DIETRO LA FINALE ALLIEVI: SAVIO – OSTIAMARE VISTA DA BELARDO E PATANELLA!

DIETRO LA FINALE ALLIEVI: SAVIO – OSTIAMARE VISTA DA BELARDO E PATANELLA!

A cura di Alessandro Bastianelli.

E’ l’occasione che ogni ragazzo affamato di calcio vorrebbe vivere, è il gotha del calcio giovanile laziale, è la finale degli Allievi Elite tra Savio ed Ostia Mare, due formazioni tecniche ma soprattutto capaci di giocare a calcio senza bisogno di tatticismi e trucchi del mestiere.

Il count down verso la partita di sabato 10 Maggio al “Fuso” di Ciampino è iniziato ormai da alcuni giorni, e c’è molta curiosità attorno ad una finale che in molti hanno definito sorprendente: mentre il Savio veniva indicata da più parti come una delle possibili finaliste in virtù della tradizione e del bel gioco espresso in campionato, l’Ostia Mare di Patanella ha saputo sovvertire un girone d’andata altalenante con una travolgente cavalcata nelle ultime quindici partite, culminata nelle due entusiasmanti tappe contro Tor di Quinto e Vigor Perconti che le hanno assicurato il pass per la finale.

Le qualità tecniche dei singoli giocatori sono evidenti, ma una grossa fetta di merito va ai due allenatori, Roberto Belardo e Maurizio Patanella, tecnici esperti e navigati ma che non hanno rinunciato ad imprimere nelle loro creature la mentalità e la volontà di divertire e fare calcio. Ed anche da parte nostra la curiosità verso gli stati d’animi e le sensazioni dei due allenatori era troppa per non poter affrontare con loro questi ultimi giorni prima della resa di conti. Vi proponiamo quindi la nostra intervista doppia, con un accorato appello finale affinché non si trascendano i toni civili e di festa che una cornice del genere imporrà a tutti gli spettatori che verranno al “Fuso” sabato.

Rimangono solo ottanta minuti prima della fine, e c’è da giurare che saranno gli attimi più intensi, più vivi perché più fortemente sognati dai 22 protagonisti in campo, ragazzi che hanno raggiunto questa occasione rincorrendo palloni sui campi più polverosi delle periferie romane e laziali. Il primo assaggio di Savio – Ostia Mare ce lo regala Roberto Belardo:

Buongiorno Mister Belardo, la finale Savio – Ostia Mare era difficilmente preventivabile, molti avrebbero dato per certa come finalista la Vigor Perconti. Che tipo di finale si aspetta? Un classico match tirato oppure una gara giocata a viso aperto, viste le caratteristiche delle due squadre?

Buongiorno a lei, sicuramente se questa non fosse stata una finale ci saremmo potuti aspettare una partita bella e giocata a viso aperto, visto che come hai detto tu siamo due squadre capaci di giocare all’attacco divertendoci. Non nascondo però che un appuntamento così importante come una finale può cambiare le carte in tavola, e molto dipenderà dall’atteggiamento dei singoli giocatori: se entreranno in campo tranquilli e senza l’ansia della partita assisteremo quasi certamente a un grandissimo spettacolo.

Cosa teme di più dal suo avversario? Mancherà Fraschetti a centrocampo, ma il tandem Davide Ferri – Mambrini fa paura.

Sono sincero, prima di queste finali non ho mai visto giocare l’Ostia Mare, ma conosco bene l’allenatore, dato che con Patanella ci siamo già affrontati durante le finali negli scorsi anni (l’ultima volta proprio lo scorso anno in semifinale ndr), quindi so cosa posso aspettarmi. E’ un tecnico competente, e al di là delle qualità dei singoli ragazzi, che sono importanti, credo che vedremo un’Ostia Mare molto fisico e preparato alla lotta; d’altronde lo hanno dimostrato andando a vincere due volte fuori casa e con un solo risultato a disposizione, sono molto in forma e mi aspetto da parte loro fisicità, forza atletica e determinazione, qualità che unite alle giocate li rendono un avversario di tutto rispetto.

Lei può essere definito lo “Special One” della categoria Allievi, questa è la terza finale nelle sue ultime quattro partecipazioni. Qual è il segreto, una mentalità vincente oppure un lavoro che parte da lontano?

Io penso che siano entrambe due componenti fondamentali, è importante sia il lavoro fatto durante l’anno sia il modo in cui si intende questo lavoro e gli obbiettivi che ci si pone. Io sono una persona ambiziosa e credo molto in quel che faccio, ma anche la società ha una sua tradizione ed una mentalità che ci aiuta a raggiungere certi traguardi.

Siete una delle formazioni che più ha puntato sull’utilizzo dei sotto-età, penso a Nargiso, Folorunsho e Manzelli, ragazzi del ’98 ormai stabilmente nel suo gruppo. Quanto è stato importante il loro contributo quest’anno?

Ci sono stati davvero di grande aiuto, ed anche questo è un progetto chiaro della società, che quest’anno mi ha affidato la supervisione su tutti e due i gruppi degli Allievi, dandomi la libertà di portare con me i ragazzi più pronti. Abbiamo lavorato tutto l’anno insieme ed in piena sintonia con gli allenatori, questo ha agevolato il loro inserimento ed il risultato è sotto gli occhi di tutti, il loro contributo è stato fondamentale.

