LUCI: “LA VITERBESE CASTRENSE SMENTISCE CATEGORICAMENTE QUALSIASI AGGRESSIONE”

LUCI: “LA VITERBESE CASTRENSE SMENTISCE CATEGORICAMENTE QUALSIASI AGGRESSIONE”

Chiamato da neppure una settimana a Viterbo, Alessandro Luci ha avuto fin da subito il suo bel da fare.

L’ex direttore sportivo della Lupa Frascati ha dovuto immediatamente gestire le asperità del dopo-Fregene e gli umori di una piazza che dai suoi beniamini pretende di tornare al più presto a calcare palcoscenici più consoni al proprio blasone.

Sulle vicende dell’immediato pre-partita del derby di domenica con il Montefiascone si è detto e scritto molto.

Per districarci nella giungla delle mille informazioni riportate abbiamo deciso di abbeverarci ad una fonte diretta ed il neo-direttore sportivo gialloblu ha brevemente interrotto il silenzio stampa tutt’ora in vigore alla Palazzina per fare luce su un episodio che ha suscitato molto clamore.

 

Luci, questa è la sua prima intervista ufficiale dalla sua nomina.

La ringraziamo, dandole il bentornato.

“Io ringrazio voi e ringrazio di cuore anche la famiglia Camilli per aver puntato su di me.

Dopo l’interruzione del mio rapporto con la Lupa Frascati a metà della passata stagione, cercavo un progetto serio e stimolante ed a Viterbo l’ho trovato.

Nei mesi scorsi avevo ricevuto alcune proposte che però ho declinato, questa era diversa per le grandi ambizioni della famiglia Camilli.

Qui ho trovato una società solida e con le spalle coperte.

La Viterbese Castrense non è una meteora, qui posso continuare il mio percorso di crescita ed imparare molto da persone che sanno molto di calcio, come il patron Piero ed il mio presidente Vincenzo.

Gente che ha portato in Serie D la Castrense partendo dal nulla e che poi ha condotto in Serie B il Grosseto.

Da persone del genere c’è solo da imparare”.

Una chiamata, quella della Viterbese Castrense, che comporta onori ma anche oneri…

“La squadra è molto seguita dai suoi tifosi.

A Viterbo il calcio lo si repira per strada ed i tifosi ti chiedono di vincere.

E’ normale che ci siano delle pressioni, ma è anche giusto che sia così”.

In passato lei ha lavorato con un altro presidente vulcanico come Alberto Cerrai.

Ha trovato dei punti di contatto tra lui e Camilli?

“Sono due imprenditori importanti, uomini di successo in ambito lavorativo.

Sono entrambi esperti conoscitori della materia calcistica e Cerrai è anche allenatore.

Tutti e due ti lasciano lavorare e non ti viene imposto nulla, anche se ci si confronta regolarmente.

Le similitudini sono essenzialmente nel fatto che entrambi sono ambiziosi, ma questo è naturale.

Lo dico sempre ai miei giocatori: qui sono stati investiti molti soldi e la società ha puntato su di voi per arrivare al successo finale.

Voi venite pagati per vincere ed è normale che quando le cose non vanno per il verso giusto, il club lo faccia notare”.

A Viterbo ha ritrovato Attilio Gregori…

“Parliamo di un grande allenatore, non capisco come possa allenare in questa categoria onestamente.

Voglio però sottolineare una cosa: abbiamo ereditato un grande gruppo di giocatori, sia quelli più esperti che quelli in età di lega.

Vanno attribuiti i doverosi meriti a mister Claudio Solimina”.

Veniamo ai fatti di domenica scorsa.

Cosa è accaduto nell’immediato pre-partita con il Montefiascone?

“Parlo in via ufficiale come direttore sportivo della Viterbese Castrense.

Dopo la brutta sconfitta di Fregene, i tifosi hanno chiesto un incontro alla squadra.

E’ stato un confronto duro, deciso, forte a livello dialettico, ma non ci sono schiaffi o pugni, come ho sentito o letto da alcune parti…”.

Lei dunque smentisce che sia stata compiuta un’aggressione ai danni di Federici e Giannone?

“Lo smentisco nella maniera più categorica possibile e con contezza perchè ero presente.

Ad esporsi sono stati il capitano e Rocco che è uno dei giocatori più amati a Viterbo anche per quello che ha fatto nella passata stagione.

I giocatori non sono stati costretti alle cure mediche.

Ho sentito parlare di ospedale, non scherziamo.

Vi pare che se fosse andata così, i giocatori sarebbero scesi in campo?”.

Dopo il confronto cosa è accaduto?

“I ragazzi sono entrati nello spogliatoio ed hanno parlato con il mister per parlare e caricarsi prima della partita”.

Avete avuto altri contatti con la tifoseria nei giorni successivi?

“I tifosi si sono complimentati con la squadra per la prestazione di domenica e con loro abbiamo siglato un patto.

Tutti insieme possiamo e dobbiamo arrivare al successo finale.

I tifosi sono fondamentali per noi, ci seguono ovunque con grandissima passione e noi abbiamo il dovere di ripagarli con impegno e prestazioni adeguate”.

Quale caratteristica deve sfoggiare la Viterbese Castrense può riuscire a vincere questo campionato?

“La cattiveria agonistica.

Ho avuto modo di vedere la squadra tre volte in questa stagione prima che la famiglia Camilli mi chiamasse.

A questa squadra non manca nulla per centrare l’obiettivo, ma dobbiamo essere cattivi, altrimenti non andiamo da nessuna parte.

E’ un punto sul quale ci siamo confrontati con i ragazzi, trovando massima condivisione con loro e con la società”.

Domenica prossima andrete a Montecelio.

La squadra di Oddi è praticamente salva.

Questo rappresenta un vantaggio o un’insidia?

“Sarà una partita molto difficile, anzi sarà forse più difficile dello scontro diretto con il Rieti.

Questo perchè loro sono sereni e giocheranno con la testa sgombra.

In più annoverano tra le loro fila giocatori importanti ed in grado di mettere in difficoltà chiunque.

Dovremo scendere in campo con il massimo rispetto del Montecelio, ma anche con lo stesso piglio esibito domenica scorsa con il Montefiascone”.

Cosa si sente di promettere ai tifosi a nome del club?

“La squadra garantirà il massimo impegno per arrivare a vincere questo campionato.

La squadra darà il 150% per tagliare il traguardo e lo farà per il rispetto che si deve portare a questi meravigliosi tifosi e ad una proprietà che non sta lesinando sforzi per riportare il nome della Viterbese nelle categorie che le competono”.