Di Alessandro Bastianelli.
E’ trascorsa appena una settimana dal pellegrinaggio pugliese della Vigor Perconti. Oltrepassata Francavilla, sulla sacra via nazionale rimane una sola tappa, l’Alzano Cene, formazione bergamasca dalle tinte bianco nere vincitrice del proprio campionato regionale in Lombardia contro i milanesi della Rhodense.
I colori bianconeri riuniscono i paesi di Alzano Lombardo e di Cene, piccoli comuni siti tra il Brembo e il Serio che, insieme, contano 18.000 anime.
LA STORIA – L’Alzano Cene è l’erede diretta dell’Alzano Virescit, la storica formazione lombarda che, fra il ’94 ed il 98′, ottenne ben tre promozioni dalla Serie D (allora Interregionale) alla C1 conquistandosi il proprio posto al sole in Serie B.
Prima di allora, Alzano aveva respirato soltanto la polverosa aria dei campi di periferia lombardi. Dopo la vittoria in Promozione, nel ’91, arrivò la fusione con la Virescit Boccaleone, il nuovo mix di entusiasmo e sonanti milioni di lire portò la serie B in pochi anni.
Aprendo l’album Panini dell’epoca, stagione 99-00, si intravede subito il volto di Simone Barone, uno sconosciuto ventenne, protagonista di quella stagione, destinato a diventare campione del Mondo con l’Italia sei anni dopo; accanto a lui, onesti mestieranti come il futuro genoano Francesco Bega, Alex Calderoni e Armando Madonna (ex Lazio).
La B durò l’attimo di un’illusione: fu subito retrocessione, da terzultimi. Nel frattempo i soldi sono finiti, comincia il baratro che, tra fallimenti e retrocessioni, riporterà i bianconeri nell’inferno dei dilettanti, in Prima Categoria. Fino a che nuovi investitori da Cene (4000 abitanti) decidono di fondersi con l’Alzano.
Torna la Serie D, disputata su buoni livelli per sei stagioni sino alla retrocessione della scorsa annata. Guidati da Roberto Previtali (200 presenze in B) e da Luca Bosio, 12 centri in stagione, i bergamaschi ritrovano subito la D, primi a 61 punti nel girone B di Eccellenza Lombarda. Imbottiti, naturalmente, dei giovani della Juniores, Cortinovis, Acerbis, Pelliccioli e Baggi su tutti.
L’Alzano ha ormai un nome, una tradizione ed un blasone non indifferente fra gli amanti del calcio dilettante lombardo. Destinato però, ancora una volta, a mutare fisionomia. E’ notizia recente la prossima fusione, annunciata dai vertici bianconeri, con un altro storico club lombardo, l’Aurora Seriate, per una nuova realtà che dalla prossima stagione si chiamerà Virtus Bergamo – Alzano Seriate.
Alla luce di questo, la finale del 13 Giugno con la Vigor Perconti assumerebbe la forma del canonico ed armonioso canto del cigno prima di un nuovo corso, la ciliegina sull’ultima torta.
LA JUNIORES, (QUASI) IMBATTIBILE – 26 vittorie, un pareggio, 3 sconfitte a fronte di 95 gol fatti e 26 subiti. Questi i numeri dell’AlzanoCene in campionato, culminato in una travolgente fase finale nazionale, cominciata a margine del titolo regionale vinto in rimonta contro la Rhodense per 4 – 1 (Carobbio, Baggi, Pelliccioli, Cortinovis).
Nella fase nazionale i lombardi hanno quasi sempre dominato. Agli ottavi, i bianconeri hanno pescato il gironcino da tre, posti insieme a Volpiano ed Imperia. Se contro i campioni piemontesi il Carillo Pesenti Pigna ha portato bene (4-1 a firma Carobbio, Cortinovis, Acerbis e Colombi), ai liguri è stata mostrata addirittura la manita: 5 – 1 in trasferta (Carobbio, Mister, ancora Carobbio, Mazzini e Pelliccioli) e pass per i quarti di finale, dove ad attendere i bianconeri ci sono i friulani del Flaibano.
