Da Fregene al Don Orione inseguendo una passione, parola a Polito: “La Boreale è una famiglia, mi piacerebbe restare…”

Da Fregene al Don Orione inseguendo una passione, parola a Polito: “La Boreale è una famiglia, mi piacerebbe restare…”

Ve lo ricordate il Fregene di Paolo Caputo?

Per gli smemorati della prima e dell’ultima ora era quel collettivo meraviglioso che nella stagione 2015/16 raggiunse la salvezza diretta nel Girone A di Eccellenza nonostante un’età media tra le più verdi mai registrate dal massimo campionato regionale.

Era il Fregene del presidente Ciaccia, del direttore sportivo Corinaldesi e di quel Paolo Caputo che seppe convogliare in modo straordinario l’entusiasmo di un gruppo di ragazzi ai fini del raggiungimento di un obiettivo che pareva assai complicato.

Tra questi c’era Andrea Polito, centrocampista dai piedi buoni ed abile in entrambe le fasi di gioco che, nonostante avesse appena sedici anni, venne inserito in pianta stabile nella rosa della prima squadra dal tecnico di Civitavecchia.

Polito, che aveva svolto tutta la trafila nelle giovanili del club biancorosso, ripagò la fiducia del mister con una serie di prestazioni di ottimo livello nonostante la giovane età e la predilezione per un ruolo delicatissimo negli equilibri di squadra.

“Il mister fece salire me e Romano dalla Juniores, dandoci subito grande fiducia – ricorda il giocatore – L’unione tra il gruppo ed il mister fu una delle chiavi di quella stagione, sono passati anni ma sono ancora in contatto con i miei compagni di squadra dell’epoca”.

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

Da due anni, salvo una parentesi a metà della scorsa stagione a Cerveteri, Polito veste la maglia viola della Boreale.

“Quest’anno abbiamo fatto un mezzo miracolo raggiungendo la salvezza – commenta divertito il centrocampista – Quando abbiamo saputo che eravamo stati inseriti nel Girone B, a momenti ci prendeva un colpo.

La squadra ha però disputato un ottimo campionato ed anche in questo caso è stato il gruppo a fare la differenza”.

La Boreale offre al mondo esterno la dimensione di una società quasi di stampo familiare.

“E’ vero – sottolinea Polito – L’atmosfera è ottima e personalmente ho un buonissimo rapporto con tutti, specie con il direttore sportivo Maurizio Villi.

De Mattia?

Anche con il mister abbiamo legato molto”.

Nel corso dell’ultima stagione, Polito è stato spesso impiegato nel ruolo di esterno alto.

“Per esigenze tattiche, il mister mi ha impiegato lì ed ho fatto del mio meglio, ma io mi sento un centrocampista – sottolinea il calciatore classe 1998 – Mi piace essere nel vivo del gioco e toccare più palloni possibili”.

Il futuro è ancora in bilico.

Fosse per la Boreale, la sua conferma non sarebbe neppure in discussione.

Andrea, però, è un ragazzo che, oltre al calcio, segue un percorso di studi e nel mentre aiuta il papà nell’attività di famiglia.

“Io resterei molto volentieri qui, ma ho dei problemi di natura logistica – spiega Polito – Quattro allenamenti settimanali più la partita sono un impegno delicato da affrontare e, d’accordo con la società, ci siamo dati una settimana per riflettere e considerare i vari aspetti della situazione”. 

 

 

 

 

banner apple