FORTITUDO CALCIO ROMA: A TU PER TU CON GIOVANNI VALENTE

FORTITUDO CALCIO ROMA: A TU PER TU CON GIOVANNI VALENTE

A cura di Simone Capone

Abbiamo intervistato il direttore generale della Fortitudo Roma che ci ha parlato a 360° della sua società e dello stato del calcio giovanile regionale e nazionale.

Direttore per la Fortitudo Roma è stato un anno importante. Tra alti e bassi , la sua società ha confermato un percorso di crescita costante, nonostante le due retrocessioni nella categoria Allievi, avete comunque conquistato una sofferta salvezza con la Juniores Regionale, ma soprattutto avete vinto il titolo regionale con la categoria Giovanissimi Fascia B.

Noi lo scorso anno abbiamo fatto una stagione con alti e bassi. Sapevamo che era difficile confermare tutte le

Giovanni Valente ai sorteggi della seconda fase del XXXII Beppe Viola
Giovanni Valente con Filippo Minichino durante i sorteggi della seconda fase del XXXII Beppe Viola

categorie elite ma sinceramente non ci aspettavamo la retrocessione con gli Allievi Elite. La sconfitta nello spareggio con l’Albalonga ancora brucia. Nonostante ciò abbiamo conservato la categoria della Juniores Elite e dei Giovanissimi Elite. Siamo una società che vuole crescere ulteriormente, perciò partendo da questo presupposto, stiamo facendo degli investimenti soprattutto per quanto riguarda l’impiantistica sportiva. Purtroppo tali investimenti sono legati al discorso delle concessioni da parte dell’Amministrazione comunale e regionale. Le lentezze burocratiche stanno rallentando quelli che sono i nostri programmi anche se abbiamo apportato modifiche all’impianto in Via Lungotevere Dante che sarà dotato di un manto in erba vera. Per quanto riguarda, invece, il Gioventù italiana, abbiamo ancora dei problemi per il rifacimento del terreno di gioco in erba sintetica. Mi rammarico di ciò per i miei tesserati perché avevo promesso che a San Giovanni avrebbero avuto un impianto nuovo. L’anno prossimo con il nuovo direttore sportivo Stefano Marinelli stiamo attrezzando squadre competitive per rimanere in categoria e per riprendere le categorie che abbiamo perso lo scorso anno. Per quello che riguarda la Juniores abbiamo approntato una rosa molto buona per il mister Maurizio Belli. Sono sicuro che faremo un ottimo campionato. Di ciò sono convinto anche per le categorie giovanissimi con innesti di assicuro valore”.

Direttore continua il rapporto di stretta collaborazione con la N.T.T. Teste. Una collaborazione che non riguarda solo i ragazzi ma anche i tecnici.
Si, ormai è un sodalizio che va avanti da tre anni. C’è uno scambio di giocatori tra le due società. C’è un rapporto di amicizia da entrambe le parti. Siamo uniti da un forte senso di lealtà che rende molto più semplice i rapporti. Ciò inoltre è rafforzato dalla mia amicizia con Paolo Cioeta che è il direttore sportivo della N.T.T. Teste. Spesso mi reco al centro sportivo della famiglia Di Bisceglia anche per una semplice chiacchierata. A qualcuno non piace ma per noi va bene cosi“.

Nell’ ambiente romano siete un po un’ “anomalia”, perché sappiamo che le società capitoline difficilmente stringono rapporti di partnership così forti. Diciamo che ognuno è intento a curare il proprio “orticello”.
“L’ambiente romano è un ambiente molto particolare. Io ho avuto la fortuna con il Beach Soccer di
confrontarmi con altre nazioni. Noi siamo molto provinciali e Roma e il suo ambiente ancora di più. E’ brutto non fidarsi delle società che sono vicine però purtroppo bisogna non fidarsi. Anche nel caso che tra presidenti si stipulino degli accordi succede che tali accordi non vengono poi rispettati. L’etica della Fortitudo è che se non stringo accordi ognuno può fare ciò che vuole, nel momento in cui stringo accordi questi devono essere rispettati, anche dai miei tesserati. Purtroppo nelle altre società ciò non succede. Quando si da una parola deve essere rispettato, purtroppo il mondo del calcio dilettantistico è un modo fatto da chi la spara più grossa”.

