Juniores. Boreale, parla Radi: “Pensiamo prima a salvarci, lo sport come insegnante di vita”

Juniores. Boreale, parla Radi: “Pensiamo prima a salvarci, lo sport come insegnante di vita”

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A cura di Andrea Curati De Pietro

 

 

La Boreale è una società storica, e le sue compagini stanno facendo molto bene in questa stagione. In particolare la Juniores sotto la guida di Radi e Vazzoler ha avuto un buon inizio di stagione del tutto inaspettato. I viola sono sesti nel Girone A e hanno totalizzato 16 punti finora, frutto di cinque vittorie, tre sconfitte e un pari. Quest’ultimo conquistato sul campo del Certosa nell’ultima giornata appena disputata, un pareggio arrivato in extremis grazie al gol nei minuti di recupero di Englaro.

Alessandro Radi, che collabora con Vazzoler alla crescita di questi giovani, è intervenuto ai nostri microfoni per commentare questo avvio di stagione fissando i punti chiave per quest’annata.

 

Buongiorno mister,

Un inizio di campionato esaltante, vi aspettavate questi risultati?

“La squadra è totalmente nuova, ma è composta da elementi validi che hanno già avuto esperienze in prime squadre. Sicuramente non ci aspettavamo questi ottimi risulti, ma indubbiamente ci speravamo.”

Sabato scorso è stata una partita giocata sul filo del rasoio e molto combattuta dall’inizio alla fine. Qual è il suo pensiero in merito?

“La gara di sabato è stata una partita equilibrata, nel primo tempo abbiamo avuto un po’ di più noi il pallino del gioco, ma le occasioni più importanti le hanno avute loro. Il nostro portiere è stato bravo chiudendo numerose volte la porta agli avversari. Nel secondo tempo noi siamo calati notevolmente a livello atletico, ma dopo lo svantaggio siamo stati bravi a crederci fino alla fine. Credo che alla fine il pari sia stato il risultato più giusto.”

La prossima sarà una gara ostica contro la P.C. Tor Sapienza. Come state preparando la gara e cosa ne pensate dell’avversario?

“La P.C. Tor Sapienza è una società che sta facendo bene, il loro Direttore Sportivo è molto preparato e capace. Hanno in panchina un allenatore che in questa categoria può fare la differenza. Noi purtroppo non stiamo riuscendo mai a preparare le partite al meglio per varie vicissitudini. Il campo a undici non è ancora pronto, ci alleniamo sui campi più piccoli ed è ovvio che poi si paga qualcosa.”

Dove può arrivare questa squadra? Potete pensare di fare l’impresa in un girone come il vostro?

“La nostra squadra è partita per salvarsi ed è giusto non parlare di altro finché il primo obiettivo non verrà raggiunto.”

Delle prime nove squadre ne avete affrontate sei e nella prossima, come già detto la settimana, la Pro Calcio Tor Sapienza. Cosa ne pensate di questo raggruppamento e delle squadre già affrontate?

“E’ un bel girone, difficile sia per chi ha sogni di gloria, sia per chi vuole salvarsi. Tutte le società hanno fatto un bel lavoro organizzando e pianificando una buona rosa. Non sarà facile fare punti in nessun campo.”

Qual è la sua filosofia di gioco?

“Non credo nelle filosofie, ma nella duttilità”

C’è un discorso aperto di crescita giovanile tra prima squadra e Juniores?

“La Boreale è una società storica, con il nuovo centro sportivo a breve diventerà una delle più importanti realtà del calcio romano. Leonardi e Fischer sono due presidenti che credono molto nella crescita dei ragazzi, non solo calcistica ma soprattutto umana. Penso che la cosa più bella per loro sia quella di portare in prima squadra giocatori cresciuti in casa, giocatori con un grande senso di appartenenza. Basti pensare a Pagnottelli. Comunque è difficile o quasi impossibile non vederli in tribuna il sabato o la domenica.”

Data la sua esperienza, secondo lei, oltre a essere l’allenatore, quale rapporto deve esserci con i ragazzi e cosa è importante trasmettergli?

“Con Vazzoler, con il quale collaboro da tre anni e che da quattro settimane conduce gli allenamenti di questa categoria, guidandoli anche il sabato in campo, abbiamo sempre cercato di creare con i ragazzi un rapporto che vada oltre il calcio, aiutandoli e soprattutto ascoltandoli. Vorremmo riuscire a trasmettergli i valori dello sport, ma non è facile riuscirci. Oggi il calcio non si vive più come un gioco, noi allenatori siamo spesso responsabili di atteggiamenti che vanno sopra le righe. Lo sport dovrebbe insegnarci quanto la lotta sia più importante del trionfo. Lo sport è un insegnante severo, ma che può prepararci alla vita.”

 

Prendete nota: da domenica prossima Sport In Oro andrà in diretta nazionale su Sky, canale 828