SERIE D, SAN CESAREO IN RIPRESA GRAZIE ALLE RETI DI PASCU, IL CENTRAVANTI INGEGNERE

SERIE D, SAN CESAREO IN RIPRESA GRAZIE ALLE RETI DI PASCU, IL CENTRAVANTI INGEGNERE

A cura di Giovanni Crocé

Marius Danut Pascu, due doppiette e 4 centri in campionato al primo tentativo nella nostra serie D, oltre ad una storia calcistica particolarissima che parte dalla natia Brasov, cittadina romena, per poi arrivare da noi con l’approdo in calabria e da quest’anno nel Lazio. Il bomber classe ’84, con motivazioni enormi ed una storia personale che annovera anche una laurea in ingegneria, si sta meritando uno spazio importante tra gli stranieri della nostra D, in un collettivo, quello di mister Perrotti, che appare in crescita rispetto all’avvio stentato di questa stagione 2014-2015.

Marius Pascu
Marius Pascu

Marius, nel weekend andrete a sfidare l’Anziolavinio ultimo e tu vieni da una doppietta, occasione d’oro per un giocatore in forma?

Ai più superficiali potrebbe anche sembrare così ed effettivamente tutti possono pensare in un primo momento che l’ultima sia la squadra più in difficoltà ma da come avete descritto la prova dei ragazzi dell’Anziolavinio contro la Lupa Castelli, loro hanno giocato al massimo e perso solo all’ultimo minuto, per 2-1, quindi sarà una sfida dura per noi e per loro. Ora che siamo quinti comunque spero di dare seguito alla mia buona vena realizzativa, per ora siamo quinti e io a 4 gol con due doppiette e tendenzialmente, dopo i due gol al Palestrina di domenica, io sono sempre uno che si sente meglio quando gioca in trasferta, dove ho sempre fatto la maggior parte dei miei gol. In casa rendo forse un po’ meno perchè anche se ora gioco centravanti mi ritengo anche bravo nelle ripartenze e nel contropiede. Vedremo se anche al Bruschini sarà così, lo spero per le sorti del San Cesareo.

Tu sei una novità calcistica importante per la nostra regione dove non avevi mai giocato, ci racconti il tuo percorso sportivo?

Io vengo dalla formazione calcistica in Romania nel settore giovanile del Tractorul Brasov, squadra della mia città natale, Brasov, che mi risulta non esistere più da qualche anno. Ho giocato là fino ai 17 anni esordendo anche in prima squadra con qualche presenza nella serie B romena. Poi per scelte personali ho scelto di andare subito al sodo pensando allo studio e dai 18 ai 23 ho proprio smesso di giocare a calcio in squadre ufficiali, terminando l’università. Detto questo, nel frattempo poi sono arrivato da voi in Italia in calabria e là ho conosciuto la mia attuale fidanzata e siccome uno dei miei parenti aveva una squadra calabrese militante in prima categoria, saputo del mio passato mi ha proposto di giocare per loro, per la Nuova Curinga, e man mano mi sono messo in mostra passando per le maglie dell’Omega Bagaladi in Eccellenza e della Nuova Gioiese di Gioia Tauro, dove sono stato due anni vincendo prima il campionato di Eccellenza e poi arrivando sesto in serie D l’anno passato nel girone calabro-siculo. Poi la mia ragazza si è dovuta trasferire qua a Roma e io ne ho approfittato per arrivare da voi a giocare la serie D accettando la corte del San Cesareo che evidentemente aveva buone referenze del sottoscritto.E vedo che anche voi, dopo avermi inserito nella scorsa Top 11 di giornata di Calcio d’Angolo iniziate ad apprezzarmi e questo mi fa piacere.

PASCU

Ti è mai capitato di avere notizia di qualche tuo ex compagno romeno che abbia fatto carriera proveniente dal tuo stesso settore giovanile e quale è il giocatore che ultimamente ti ha impressionato di più tra gli avversari?

