Ottavia, la schiettezza di Porcelli: “Per i play-out servono quindici punti. Il Pomezia fa paura, ma ho fiducia nei miei ragazzi”

Ottavia, la schiettezza di Porcelli: “Per i play-out servono quindici punti. Il Pomezia fa paura, ma ho fiducia nei miei ragazzi”

La sconfitta di misura giunta a Ladispoli, dove un paio di decisioni arbitrali hanno fatto irritare (eufemismo) calciatori e staff tecnico, ha interrotto la bella serie di sei risultati utili consecutivi che aveva permesso all’Ottavia di accorciare le distanze rispetto alla zona-play out.

Ad otto giornate dalla fine sono così rimasti sei i punti che separano la formazione di via delle Canossiane dal tredicesimo posto, attualmente occupato dal Fiumicino.

Alla vigilia del turno infrasettimanale che domani porterà la sua squadra ad affrontare la capolista Pomezia, abbiamo intercettato mister Pino Porcelli che con la proverbiale sincerità ha analizzato il momento dei suoi.

 

A Ladispoli è giunta una sconfitta che ha lasciato molto amaro in bocca.

Che partita è stata?

“Abbiamo perso partita con mezzo tiro in porta, questa è la verità.

Al di là del gol, loro non hanno mai creato occasioni e dopo l’espulsione subita a mezz’ora dal termine sono stati bravi a compattarsi tra le linee.

Noi comunque abbiamo costruito un paio di occasioni importanti ed a mio avviso ci sono stati negati un paio di rigori netti nella stessa occasione, prima per un intervento con un braccio in barriera di Toscano su un calcio di punizione a nostro favore e poi sullo sviluppo dell’azione per un fallo netto ai danni di Neri.

Non mi è piaciuto il metro arbitrale ed a fine partita ho protestato in maniera veemente nei confronti del direttore di gara.

Peccato, perché il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, ma ci tengo comunque a ringraziare la dirigenza del Ladispoli per l’ospitalità e per l’accoglienza da Serie A nei nostri confronti”.

Negli ultimi due mesi avete comunque invertito la rotta.

Che cosa non ha funzionato nella prima parte della stagione?

“L’ho già detto e lo ribadisco.

In prima persona abbiamo sbagliato io, il direttore e la società in sede di campagna acquisti.

Già in partenza sapevamo di dover affrontare un campionato di sofferenza e forse abbiamo puntato su calciatori forti ma non abituati a stagioni di tipo diverso.

Penso, ad esempio, ad uno come Gianluca Toscano che ha sempre fatto parte di rose chiamate a lottare per i primi posti.

Con noi faceva fatica, perché spesso era chiamato a partite di grande sacrificio e non era adatto ad un gioco simile.

Domenica ci siamo salutati e mi ha fatto enormemente piacere, perché oltre ad essere un grande giocatore si è dimostrato una bella persona.

A dicembre comunque abbiamo inserito in squadra gente come Benedetti, Di Bari, Fondi che ci sta dando una grossa mano per provare a raggiungere il nostro obiettivo, anche se sappiamo che non sarà affatto semplice”. 

Domani arriva all’Ivo Di Marco la capolista: una squadra imbattuta e reduce da otto successi consecutivi.

Come la si ferma?

“All’andata riuscimmo a fermare il Pomezia, collocando un pullman davanti alla nostra porta.

Temo che domani ne serviranno due, oppure un autotreno con rimorchio.

Indubbiamente, come all’andata servirà una grossa dose di fortuna, anche se ricordo che lì a Torvaianica nel finale avemmo una grossa occasione con Casella, su cui fu decisivo il salvataggio di De Angelis.

Loro hanno tanta qualità e, secondo me, la mossa vincente del loro direttore è stata prendere uno come Luca Teti, un giocatore che avrebbe tutte le carte in regola per giocare in Serie C e che anni fa fu bravo Andrea Di Giovanni a trasformare da centrocampista in centravanti.

E’ inutile girarci intorno, il Pomezia mette paura, ma noi faremo del nostro meglio per non fargli suonare la nona sinfonia.

Anche noi abbiamo le nostre qualità.

Loro dispongono di grandi attaccanti, ma noi abbiamo degli ottimi difensori ed io nutro grande fiducia nei miei ragazzi.

Peraltro, nei confronti diretti con Scaricamazza vanto dei buoni precedenti, dunque chissà…”.

Qual è la chiave per annullare il divario dalle squadre che vi precedono nelle prossime otto gare e giocarvi il tutto e per tutto ai play-out?

“Arrivati a questo punto della stagione, con i pareggi la muovi poco la classifica.

Io credo che sarebbe necessario ottenere cinque vittorie nelle prossime otto gare e non sarà facile, considerando che dovremo anche affrontare le prime tre della classe.

La squadra è comunque in salute ed oggi ci ritroveremo al campo per preparare la prima di otto partite decisive”.

In una recente puntata di “Sport in Oro” hai dichiarato che questa per te sarà l’ultima stagione da tecnico.

Sei sempre dello stesso avviso o potresti anche ripensarci?

“Sinceramente non mi vedo più come allenatore.

Se non si sente dentro quella carica, quell’adrenalina che poi devi trasmettere alla tua squadra, è giusto che si rimanga fuori. 

Siedo in panchina da 33 stagioni e sto facendo grandi sacrifici.

In futuro mi vedo più in un ruolo dirigenziale.

Credo sia il momento di dire basta con la panchina, ma penso che il Presidente Braconi ed il Vicepresidente Maselli sapranno comunque trovarmi un ruolo importante all’interno di questo club, a prescindere dalla categoria che affronteremo l’anno prossimo.

Se poi non sarà così, chiederò al mio amico Raffaele Minichino di poter fare l’opinionista a Sport in Oro (ride)…

Battute a parte, questo non è il momento di pensare al futuro.

L’Ottavia è attesa da un finale di stagione molto impegnativo e farà il massimo per raggiungere il suo obiettivo.

Nelle prossime otto gare dovremo lottare con il coltello tra i denti”.