PROMOZIONE: ALBANESI (ROD. MORANDI): “TORNARE A GIOCARE IN ITALIA PIU’ FACILE CON LA MAGLIA ROSSOBLU’, DOBBIAMO SALVARCI!”

PROMOZIONE: ALBANESI (ROD. MORANDI): “TORNARE A GIOCARE IN ITALIA PIU’ FACILE CON LA MAGLIA ROSSOBLU’, DOBBIAMO SALVARCI!”

A cura di Giovanni Crocè

Tornare a casa ha sempre un sapore speciale soprattutto con tante sensazioni addosso dopo la prima fugace esperienza di vita e di calcio in un campionato estero, e non c’è modo migliore per ricominciare dalle proprie parti se non indossando una casacca amica. Questo più o meno è quel che è successo nel breve periodo a Marco Albanesi, giovane (classe 1993, centrocampista) emigrante di ritorno dall’esperienza in prova al Melita, serie B maltese. Ora veste di nuovo, come per l’anno passato in Eccellenza, il rossoblù ostiense del Rodolfo Morandi.

 

Marco Albanesi, qui in divisa Rodolfo Morandi, centrocampista playmaker classe 1993, è grande tifoso della Roma e di Antonio Cassano
Marco Albanesi, qui in divisa Rodolfo Morandi, centrocampista playmaker classe 1993, è grande tifoso della Roma e di Antonio Cassano

Marco, hai dato sempre l’idea di trovarti a meraviglia con la maglia del Rodolfo Morandi, si sta davvero così bene nonostante il costante rischio di retrocessione, quest’anno?

La retrocessione è un evento che arriva dal campo ma all’interno della società Rodolfo Morandi non ci sono spaccature o problemi ed anzi la cosa piacevole è che sono tornato dopo aver cercato di farmi contrattualizzare dal Melita Fc, squadra Maltese di serie B, e non riuscendovi perchè là c’è un limite agli stranieri e soprattuto perchè ero arrivato a preparazione estiva già ampiamente iniziata, sono tornato qua di buon grado. In estate il Morandi mi ha riscattato per intero dopo la retrocessione dall’Ostiamare, dove ho fatto il settore giovanile, e sono tornato volentieri alla base, anche perchè fino a dicembre non potevo andare via, poi è adesso una mia scelta quella di restare. Perchè raddrizzare questa “barca” è un obbligo morale ed un piacere. E’ arrivata domenica la nostra prima vittoria in campionato con mister Bernabei, contro il Falasche, ma se non faremo bene anche domani col Santa Marinella non sarà servito a molto, guardiamo avanti.

Adesso sono arrivati anche alcuni rinforzi in avanti che già possono farvi recuperare punti, come Pacchiarotti in avanti, ma come mai allora tante difficoltà?

Adattarsi a un nuovo campionato non è mai facile poi è chiaro che non avevamo la testa giusta, l’amalgama era assente e ora ha pagato mister Di Marco, ma o qua sono tutti matti o siamo incoscienti, ma sentiamo di potercela fare quantomeno a salvarci bene. Adesso però bisogna dare seguito alle parole con vittorie sul campo….

 

 

   Per chi non ti conosce, che ruolo hai e quali sono i tuoi idoli? ALBANESI MORANDI

   Io sono un ragazzo del posto, di Ostia, centrocampista centrale o     mezzapunta. Ho fatto le giovanili all’Ostiamare, e soprattutto gli anni di    Allievi Elite e Juniores Elite e una parte del ritiro con mister caputo due  anni fa appena promossi dall’Eccellenza in serie D sono ricordi magnifici,  poi la società ha scelto di lasciarmi partire, ma allenatori come mister Patanella  e compagni di squadra come Gianluca Metta, mio coetaneo del 1993, e  il mitico capitano Maurizio Alfonsi li terrò sempre presenti nella mente come i  calciatori più forti con cui abbia mai potuto giocare e condividere vita di spogliatoio e  mi reputo onorato di aver vestito i colori biancoviola. Come tanti in prestito del   Morandi dall’Ostiamare, restare giocare all’Anco Marzio è sempre un punto di contatto con una parte della mia vita che terrò sempre gelosamente custodita  tra i ricordi più belli. Come idoli da sempre Totti e Cassano, e recentemente  anche Pjanic, mostruoso nel mio ruolo. Si vede che sono romanista?

 

Decisamente sì, e Mister Bernabei che tipo è?

