A cura di Giovanni Crocé
Mister Roberto Rambaudi, questa domenica pomeriggio alle 14.30 arriva a farvi visita allo stadio “Casal del Marmo” la Nuorese di mister Bacci, c’è da giurare che sarà una bella partita…
Loro giocano bene, hanno elementi di qualità come la prima punta Cappai e Cadau, un brevilineo che può dare velocità sull’esterno, quindi sarà battaglia perchè noi vogliamo fare il salto di qualità a livello mentale per far diventare evidente il buon lavoro che abbiamo fatto anche quando abbiamo raccolto meno ed in particolare come molti evidenziano parte tutto dall’atteggiamento, io sono fissato anche con i minimi particolari, anche in allenamento: chi si allinea a questo mio desiderio gioca, altrimenti sta fuori ed è già successo, possiamo e dobbiamo salvarci in tranquillità.
Tra i sicuri indisponibili chi annoverate in vista di sabato?
Senza dubbio non saranno della partita Cipriani, Pentassuglia e Simonetta, più qualcuno che magari all’ultimo minuto non ci sarà e quindi vediamo come disporremo in campo le pedine, c’è ancora qualcosa da decidere in formazione, ma vorrei che non ci fossero più certi sprechi come nel primo tempo col Palestrina, che ci sono costati la sconfitta domenica. Purtroppo il nostro grande limite mentale è questo, la mancanza di continuità, altrimenti la rosa è di buona levatura mediamente e potrebbe fare ancora meglio di quello che ha fatto finora…
C’era timore che lei fosse a rischio esonero dopo qualche risultato negativo, come quando perdeste fragorosamente contro la Viterbese, invece dopo qualche bella vittoria, tra cui quella con l’Ostiamare, è apparso evidente che erano voci infondate…
Non so di preciso chi metta in giro voci assolutamente false e figlie forse dell’emotività del momento ma con il nostro D.s. e factotum Marcello Tolu c’è totale unità di vedute altrimenti dopo le mie precedenti esperienze non sarei qua e vi posso garantire che ho rifiutato anche proposte in categorie superiori per essere l’allenatore dell’Astrea perchè qua c’è tutto quello che cerco: lavoro e organizzazione fatti in un certo tipo, e quindi resto ben volentieri anche per l’anno prossimo, come detto non ne faccio assolutamente una questione di A, B, Lega Pro o prima categoria, mi interessa poter fare calcio con determinati crismi e qua si può fare.
Parlando del campionato dell’Astrea, tra i vari Di Benedetto, Briotti, Sannibale, Giuntoli, Simonetta, Di Fiordo, sembrate anche troppo qualitativi per dovervi salvare…
Certamente ci sono calciatori sopra la media tecnica della categoria ma se non si fanno le cose con applicazione in ogni singolo particolare dentro e fuori dal campo tutti ti possono battere, e questo vale in ogni giornata di ogni categoria, qua all’Astrea ci sono elementi che potrebbero fare anche molto di più, che sono giovani e avrebbero un futuro radioso davanti a loro ma come spesso accada devono crederlo possibile e applicarsi, altrimenti anche la serie D diventa stretta e tutto diventa difficile.
Lei ha allenato all’inizio della carriera da coach anche gli allievi nazionali della Lazio di cui è stato grande ex, ma a quanto pare non è sempre facile neanche per grandi calciatori come lei rientrare nei quadri di società con cui sono stati protagonisti in campo…che rapporto ha con Lotito?
Mi trovo a discorrere saltuariamente di calcio e di Lazio quando ci incontriamo ma non sono tipo che si propone sfacciatamente nè il Presidente mi ha mai chiesto per ora di tornare alla Lazio sotto nessuna veste, però come detto, se ci fossero i presupposti di far calcio per far crescere giovani per una prima squadra e non per fare meramente cassa, per essere funzionali ad una crescita dei giovani, allenerei di nuovo anche i giovani, anche alla Lazio. Solo che bisogna essere in due a fare le cose, e spesso o non parte la richiesta dalla dirigenza o non viene comunque accettata dall’allenatore, non è così semplice, neanche se hai fatto bene in serie A e nel professionismo. Tuttavia io sono sempre tifoso laziale e da ormai vent’anni a Roma a vivere da uomo del nord, quindi se serve far calcio mi sposto come ho sempre fatto ma Roma è la mia base e la Lazio una parte importante della mia vita…
E tra lei e Chiappara dell’Ostiamare, tanti ex grandi giocatori professionisti stanno puntando decisi sulle panchine di D per dare lo slancio decisivo alle loro carriere, è un campionato così bello e formativo?
E’ il gradino più vicino ai professionisti, quindi, anche se allenare è molto più difficile che giocare, perchè da giocatore finisci la seduta e te ne torni a casa a pensare ai fatti tuoi, mentre da coach non puoi, in D c’è tanto del professionismo, parlo dei contesti più di qualità e più organizzati, delle squadre più abituate a questa categoria. Con Chiappara ci conosciamo e lo stimo, anche se non ho rapporti personali di amicizia stretta con nessun collega di questo girone G, ma devo dire che tra quelli tecnicamente più bravi e con un bel futuro davanti, oltre a Chiappara, ci sono senza dubbio Galluzzo della Lupa Castelli, di cui rilevo la grande serietà nell’approccio al nuovo ruolo di trainer, e mister Ferazzoli della Viterbese, che è un allenatore di cateogoria superiore, ma senza dubbio della D in particolare ormai è un vero e proprio esperto.