MARCO CALCAGNI: “LA MIA NUOVA VITA AL GRIFONE, MA SARO’ SEMPRE GRATO ALL’URBETEVERE”

MARCO CALCAGNI: “LA MIA NUOVA VITA AL GRIFONE, MA SARO’ SEMPRE GRATO ALL’URBETEVERE”

a cura di Massimo Confortini

Nel mondo del calcio da ormai tanti anni è il risultato, la vittoria, la priorità assoluta. Ma in questo contesto esistono ancora allenatori a cui piace insegnare ai ragazzi il gioco del pallone, a cui piace avere un rapporto quasi familiare con i giovani calciatori con cui quotidianamente dividono il rettangolo verde. Uno di questi è Marco Calcagni, un passato all’Urbetevere e un presente targato Grifone Monteverde.

E’ il mio primo anno al Grifone, e devo dire che mi sono trovato benissimo. Ho lasciato l’Urbetevere, una realtà completamente diversa, a cui resto comunque molto legato, ma che dava pressioni diverse”.

Calcagni, dopo l’esperienza con il club di via della Pisana, culminata con la panchina dei Giovanissimi Fascia B Elite ha scelto di proseguire con le categorie che escono dalla scuola calcio: “Quest’anno ho il gruppo dei 2000. Certo, il campionato Provinciali è senz’altro diverso da quello Elite, ma anche in questo contesto ci si può togliere diverse soddisfazioni. Quella del Grifone Monteverde è una realtà in rapido sviluppo. Non dimentichiamoci che Mazzoleni, è tra i portieri convocati in Rappresentativa Allievi. Abbiamo dato un ragazzo del ’97 anche al Catania, ora fa il campionato Nazionale. Abbiamo tanti gruppi promettenti, una scuola calcio in ascesa costante, e due personaggi come Silvestri e Biagioni che rappresentano una garanzia. Non nascondo che la loro stima mi ha invogliato molto a prendere questa scelta”.

Una nuova vita lavorativa, che però non esclude un’occhiata al recente passato: “L’Urbetevere resta la mia seconda casa. Molto spesso vado al campo vedere le partite. Grazie a loro ho esordito negli Elite, mio figlio Daniele ha fatto il salto di categoria e quest’anno è passato al Pescara dopo la formazione data da questa società. Ho un rapporto splendido con Rapone e Stazi, e gli auguro di vincere quest’anno il primo titolo regionale. Sarebbe strameritato, speriamo sia l’annata giusta”.

E se deve sbilanciarsi in un pronostico, Calcagni non si nasconde: “Beh, spero con tutto il cuore che a vincere questo titolo siano i 2000, perché li ho seguiti per due anni, li sento come una mia “creatura” (sorride). A quell’età i ragazzi sono spugne, e a me piace proprio questa categoria, perché permette di insegnare calcio, non necessariamente all’insegna del “Dio risultato”. Io poi ho un tipo di approccio particolare con i ragazzi: so che l’allenatore dovrebbe essere distaccato, ma io non riesco a non legarmi ai miei giocatori”.

L’ultima parentesi mister Calcagni la apre su suo figlio Daniele: “E’ a Pescara, e le cose sono iniziate in modo positivo. In quattro mesi è già riuscito a guadagnarsi un posto stabile nella rosa degli Allievi Nazionali sotto età. Ha stretto amicizia e si è integrato bene, in un ambiente molto positivo che può farlo crescere molto”.