allenatore in questa categoria.

All’inizio pensavo che non avrebbe avuto troppe difficoltà nel passaggio da una Juniores ad una prima squadra, ma poi si è trovato di fronte personalità che avevano giocato in categorie superiori in passato.

Devo dire che è stato bravo a mettersi a disposizione, accettando anche i suggerimenti dei ragazzi.

Comunque vadano le cose, sono certo che Gentili farà certamente parlare di sé in futuro, perchè è un tecnico assai preparato”.

Tra le cose da ricordare della stagione appena conclusa c’è il recupero all’attività agonistica di Alessandro Cerroni.

Una bella favola del nostro calcio dilettante.

“Sandro lo considero la mia rivincita personale.

Lo davano per finito, ma io non ho voluto dar retta a nessuno ed ho chiesto alla società di attendere il suo recupero.

Lui fa parte di un gruppo ristretto di giocatori che hanno fatto la storia recente di queste categorie”.

In squadra c’è anche suo fratello Alfonso, che con quella di sabato ha toccato quota quattro Coppe Italia in carriera tra Eccellenza e Promozione.

“Per me è uno dei centrocampisti più forti del Lazio insieme ad Emanuele Giacchè, un altro con grandi dote tecniche e caratteriali.

Alfonso è una persona più riflessiva di me che sono sempre stato un istintivo.

A mio fratello devo moltissimo e non finirò mai di ringraziarlo”.

La vostra è una squadra dalla personalità spiccata.

“Con gente come quella che ho citato e con elementi del calibro di Calabresi, Corsi, Pangrazi che ha segnato 29 gol tra campionato e coppa, l’inesauribile Ferraro, la piovra Lauri, il diplomatico Anzini, Serini e De Lucia che posso già dire che sarà il nostro primo acquisto per la prossima stagione, tutto viene più facile.

Ci tengo a ringraziare loro e tutti gli altri ragazzi che hanno fatto parte di questa magnifica squadra”.

So che lei ha una dedica particolare.ferramini marco

“Sì, e va a mia moglie Sara che ha sopportato con pazienza il mio lavoro ed i miei ritmi per tutta la stagione.

Il mio primo pensiero va a lei”.

So che vuole indirizzare dei ringraziamenti particolari anche ad alcuni membri della società e dello staff…

“Sì, senza il contributo del nostro grande direttore generale Settimio Tranquilli, del dirigente accompagnatore Germano Persichetti, di Egidio, del segretario Umberto De Angelis, della nostra fisioterapista Francesca ed ovviamente del nostro presidente onorario “Cento Capelli” non sarebbe stato possibile tutto questo.

Li ringrazio davvero di cuore per tutto ciò che hanno fatto”

Ci sono novità relativamente alla questione-campo?

“Da quello che so, dovremmo restare al Torlonia.

Poi, se dovessero subentrare novità da questo punto di vista, vi aggiorneremo”.

Con quali prospettive vorrà affrontare la sua prima stagione in Eccellenza il Cre.Cas. Città di Palombara?

“La società si sta muovendo soprattutto per incrementare il suo parco-under.

L’intenzione è quella di reperire elementi di pregio e che siano funzionali alla categoria che affronteremo.

Prima di tutto, però, dovremo valutare le varie conferme”.

Avete comunicazioni anche in merito al vostro settore giovanile?

“L’anno prossimo saremo nei Regionali con la Juniores e nei Provinciali con gli Allievi.

L’intenzione è di salire di categoria con entrambe grazie anche al lavoro del responsabile, Elido Di Gianfelice”.