Anche nella successiva tornata di gare non c’è storia. Un altro 5 – 1 all’andata, in cui spiccano i due splendidi gol di Colombi, giunti su azione corale, ed il 2 – 0 al ritorno regalano la semifinale, da disputare contro il Progresso Bologna.
Basta il successo di misura all’andata e tanta sofferenza e tensione, nel ritorno in Emilia, per centrare una storica finale nazionale. L’Alzano Cene non ha ancora perso durante la fase finale, l’ultima sconfitta è ormai datata due mesi fa, contro i rivali della regular season Luciano Manara (1-0).
MACCHINA DA GOL – Dai pochi video presenti sul web, l’Alzano sembra una formazione votata all’attacco, capace di giocare a calcio e che ama far viaggiare il pallone nello spazio con rapide verticalizzazioni, nel 4-2-3-1 prediletto da mister Mirko Togni.
Spesso i gol, nella fase finale, sono arrivati sugli inserimenti, tanto centralmente quanto dalle fasce. In questo aspetto, il lavoro in mediana di Pelliccioli, metronomo del centrocampo dal destro raffinato, è fondamentale, mentre sugli esterni Colombi abbina la corsa ad estro e precisione in zona gol, alternandosi con il veloce Maffi.
Carobbio e Pelliccioli, oltre ad essere i giocatori più rappresentativi, sono anche quelli più in forma nell’ultimo periodo. Pelliccioli vanta anche una buona esperienza con la prima squadra, diverse le sue apparizioni insieme ai campioni regionali di Eccellenza vissute accanto a Previtali.
Carobbio è il tipico numero dieci che ama giostrare fra le linee, da dove riceve il pallone per puntare velocemente l’area. Brevilineo, abile nel giocare il pallone in pochi tocchi, veloce e cinico sottoporta, il numero dieci dell’Alzano è il pericolo numero uno visto lo stato di forma esaltante che sta vivendo in questa fase nazionale, durante la quale ha praticamente segnato a tutti.
Ultimo, ma non per questo comprimario, Andrea Cortinovis, classe ’95, fuoriquota proveniente dalla prima squadra. Togni l’ha utilizzato meno rispetto ai già citati interpreti, ma forse per non alterare equilibri già rodati. O magari per provare a spaccare la partita in corso d’opera con la sua esuberanza. Ha un tiro potente e preciso abbinato a un buon controllo palla, anche lui gioca in attacco insieme a Silvio Baggi, altro elemento spesso convocato dalla prima squadra e cannoniere di riferimento durante la regular season della Juniores, finito in doppia cifra.
L’Alzano è una macchina da gol composta da tanti ingranaggi, ben oliati e con una propria identità ben definita.
UN GOL IN PIU’ – Le reti subite, sensibilmente più corpose di quelle incassate dai blaugrane, non devono trarre in inganno: il reparto difensivo è formato da elementi di tutto rispetto, gente scafata da un anno di ascensore fra Juniores ed Eccellenza. In questo senso, Acerbis e Mazzola sono i giocatori con più esperienza, avendo militato praticamente per tutta la stagione con i grandi; a fargli compagnia, Crippa e Morlotti, con quest’ultimo altro under di lega prezioso per la prima squadra.
Naturalmente Acerbis, Mazzola e Morlotti sono stati assoldati a pieno regime per la fase nazionale, durante la quale hanno giocato praticamente sempre a presidio di Tanghetti, spesso in ballottaggio con Gritti durante la stagione. Se questo sia segno di abbondanza o scarsa fiducia non ci è dato sapere.
L’Alzano è squadra che gioca e vuole impostare i propri ritmi, che sa accompagnare l’azione con il rimorchio degli esterni e dei centrocampisti e che, da ultimo, sa colpire anche in contropiede. La difesa non è certamente ermetica: i lombardi hanno sempre subito un gol da qualunque avversario, fra andata e ritorno, e forse il maggiore equilibrio fra difesa e attacco potrebbe giocare a favore della Vigor Perconti, squadra decisamente più attenta in fase di non possesso.
Gli ingredienti per una finale spettacolare sembrano esserci tutti, si ripartirà ancora una volta dal Bruno Buozzi il 13 Giugno.