ROMULEA, BENEDETTI: “LA MIA SQUADRA E’ CORAGGIOSA”

ROMULEA, BENEDETTI: “LA MIA SQUADRA E’ CORAGGIOSA”

Confermato alla guida dei Giovanissimi Elite della Romulea dopo gli ottimi risultati raggiunti nella seconda metà della scorsa stagione, Stefano Benedetti sta facendo le prove generali con il suo gruppo dei 2002 nel Memorial Alessandro Bini.

Il giovane tecnico romano è intervenuto ai nostri microfoni per analizzare l’inizio di stagione dei suoi e gli ottimi risultati che stanno maturando nella kermesse del Cinecittà Bettini.

Mister, complimenti per i risultati che state raggiungendo.

Te lo aspettavi di riuscire a superare corazzate del calibro di Savio ed Ostiamare?

Sinceramente no, queste squadre sono attrezzate per arrivare fino in fondo in campionato e sono costruite per vincere.

Noi stiamo creando un buon gruppo, ci sono molti ragazzi nuovi che si approcciano per la prima volta ad un campionato d’Elite, sto ruotando equamente tutti gli elementi per garantire il giusto minutaggio a tutti.

In campo mettiamo cuore e coraggio, è questo quello che chiedo ai miei ragazzi: stiamo dimostrando che, in una partita da dentro o fuori, possiamo giocarcela con chiunque“.

Ora che siete in semifinale nel Torneo Bini è lecito sognare…

Sicuramente, anche se non abbiamo nessuna pressione di far risultato.

Questo prestigioso Torneo, per noi, è una grande occasione per testare i ragazzi e rodare il nostro sistema di gioco, ci serve per arrivare preparati a domenica, quando si inizierà a fare sul serio“.

Sistema di gioco che avrai modo di perfezionare ed ottimizzare visto che, in questa stagione, hai preso il gruppo ad Agosto…

Si, lo scorso anno, subentrando a Febbraio, ho provato a trasmettere ai ragazzi il mio credo calcistico, anche se era importante fare risultati per mantenere la categoria.

Quest’anno è totalmente differente, lavorare con i ragazzi sin dai primi giorni ci permette di affinare dei meccanismi che, in pochi giorni, sarebbe difficile mettere in pratica“.

Qual è il credo calcistico di Benedetti?

A me piace giocare palla a terra, mi piacciono le squadre che costruiscono il gioco dal basso ed è questo che sto chiedendo e che chiederò alla mia Romulea: so che non è facile, so che potremmo sbagliare e subire gol ma non importa, l’importante è che i miei ragazzi imparino il gioco del calcio senza buttare via il pallone.

Il mio obiettivo, al di là del bel gioco, è quello di formare i ragazzi sia come uomini che come atleti affinché possano essere utili alla crescita della società o spiccare il volo verso realtà del professionismo“.