Se lei non ricoprisse una carica all’interno di una società dilettantistica, che giudizio daresti del calcio laziale?
E’ un mondo che va rifondato. Pur avendo le categorie Elite la morte del calcio sono proprio queste
categorie. Io sono ambizioso voglio una società che cresce, voglio entrare tra le prime società del lazio. Se io continuavo ad avere solamente i regionali, avrei dovuto faticare molto perché la Fortitudo era terra di conquista perché oltre a ciò non abbiamo impianti all’avanguardia. Ciò mi portava ad avere squadre competitive solo nei Giovanissimi, negli Allievi veniva fatta razzia da altre società. Perché ho acquisito queste categorie? Per evitare che la mia società fosse terra di conquista per società di elite. Quindi o divento forte anche io, o devo smettere. Detto questo pur avendo queste categorie se domani il Presidente Zarelli abolisse queste categorie, sarei il primo a dare l’assenso. Oggi come oggi i ragazzi non guardano più alla loro società con senso di appartenenza, ma solamente in base ai campionati che questa disputa. Un tempo vestire la maglia della Fortitudo era un onore. Da laziale vorrei ricordare che qui ha iniziato a giocare Francesco Totti. Poi c’è il discorso dell’impiantistica sportiva che ha un importanza rilevante sia per le scelte dei ragazzi, sia per come sono strutturati i criteri dei ripescaggi da parte della Federazione. Poi lasciamo perdere il discorso delle fotografie stiamo creando una fabbrica di illusioni con ragazzi che firmano contratti con relative foto, secondo me stiamo prendendo una direzione sbagliata. Ripeto se mentre prima era la squadra ad essere importante, ora è il singolo ad essere fondamentale. Le fotografie danno un importanza al singolo assurda. Perché quando questo si confronterà con gli altri si porrà sempre in una situazione di primo piano rispetto agli altri compagni perché a lui, rispetto ad altri è stata fatta la presentazione. Quindi ribadisco che le categorie elite sono da abolire, perché senza ci sarebbe meno stress per questi ragazzi, non ci sarebbe la ricerca a tutti i costi del risultato e soprattutto si darebbe di nuovo una possibilità alle società di provincia di potersi confrontare meglio con le realtà della capitale evitando che pur avendo i regionali vengano “depredati” da club della capitale solo per fare la categoria elite”.

Dove secondo lei le società stanno sbagliando?

Perché c’è una ricerca del risultato assurda. Senza far crescere i ragazzi, quindi non si va più a cercare di formare la squadra, ma si va  alla ricerca del “pezzettino” togliendolo ad altre società. Ci sono società che hanno una forza tale da poter fare mercato già dalla scuola calcio. Se noi non prendevamo i titoli elite delapidavamo ogni anno il patrimonio che piano piano si costruisce nella scuola calcio.  Ovvero eravamo come un serbatoio per le società che ci circondano”.

Cosa ne pensi del fatto che le società professionistiche hanno iniziato a fare Scuola Calcio?