Tutti sapete che ha vinto campionati, ha fatto benissimo ad esempio a Fregene, è un grande lavoratore, che porta qua al Morandi la sua bravura tattica, perchè di quello abbiamo grande bisogno per mettere ordine tra i reparti, e fiducia. Le sue esperienze in squadre di ogni tipo, da chi lottava per salvarsi a chi cercava di vincere i campionati, ci stanno migliorando un po’ sotto ogni parametro e speriamo di sbrigarci a far pagare questo duro lavoro sul campo.

 

Cosa ti ha lasciato l’esperienza maltese nel Melita Fc e cosa ti aveva spinto a cercare di andare via dall’Italia?

Ovvio che in una situazione come la mia, dove avevo finito il liceo e cercavo di aprirmi un po’ dappertutto nuovi orizzonti, di dare ampiezza alla mia vita, l’idea di vedere di farcela da solo in un paese straniero ma comunque a due passi da casa tra traghetto ed aereo, mi ha spinto a fare le valige e provare a vivere da solo, o meglio, accompagnato dalla mia fidanzata. I miei hanno da subito approvato, e sono felice anche se purtroppo poi hanno scelto di non tesserarmi perchè era troppo tardi verso metà agosto. per inserirsi in una squadra già formata e con un limite di stranieri stringente. Ci sarebbe voluto Cristiano Ronaldo per essere tesserato in corsa per una serie B, e per un giovane che veniva dalla Promozione, al primo impatto con un campionato comunque semipro non era semplice. Poi ho abbinato il calcio ad un altro lavoro, in gelateria, e mi trovavo anche abbastanza bene. Ho resistito fino a fine ottobre, poi i soldi dell’affitto da pagare mi lasciavano le briciole in mano e sono dovuto tornare qua. Ma adesso la monotonia di certe serate, e la voglia di farcela credo che a maggio mi spingeranno a riprovare, stavolta con più tempo per allenarmi, e il sogno è di essere tesserato in quel campionato.

Cosa ti è piaciuto di Malta e del campionato maltese di serie B?

A onor del vero io sto cercando anche di studiare per l’università e fare qualche corso adesso, ma l’ideale per me sarebbe studiare e giocare a calcio là con le persone a me care come la mia ragazza perchè dopo 2o anni a Roma l’impatto con la società e la gente maltese è stato molto più positivo del previsto, li ho trovati ospitali. Mi ha stupito solo l’assenza di prese elettriche per legge all’interno dei bagni e l’assenza di acqua potabile, perchè là nell’isola viene ritenuta un bene prezioso, ma per il resto devo dire che dato che l’Italia tra l’altro è vicinissima, non vedo un solo motivo per cui non consigliarvela come meta turistica o di vita, là la qualità della vita è elevata. Ah, dimenticavo, io non sono mai stato amante delle discoteche nonostante la giovane età ma là d’estate chi ci è stato sa che è un vero paradiso, un pandemonio (dice ridendo)

 

La colonia italiana a Malta (ricordiamo Ruggiero, appena tornato al Rieti) è folta, calcisticamente parlando?

Io ero in prova in serie B ma chi segue il calcio sa che negli Sliema Wanderers, nella massima serie, tuttora alcuni giocatori italiani, come Navarra (attaccante ex fidene classe 1993, punta centrale) e Barbetti (ex tra le tante della Cisco Roma, centrocampista), sono tra gli stranieri più apprezzati e pagati della loro serie A, quindi siamo ben visti anche se là a Malta siamo davvero tanti, noi per loro siamo calcisticamente il primo e più vicino punto di riferimento. Poi là la dimensione del professionismo non è ancora totale, considera che tutte le gare più importanti si giocano in 2-3 impianti tutti vicini, di cui il più celebre è quello dove ha giocato recentemente anche l’Italia, il Ta’quali Stadium, lo stadio nazionale: là 5-6 squadre condividono lo stesso impianto di gara, quindi molte volte il concetto di “fuori casa” o “in casa” di fatto non esiste e a me ha fatto molto strano, per alcune cose si vive come in una favola, un calcio di una volta

Grazie a te Marco, auguriamo a te ed al Morandi la salvezza ed un campionato di soddisfazioni da qua in avanti…

Grazie a te Giovanni, e buon campionato a tutti i tifosi del Rodolfo Morandi ed appassionati di calcio, noi dobbiamo la salvezza a chi crede in noi e speriamo di farcela quest’anno!