SCORSINI E LA CORTE DEL FLAMINIA: “MI SENTO PRONTO PER LA SERIE D”

SCORSINI E LA CORTE DEL FLAMINIA: “MI SENTO PRONTO PER LA SERIE D”

Quella del Real Monterosi è stata certamente una stagione caratterizzata da grandi picchi emotivi.

Ad un girone d’andata da consegnare agli annali del club biancorosso ha fatto seguito un ritorno durissimo e pieno di vicissitudini.

La salvezza è infine giunta grazie al vittorioso play-out con il Città di Monterotondo e adesso per Marco Scorsini si apre il momento delle riflessioni.

Il presidente Cialli gli ha già manifestato ampiamente la volontà di confermarlo in panchina anche per la prossima stagione.

Lui sorride soddisfatto, ringrazia e prende atto ma anche tempo.

Da giocatore ha vissuto una carriera tra i professionisti, mentre da allenatore ha preferito partire dalla Promozione per costruire quella gavetta che meglio gli avrebbe fatto capire se fosse o meno nelle sue corde il nuovo mestiere.

Dopo sette anni di apprendistato, ora sente prossimo il momento di cimentarsi con un campionato di maggior rilievo e la stima di gente come Roberto Ciappici, patron di una Flaminia Civitacastellana che sta per archiviare la pur fruttuosa liaison con Lillo Puccica, non può lasciarlo indifferente.

Tra presente e possibili sviluppi futuri, Scorsini sfoglia la margherita e si racconta senza nascondersi.

 

Mister, è stata dura ma ce l’avete fatta.

“Chi è stato accanto a me durante questa stagione sa che c’è stato molto da lavorare, ma riuscire a festeggiare la salvezza, riuscendo anche a battere una squadra come il Città di Monterotondo, ossia quella che in molti conseideravano la migliore del lotto delle partecipanti ai play-out, rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio”.

La vostra è stata un’annata senza mezze misure.

Ce la può riassumere?

“Siamo partiti il 5 agosto scorso con un progetto verde ed un budget molto ridimensionato rispetto agli anni passati.

Inizialmente eravamo tutti consapevoli che avremmo faticato fino alla fine, poi però attraverso un lavoro che definirei maniacale siamo riusciti a disputare in maniera strabiliante le prime diciannove partite, battendo squadre del calibro di Viterbese, Rieti, Ladispoli e Civitavecchia”.

Cosa è accaduto in seguito?

“A dicembre non siamo intervenuti sul mercato e la rosa è stata impoverita da alcuni infortuni e squalifiche.

In aggiunta a questo, devo anche sottolineare che mai mi era capitato in carriera di assistere all’ammutinamento di un gruppo come è accaduto da noi.

Un episodio del genere rappresenta un monito per il futuro, è stato come se ci avesse morso una vipera.

Non voglio colpevolizzare nessuno, anche se nel muro contro muro che si è venuto a creare tutte le parti in causa sono uscite sconfitte.

A due mesi dalla fine del torneo ci siamo ritrovati con una rosa composta da una decina di Allievi, alcuni Juniores e pochi calciatori d’esperienza.

E’ stato costruito un gruppo che doveva affrontare il doppio impegno tra sabato e la domenica ed alla fine sia la prima squadra che la Juniores Regionale sono riuscite a mantenere la categoria.

Salvarsi è stata un’impresa durissima, ma ce l’abbiamo fatta e desidero ringraziare pubblicamente il mio staff ed i ragazzi”.

In occasione del match di domenica scorsa c’è stato un acceso diverbio con Stefano Sgherri.

“Con Stefano c’è sempre stato un rapporto corretto, fin dai tempi in cui ci affrontavamo sui campi della C.

Lui, attaccante e capitano di Chieti e poi Angolana, io difensore centrale e capitano di Fano e poi Foligno.

Ci siamo trovati di fronte tante volte ed erano bei duelli, duri ma sempre leali.

A fine match abbiamo parlato e ci siamo stretti la mano.

Chi ha calcato i campi di calcio sa che queste cose possono accadere, quando la posta in palio è altissima.

Episodio chiuso, comunque”.

A chi dedica la salvezza Marco Scorsini?

“Ai miei primi tifosi, ossia alle due persone che mi seguono ovunque: mia moglie e mio figlio.

Facendo questo come lavoro, a volte porto con me a casa tensioni che loro mi aiutano a sopportare.

Non posso che ringraziarli”.

Per il presidente Cialli Scorsini è assolutamente confermato.

Lei cosa risponde?

“Monterosi è come una seconda casa per me.

In questa stagione vissuta insieme sento di aver dato cuore ed anima alla società.

C’è stato un momento in cui eravamo come un galeone alle prese con i marosi dell’oceano, ma siamo riusciti ad arrivare in porto.

Ieri abbiamo concluso ufficialmente la stagione agonistica e nei prossimi giorni ci ritroveremo per celebrarla con una cena conviviale.

Credo che lì faremo il punto della situazione insieme…”.

Si parla con insistenza di un suo possibile approdo a Civita Castellana per raccogliere l’eredità di Puccica.

Cosa c’è di vero?

“Non posso negare che ci siano realtà di categoria superiore che mi stanno cercando.

Con il presidente Cialli esiste un rapporto profondo sia sotto il profilo umano che sotto quello professionale.

Valuteremo insieme e poi decideremo.

Voglio però rimarcare un aspetto: ho cominciato la mia carriera da allenatore sette anni fa, decidendo personalmente di partire dalla Promozione per fare la giusta gavetta.

Ho avuto la fortuna di lasciare un buon ricordo ovunque sia andato e non sono mai retrocesso.

Domenica scorsa ho affrontato per la prima volta nella mia carriera i play-out ed è andata bene.

Il mio unico cruccio è che spesso in me hanno visto l’uomo delle salvezze insperate e quello che lancia i giovani, mentre almeno una volta mi piacerebbe allenare una squadra che abbia ambizioni più importanti”.

Si sentirebbe pronto per il salto tra i dilettanti nazionali?

“Onestamente sì, ma devo comunque riflettere attentamente.

Non so ancora se lascerò l’Eccellenza per andare in Serie D, però nella carriera di un tecnico passano dei treni ed ora devo capire quale sarà per me la soluzione migliore”.