Io sono stato tanti anni a giocare assieme a Gabriel Tamas, attuale difensore della nazionale romena e ora in forza in Championship agli inglesi del Watford, con esperienze anche al West Bromwich Albion, al Galatasaray, alla Dinamo Bucarest, all’Auxerre in Francia e al Celta Vigo in Spagna, eravamo molto amici essendo anche lui di Brasov. In questo spogliatoio del San Cesareo credo sia fortissimo Paul Koen Brack, il nostro difensore centrale olandese, diciamo che lo vivo anche umanamente come un ottimo compagno fuori dal campo perchè siamo nello stesso appartamento quando viviamo a San Cesareo e posso assicurare che come persona è davvero splendida e in campo anche lui ha avuto una carriera importante, con il professionismo vissuto nella B olandese. In generale confermo che in questo girone G uno dei più forti di tutti secondo me è Andrea Saraniti, che ho incontrato questa stagione da avversario nella Viterbese ed avevo avuto modo di sfidare già l’anno scorso in D quando io ero appunto alla Nuova Gioiese e lui bomber dell’Agrigento. Gran giocatore davvero.

Molti tra i nostri addetti ai lavori lamentano che in questo girone G ad oggi è un tormento continuo tra pressioni dei dirigenti e dei tifosi, trovi stressante questa serie D?

Guarda detto sinceramente trovo anche io che ci sia troppa fretta nel voler mandare via giocatori e presidenti e le due sessioni di mercato obbligano tutti a stare sulla corda ma vi assicuro che per me venire dalla calabria al Lazio, trovo questo girone più tranquillo. In calabria dovunque vai tutti vivono solo per la squadra del paesino e l’unico posto dove – solo se le cose vanno bene – puoi stare sereno al cento per cento è il campo di allenamento. Fuori, se vai bene o vai male sei continuamente riconosciuto e fermato quasi fossi un giocatore professionista e molti cittadini vivono per te, perchè non ci sono grandi squadre nel professionismo attualmente, a parte la Reggina e le altre che sono in Lega Pro, quindi anche il giocare in serie D ti rende personaggio nel bene e nel male. I tifosi sono sempre presenti in settimana in calabria, al campo e allo stadio e in numero maggiore. Arrivato al San Cesareo anzi, ho avuto il problema opposto, di avere a che fare con molti meno tifosi, con una dirigenza squisita che anzi, ti lascia tanta libertà se ti comporti professionalmente in modo ineccepibile.

Tu sei al primo anno nella nostra D ma hai già avuto modo di farti un idea a che punto siete voi e chi vincerà il campionato?

Per noi ad oggi ogni risultato positivo, pareggio ma soprattutto vittoria serve come il pane perchè non vogliamo fermarci proprio ora che stiamo dando un po’ di continuità che è quello che ci manca, sia nel gioco che tra i vari reparti secondo me. Ma siamo davvero una buona squadra, almeno da playoff secondo me, anche se trovo davvero probabile che il campionato lo vincerà o l’Ostiamare o la Lupa Castelli, perchè sono due squadre meravigliose e l’Ostiamare ci ha anche battuti a domicilio 0-3 da noi al “Roberto Pera“: si vede che sono assieme da anni molti di loro e sembrano davvero un gruppo unito e che sta attraversando un anno di grazia, e poi la Lupa Castelli che tutti accreditano di un organico super. Metto un po’ dopo la Viterbese ma solo perchè ora sembra avere anche lei problemi di continuità, ma la loro rosa la conosciamo bene e poi come detto, c’è Saraniti che ben conosco. Però noi contro la Viterbese abbiamo pareggiato e mi ha dato anche allora l’impressione di essere una corazzata in divenire, con alcuni “lavori in corso” da ultimare per arrivare a macinare punti sul serio come le altre due pretendenti.

Marius, un calciatore come te laureato in ingegneria credo sia una rarità anche nei dilettanti, concordi? 

Ma certo, perchè so le abitudini di molti calciatori e non vengo dalla luna, quindi ogni tanto anche in calabria, dove ho i parenti e la maggior parte degli amici, anche i compagni di squadra mi prendevano in giro scherzosamente dandomi dell’acculturato, ma non è così, è che mi è sempre piaciuto vedere il mondo da un altro punto di vista anche grazie al fatto che vedo il calcio in ogni categoria come un vero lavoro da fare al massimo, ma non sono mai stato “drogato” di calcio, ho sempre saputo distaccarmi bene dalle emozioni sportive e non sono tifoso di nessuna squadra, nè ho mai avuto un mito calcistico neanche da bambino. E soprattutto, come detto, sono un tipo concreto e non ho mai pensato di essere un fenomeno anche quando ho avuto delle buone annate e quindi per vivere ho sempre cercato di portare a termine gli studi, per aprirmi una via. Anche ora voglio seguire dei master, per abbinare presto al calcio un lavoro per tutta la vita, non solo fino a quando sarò giocatore.