Anche qui credo che la Federazione debba intervenire perché per me è un impoverimento per le società dilettantistiche. Secondo me le società professionistiche non hanno bisogno di una scuola calcio. Io capisco se lo facciano dagli Esordienti in poi perché è una categoria propedeutica all’agonistica. Così questi club stanno facendo solamente cassa sia per quelle che sono le sponsorizzazioni tecniche, sia per gli introiti derivanti dalla scuola calcio. Di questo problema ne risentono tutte le società che vivono nei dintorni degli impianti delle società professionistiche che perdono iscrizioni al loro settore di base, con il conseguente danno economico derivante. Io mi sono confrontato con altri presidenti e la pensano tutti come me. Il problema è bisogna capire chi effettivamente vuole fare qualcosa. Questo discorso nuoce alle piccole società di quartiere che, come noi, si reggono anche con gli introiti derivanti dalla scuola calcio. Già è difficile competere con le società vicine, figurati con società professionistiche. Ma soprattutto nuoce ai bambini perché si creano delle aspettative sia in loro, che nei genitori con assurde selezioni già dalla categoria Pulcini. E’ una cosa assurda. Inoltre se,  da come si dice, ognuno di questi punti dovrebbe avere 1000 bambini pensate che danno potrebbe esserci per le società dilettantistiche”.

Passiamo ad un altro argomento. Lo scorso anno hai partecipato ad un campionato dilettantistico come la Promozione che, per federazione, impone l’obbligo di schierare gli Under. Cosa ne pensi di questa regola?

Per me è sbagliato e ti dico il perché. Il livello di alcuni campionati dilettantistici, con l’introduzione del giovane obbligatorio, si è abbassato in maniera troppo evidenti. Prima in Eccellenza si vedevano giocatori veri ora no. Oggi questi giovani sono carne da macello perché finiti gli anni da under o smettono di giocare o scendono di tre categoria. Noi quest’anno siamo retrocessi, ma io lo sapevo perché non diamo rimborsi, la nostra è una squadra di amici, siamo stati i primi a Roma ad introdurre l’azionariato popolare.
Quest’anno, come da regolamento, abbiamo dovuto mettere i fuoriquota ed è stato difficilissimo perché chiedono rimborsi, cercano società o categorie superiori. Siamo arrivati al paradosso che ora le star sono loro. Già dagli Allievi cominciano a interessarsi della categoria che dovranno fare da grande. Se sei bravo giochi, indipendentemente dall’età”.

Come vivi questa tua esperienza come primo dirigente di una squadra dilettantistica?

Per me il calcio dilettantistico è una vera e propria “droga”. Per me il calcio nel fine settimana inizia al sabato pomeriggio e finisce la domenica prima di pranzo. La Serie A è di contorno per me. Con tutti i soldi che ho messo nella Fortitudo potevo comprarmi un’altra casa (ride n.d.r.). Non so quanto spendo di bolletta del cellulare. Io non vado mai a vedere le partite perché le sento troppo e quindi mi tengo informato tramite telefono. Anche durante la settimana viviamo aspettando che arrivi il sabato, viviamo in funzione del week end calcistico in alcuni casi togliendo anche tempo alla famiglia”.

Per finire, cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

Io mi aspetto un anno di ulteriore crescita. Noi ci stiamo confrontando con categorie importanti e questo può solo farci migliorare. Speriamo di non ripetere errori fatti negli anni passati. Soprattutto speriamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati con il mio staff e raggiungere questi risultati secondo quelle che sono le nostre linee guida. Innanzitutto dobbiamo mantenere le categorie che abbiamo e cercare di riconquistare quelle perse. Sono ottimista e credo che arriveremo molto in alto.
Direttore però non ci ha fatto vedere le presentazioni dei giocatori che avete acquisito.
Assolutamente no. (ride n.d.r.) Alla Fortitudo non si vedrà mai una presentazione di un giocatore. A me va bene tutto perché ho avuto la fortuna di lavora anche nella FIFA, nel mio piccolo. So come si fa marketing e ti dico che se ci mettessimo su questo piano potremmo essere un eccellenza, però il calcio dilettanti è un’altra cosa. Stiamo dando a questi ragazzi un immagine del calcio dilettantistico che non è quella reale.
Anche alla N.T.T.Teste sposano questo mio concetto. Però dico anche che ogni società è libera di fare ciò che ritiene più giusto.