INTERVISTA AD ALESSANDRO ARMENIA, DAL TOR DI QUINTO AL SAVIO ISPIRANDOSI A CASILLAS

INTERVISTA AD ALESSANDRO ARMENIA, DAL TOR DI QUINTO AL SAVIO ISPIRANDOSI A CASILLAS

a cura di Massimo Confortini

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“Il portiere deve essere rispettato, e Casillas e Julio Cesar da questo punto di vista sono due modelli”

Nella scorsa estate ha fatto clamore il divorzio tra il Tor di Quinto e la stragrande maggioranza del gruppo dei ’97 di via del Baiardo. Uno dei ragazzi ad aver dato l’addio allo storico club del Presidente Testa è Alessandro Armenia: quattro anni a Tor di Quinto, dopo altri quattro passati al Futbolclub. Prima stagione al Savio per il portiere che tifa Inter e si ispira a Julio Cesar e Casillas: “il portiere deve guadagnarsi il rispetto di tutti” il pensiero di Armenia, autore di un ottimo girone d’andata al “Raimondo Vianello”.

Dal Tor di Quinto ho ricevuto tanto” – esordisce Alessandro – “e in quattro anni sono cresciuto e maturato come persona e come portiere. Poi però qualcosa si è rotto, ci sono stati dei malintesi con la società e ho deciso di cambiare squadra. Questo non cancella però tutto il tempo che ho passato li“.

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Una parata di Alessandro Armenia contro il San Lorenzo

Poi il trasferimento ad un’altra società prestigiosa come quella del Presidente Paolo Fiorentini: “Lasciando il Tor di Quinto potevo scegliere solo una società di questo calibro. L’impatto è stato molto positivo, grazie anche al Direttore Renzo Nuccetelli, che mi ha dato tanta serenità mostrando subito grande stima nei miei confronti. Anche con il mister dei portieri, Cipelli e poi successivamente con Bruno Federici c’è stata grande intesa e lavoro bene, così come con Roberto Belardo: grazie a lui posso mostrare anche le mie capacità nel gioco coi piedi, che al Tor di Quinto non potevo mettere in mostra. Mi piace molto l’idea di calcio del mister, si gioca molto con la palla a terra, un tipo di gioco molto moderno che parte proprio dal portiere. Pensa che al mio primo anno nei Giovanissimi Fascia B Elite ero partito facendo il terzino: dicevano fossi bravino, ma il mio ruolo è un altro”.

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I consigli del preparatore dei portieri

Un ottimo inizio di stagione, dicevamo, per Armenia e per la squadra, attualmente seconda ad un punto proprio dal Tor di Quinto:Abbiamo perso punti in partite che abbiamo sottovalutato: i pareggi col Giardinetti, con l’Albalonga, quando eravamo in vantaggio di due gol. Poi la sconfitta con la Romulea. Tutti punti persi per un atteggiamento sbagliato, il mister infatti si è arrabbiato molto. Anche perché poi negli scontri diretti abbiamo mostrato di essere la squadra migliore, vincendo a Tor di Quinto, dominando col San Lorenzo, e pareggiando in casa della Tor Tre Teste giocando molto meglio per tutta la gara e subendo il pari nel recupero. Domenica abbiamo vinto una partita che sembrava stregata col Palestrina, e  siamo tornati ad un punto dal primo posto”.

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Armenia insieme agli ex compagni del Tor di Quinto dopo la vittoria al Torneo di Grottaferrata

Un intreccio, quello tra Savio e Tor di Quinto, che continua a palesarsi: quest’anno lo scontro diretto in campionato, lo scorso anno l’ultima gara con gli amaranto nella finale dei Tornei di Grottaferrata, proprio contro il Savio di Belardo: “Si, quella finale la ricordo con molto piacere, è indelebile. Rappresenta l’addio al Tor di Quinto, e proprio contro quella che sarebbe diventata la mia squadra. Vincemmo nonostante giocassimo sotto età. E’ stata un’uscita trionfale, la vittoria di un gruppo unito. Molti di noi avevano già scelto di andarsene, e questa è stata una carica in più per abbandonare con un successo. Per me arrivò anche il premio come miglior portiere della manifestazione, un premio che ho condiviso con tutta la squadra, perché il merito va sempre diviso. Con molti di loro mi sento regolarmente, quelli con cui avevo legato maggiormente erano Tamburlani e Fratini“.

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Alessandro premiato da Pino Porcelli come miglior portiere del Torneo di Grottaferrata

Una squadra unita, un gruppo coeso, che dai Giovanissimi Elite ha avuto come guida Salvatore Franzellitti: “E’ un’allenatore “vecchio stampo”. Pratica un calcio essenziale, ed è bravissimo a tirare fuori il meglio, ad esaltare tutta la potenzialità dai suoi giocatori. Anche con lui ho avuto un buon rapporto, di stima reciproca. Ci tengo a dire due parole anche sul preparatore dei portieri, Sonnino. E’ stato un’insegnante prezioso, nel mio percorso al Tor di Quinto ha avuto un ruolo importantissimo”.

Come un ruolo tutt’altro che marginale ha avuto un altro personaggio di grande spessore, Paolo Testa: “Paolo era una persona speciale. Avevamo legato molto. Lo ricordo come una persona che mi è stata vicina, e non lo dimenticherò mai. Sono lui e Guarracino, altra persona schietta e leale alla quale devo tanto, che mi hanno portato a Tor di Quinto. Mi viene in mente un aneddoto su Paolo, che forse rende l’idea sulla sua umiltà e sulla sua passione: una volta andai al campo e avevo qualche problema fisico. Non c’era nessuno che potesse aiutarmi quel giorno, e allora lui si mise accanto a me e mi diede una mano per la cura che dovevo fare. Era una grandissimo, e la dimostrazione d’affetto che ha ricevuto il giorno del suo ultimo saluto rende l’idea di quanto fosse amato”.