DI MAURO: “IL TERZO POSTO? CERTO CHE CI CREDIAMO”

DI MAURO: “IL TERZO POSTO? CERTO CHE CI CREDIAMO”

Fare il terzino nel campionato di Eccellenza laziale ed essere nato nel 1991 sembra quasi un paradosso spazio-temporale applicato ai giorni in cui viviamo.

Eppure, Diego Di Mauro ha poco di astratto.

Lui su quella fascia destra ci sta alla grande e ringrazia ancora il Villanova per averlo voluto proprio perchè ha dimistichezza con la corsia esterna.

In futuro si vede centrale difensivo, però adesso ha altri obiettivi: segnare altre reti, sfornare altri assist e magari raggiungere insieme ai suoi compagni un terzo posto che riempirebbe di orgoglio il club di Massimo Armeni.

 

Di Mauro, quello di ieri all’Empolitana Giovenzano è stato il suo secondo gol in stagione dopo quello di circa un mese fa a Ladispoli.

Ci ha preso gusto?

“Ad onor del vero, quello di ieri è arrivato anche grazie ad un pizzico di fortuna dopo una conclusione sbagliata di Ianni.

Diciamo che sono stato anche bravo a crederci però”.

Vittoria di ieri a parte, sembra che voi riusciate ad esprimervi complessivamente meglio lontano dal Ferraris.

Da cosa dipende, secondo lei?

“Forse succede perchè in trasferta ci viene più naturale trovare la giusta concentrazione, mentre in casa ci sentiamo più tranquilli ed a volte tendiamo un po’ a rilassarci.

Un altro grande limite è che costruiamo molto, ma finalizziamo poco.

Dobbiamo imparare ad essere più cattivi negli ultimi sedici metri”.

Come si trova a Villanova?

“Ho un rapporto ottimo con tutta la dirigenza e con il mister.

La società è molto seria e rispetta gli impegni in maniera scrupolosa.

Forse è l’unica puntuale nel Lazio da questo punto di vista…”.

Dopo la sconfitta della Nuova Sorianese a Rieti il terzo posto dista solo tre lunghezze.

“Negli ultimi tempi ne abbiamo parlato spesso all’interno dello spogliatoio.

Durante il campionato abbiamo fallito un paio di bivi importanti.

Penso alla gara con il Fregene ed al derby di ritorno con il Montecelio.

I cimini sono un’ottima squadra, ma noi al terzo posto ci crediamo, potendo disputare anche lo scontro diretto in casa”.

Il presidente vi ha promesso qualcosa in caso di “medaglia di bronzo”?

“Promesse non ne ha fatte.

Ricordo solo che qualche settimana fa è venuto a parlarci ed ormai salvi ci ha detto: “Adesso divertitevi, ragazzi”.

All’inizio l’obiettivo della società era il mantenimento della categoria ed ora che i quaranta punti li abbiamo praticamente raggiunti possiamo pensare ad altro…”.

Viterbese e Rieti sono squadre che, per motivi diversi, rappresentano qualcosa per lei.

Con i gialloblu lei ha giocato in D, mentre ai sabini è legato il ricordo di quei terribili momenti dell’infortunio della scorsa stagione.

Chi arriverà primo al termine del campionato?

Vedo il Rieti molto più organizzato rispetto agli anni scorsi, quando di lì transitavano decine di giocatori all’anno.

Detto questo, però, credo che sarà la Viterbese ad arrivare, anche se le pressioni in quella piazza continuano ad essere evidenti”.

Cosa ricorda dell’incidente dello scorso anno?

“Ci fu un cross da destra, colpii di testa e scheggiai il palo, dopo di che non ricordo più nulla.

Sentivo voci che urlavano e poi si affievolivano sempre di più.

Grazie a Dio, Stefano Volpe è intervenuto subito con il defibrillatore, salvandomi la vita”.

Ricorda anche i primi momenti dopo aver ripreso conoscenza?

“Rammento che dissi: “Comunque, era rigore per noi”.

Scherzi a parte, i primi giorni non fu facile.

Durante gli allenamenti avevo paura, ma poi è passata.

Sono stato bravo a venirne fuori perchè la testa per un calciatore rappresenta una zona delicatissima e gli impatti possono causare problemi.

Prendete Riise che è stato costretto a lasciare Roma dopo l’infortunio.

Devo dire grazie alla società, al mister ed ai compagni per essermi stati vicino dal primo istante”.

Qual è il suo migliore amico in squadra?

“Santori”.

Le do la possibilità di inviargli un messaggio personale attraverso il nostro sito.

“Impegnati di più e non fare lo…stupido (ride)”.

E con Di Loreto come vanno le cose?

“All’inizio ero un po’ freddo nei suoi confronti a causa del mio carattere talvolta chiuso e che mi porta ad avere un rapporto esclusivamente professionale con il tecnico.

Quest’anno invece si è creato un grande feeling tra noi.

Capita spesso di andare a cena con gli altri compagni di squadra e con il mister si ride e si scherza.

Abbiamo un rapporto profondo con lui.

Quando si è fatto male quest’anno gli siamo stati molto vicini.

Per la squadra mister Di Loreto è molto importante.

Basti pensare che durante la sua assenza abbiamo perso tre partite.

Gli piace ridere e scherzare, ma sul lavoro è molto serio.

Ha ancora la mentalità di un giocatore, pur avendo smesso da qualche anno, e detesta perdere”.

Quali obiettivi si pone a livello personale e di squadra?

“L’obiettivo di squadra è chiaramente il terzo posto.

A Cisterna ho provato cosa significhi stare lassù e voglio provare nuovamente quella sensazione.

Personalmente, invece, spero di realizzare più gol ed assist possibile e dimostrare a qualcuno che Di Mauro può essere un giocatore importante per questa categoria…”.

Calcio a parte, quali sono le persone più importanti della sua vita?

“Vengo da una famiglia particolare.

Mio padre non sa neanche quale sia il mio ruolo.

La domenica, quando torno a casa, mi chiede semplicemente se ho segnato.

Per lui giocar bene equivale a fare gol.

La persona più importante per me è mio fratello Manolo.

Mi ha sempre seguito ed aiutato nei momenti di difficoltà”.

Nessun altro?

“C’è anche Maira, la mia ragazza.

Da un anno a questa parte il sabato sera non esce più per colpa mia.

Le ho rovinato la vita”.

Fare il terzino in Eccellenza ed avere ventidue anni è sorprendente con i tempi che corrono.

Sia sincero, quando terminò il triennio di lega pensò che avrebbe  smesso?

“Dopo l’obbligo andai per un mese e mezzo a Malta, ma la cosa non andò in porto per problemi burocratici.

Allora mi dissi: “O cambio ruolo, o smetto di giocare”.

Fortuna volle che mi chiamò il Villanova che mi voleva proprio per ricoprire il mio ruolo.

Non voglio sembrare presuntuoso, però penso di poter fare la differenza per la mia squadra in questo ruolo, visto che nella mia posizione altrove spesso schierano ragazzi in età di lega che, a volte, non sono ancora pronti”.

In futuro si vede difensore centrale?

“L’ho fatto spesso e sicuramente sarà quella la mia posizione in futuro, perchè penso di esserci sia a livello fisico che a livello tattico”.