RUSSO, UN EX ARBITRO SULLA PANCHINA DELL’AUDACE: “VOGLIO DIMOSTRARE DI MERITARE QUESTA CATEGORIA”

RUSSO, UN EX ARBITRO SULLA PANCHINA DELL’AUDACE: “VOGLIO DIMOSTRARE DI MERITARE QUESTA CATEGORIA”

Esordiente assoluto nel massimo campionato regionale, Francesco Russo si è calato con palpabile entusiasmo ed altrettanta serietà in un’avventura affascinante quanto insidiosa.

Quello dell’Audace Sanvito Empolitana è un progetto importante, concreto, ma pur sempre all’anno zero.

Essere stato scelto per avviarlo scatena sentimenti di orgoglio, ma carica sulle spalle di un ragazzo, che a trentotto anni ha già attraversato tre vite calcistiche, una grande responsabilità.

Dalla breve chiacchierata con lui sono emersi dettagli curiosi ed aspetti sorprendenti nel carattere di uno tra i più giovani tecnici della categoria.

 

Cominciamo, come da prassi, dall’inizio.

Da dove parte l’amore di Francesco Russo per il calcio?

“Non sono stato un calciatore di rango.

Ero un portiere modesto e sono arrivato solo fino alla Seconda Categoria”.

E’ vero che prima di cominciare il percorso da allenatore ha fatto anche l’arbitro?

“Sì, e mi piaceva molto.

Ho dovuto smettere perchè gli impegni erano molti e non potevo conciliarli con la mia attività lavorativa”.

Lei è di Aprilia.

So che è anche un accalorato tifoso delle Rondinelle.

“Sono da sempre tifosissimo dell’Aprilia.

E’ una passione che mi porto dentro sin da quando ero bambino”.

A Genazzano è invece cominciata la sua terza vita calcistica, quella da tecnico.

“Mi sono sposato e sono venuto a vivere qui.

Nel settore giovanile dell’Audace Genazzano ho svolto tutta la trafila: ho allenato gli Esordienti, i Giovanissimi, gli Allievi ed infine quello che considero il mio piccolo capolavoro: la vittoria nel campionato Juniores Regionale.

Successivamente è arrivata la chiamata di Enrico Festa che mi ha condotto a Colleferro ed anche lì non sono mancate le soddisfazioni”.

Chiusa a gennaio l’esperienza in rossonero, ha preso il patentino.

“Sono rientrato nel corso Uefa B per un soffio ed alla fine ho superato l’esame.

Una bellissima soddisfazione che mi ha aperto le porte dell’Audace Sanvito Empolitana”.

Ci parli di quei momenti.

“E’ stata una chiamata inaspettata.

Da questo punto di vista devo ringraziare innanzitutto Marco Guidi, che è stato folle al punto da pensare a me.

Se devo pensare alla mia crescita da allenatore, il ringraziamento debbo estenderlo a Roberto Ercoli, che è stato il primo a credere in me”.

Parliamo di campo.

Finora avete avuto un rendimento più che confortante tra le mura amiche, mentre avete incontrato qualche difficoltà lontano dal “Le Rose”.

“Credo di poter dire che la disparità nei punti raccolti dipenda anche dalle formazioni fin qui affrontate.

In casa, ad eccezione del Cassino che ritengo insieme al Colleferro la prima favorita del torneo, abbiamo giocato con avversari di pari livello, mentre fuori ce la siamo vista con il Serpentara di Lucidi, un maestro, e proprio con i rossoneri di Fraioli.

Non è un caso che nell’unico confronto diretto in trasferta, a Boville Ernica, abbiamo raccolto un punto, meritandone forse qualcuno in più”.

Una spiegazione che può attagliarsi anche al dato delle reti realizzate (13) e di quelle subite (12)?

“La nostra è una squadra molto giovane.

I ragazzi sono nati tutti negli anni ’90, con solo un paio di eccezioni tra cui il nostro capitano Vinicio Quaresima.

Questo ci rende una squadra sbarazzina, ma che chiaramente può farci pagare qualcosa sotto il profilo dell’esperienza.

Tutti quanti però si stanno facendo carico delle loro responsabilità e questo mi rende fiero di loro e fiducioso per il futuro”.

Insieme a Terrazzino del Borgo Podgora, Meacci è il capocannoniere del torneo.

“Mi piace sottolineare le qualità morali prima ancora di quelle tecniche di Massimo.

E’ un ragazzo dall’intelligenza superiore alla media dei suoi coetanei e mi ha sorpreso molto dal punto di vista umano.

E’ sempre tra i primi ad arrivare al campo e si mette sempre a disposizione del gruppo.

Quando c’è da aiutare un compagno, lui non si tira mai indietro.

Meacci non fa soltanto i gol, ma è pure prezioso in fase difensiva.

La sua generosità a Boville lo ha portato a prendere un brutto colpo alla testa ed è stato portato via in ambulanza per accertamenti.

Nonostante questo, la domenica successiva ha voluto esserci ad ogni costo”.

La vostra è una rosa composta in prevalenza da under, ma di ottimo livello.

“Il lavoro del ds Lauri e del dg Guidi è stato eccezionale.

Abbiamo tre ragazzi in Rappresentativa, ma tutti i nostri ragazzi sono splendidi.

Nomi non mi piace farne, però dico che punto molto su Saccucci, che all’inizio ha fatto un po’ fatica a calarsi nella nuova categoria, ma ci darà moltissimo”.

Domenica sarete di scena a Minturno.

“Conosco bene il loro campo per averci giocato ai tempi della Juniores.

E’ in terra battuta, uno dei pochi rimasti in questa categoria.

Per loro questo costituisce certamente un vantaggio e lì proveranno a guadagnarsi la salvezza.

Per non farci trovare impreparati, durante la settimana ci alleneremo a Cerreto Laziale su una superficie analoga”.

Casella e Mastropietro: com’è il suo rapporto con i due presidenti?

“Ottimo.

Sono due grandi imprenditori che si sono messi a disposizione della società, come se giocassimo in Serie A e non in Eccellenza.

Hanno progetti molto ambiziosi per l’Audace e l’aspetto che desidero rimarcare è la loro costante presenza accanto alla squadra.

Sono due persone molto positive”.

Cosa si aspetta Francesco Russo da questa stagione?

“La società mi ha dato una grande opportunità ed io mi sono gettato a capofitto in questa avventura.

Qui mi sento protetto e stimato e spero di poter ricambiare dando a questo club le soddisfazioni che merita.

Ai tempi di Colleferro, Enrico Baiocco mi diceva sempre che avevo la stoffa per intraprendere questo percorso .

Per quanto mi riguarda, spero di riuscire a dimostrare di poter fare questa categoria, anzi ne sono convinto.

Sono consapevole che si tratta di un esame importante, ma sono pronto e non mi manca la voglia di fare”.

Più facile sedere in panchina o indossare la giacchetta nera?

“Senza dubbio fare l’allenatore.

Adesso, se la squadra che alleno vince, i miei errori passano in secondo piano.

Quando li facevo da arbitro, invece non se li dimenticava nessuno (ride)…”.