Partite con i favori del pronostico, visto il blasone del Savio ed il primo posto conquistato in campionato. E’ un incentivo alla vittoria o un peso che avrebbe voluto evitare?

Eheh beh, a dire la verità sei il primo dal quale sento che siamo favoriti, durante tutto l’anno non ho avvertito questo clima e queste aspettative intorno alla squadra, non credo fossimo stati considerati la squadra da battere. A parte questi discorsi però, che lascio a voi giornalisti, noi entreremo in campo senza il pensiero di essere favoriti o meno, ma ci affideremo soltanto alle nostre caratteristiche, consapevoli di poter giocare una grande partita nonostante i valori in campo siano equilibrati. Sta tutto a noi e nella nostra capacità di prendere questa finale con l’atteggiamento giusto, entrambe le squadre partono sicuramente ad armi pari.

Chiudiamo con un argomento purtroppo sempre in auge. Nell’altra semifinale abbiamo assistito alle solite, deprecabili scene di violenza in tribuna, episodi che non vorremmo accadessero anche nella finale di sabato. Cosa si sente di dire ai genitori, amici dei ragazzi ed a tutti gli appassionati che sabato verranno al “Fuso” ad assistere alla finale?

E’ un aspetto importante di questa finale, e da parte mia posso dire che l’esasperazione non porta mai a niente di buono. Io spero e sono sicuro che la gente che verrà a vederci manterrà i toni e gli atteggiamenti nei limiti del rispetto, e anche noi che entreremo in campo avremo una bella parte di responsabilità in tutto questo: dobbiamo pensare che questa è un occasione che ogni ragazzo di 17 anni ci invidia, una grandissima fortuna e un bel premio per le nostre qualità, che dovremmo ripagare con lo spettacolo e con le emozioni calcistiche, senza trascendere in atteggiamenti eccessivi.

Sono sicuro che tutti i protagonisti della finale se la giocheranno correttamente e facendo affidamento solo sulle qualità, e da parte nostra, se perderemo, saremo i primi a battere le mani ai nostri avversari.

Ed ecco la seconda “portata”, condita con le parole di Maurizio Patanella:

Mister, ci eravamo lasciati prima dello scontro con il Tor di Quinto e la ritroviamo in finale grazie a cinque gol in due partite. E’ carico per questo appuntamento?

Eheh beh si, non potrebbe essere altrimenti, anche se dopo lo stress di domenica scorsa ormai non temo più niente, raramente ho vissuto partite come quella contro la Vigor Perconti, sia da giocatore che da allenatore. E’ stata una partita spettacolare e giocata con un’intensità incredibile, anche da fuori (è stato espulso nel corso della ripresa ndr) ho continuato a viverla con molta passione, un emozione incredibile che certifica il grande risultato conquistato.

La finale ve la siete meritata giocando due partite d’attacco, in cui la fame di vittoria ha fatto la differenza sopra tutti gli altri elementi in gioco. Possiamo attenderci un approccio simile anche in finale o ci sarà spazio per i tatticismi?

No, non se ne parla assolutamente, giocheremo a viso aperto senza nessun tatticismo perché queste sono le nostre caratteristiche, non so se purtroppo o per fortuna visto che certe partite mi hanno fatto quasi tracollare (ride ndr).

I miei ragazzi ancora non hanno raggiunto una mentalità in grado di gestire le partite come farebbero i grandi, sono ancora istintivi e giocano senza pensare ai trucchetti che il mestiere o l’esperienza potrebbero suggerire. Domenica scorsa infatti abbiamo preso gol nei minuti finali dopo una gara giocata all’attacco, ma si vede che nel loro istinto c’è anche un grandissimo carattere, quello che ci ha permesso poi di chiudere la pratica contro la Vigor Perconti nei tempi supplementari.

Il carattere potrà quindi fare la differenza in una partita dai valori così equilibrati?

Certamente, ci vorrà una grande concentrazione e soprattutto l’atteggiamento giusto, la squadra è cresciuta moltissimo negli ultimi mesi ma credo che la finale sarà decisa dal fattore mentale piuttosto che da quello fisico. Noi a livello fisico stiamo molto bene, ma dobbiamo tenere ben presente che giochiamo contro un grande avversario, forse anche più forte della Vigor Perconti di Bellinati, contro il quale dovremo mettere in campo la giusta mentalità.

Sarà quindi decisiva la gestione della pressione? Come si lavora sulla testa di ragazzi neanche maggiorenni in occasioni così importanti?

Noi non siamo una squadra costruita per vincere il campionato, e proprio qui sta la nostra differenza con il Savio: loro sono certamente più preparati di noi per un appuntamento così ricco di pressione mediatica e ambientale, mentre noi siamo un po’ gli outsider e meno abituati a confrontarci con occasioni del genere, con una grande cornice di pubblico e addetti ai lavori presenti solo per noi.

Spero che i ragazzi non incappino in protagonismi e che rimangano attenti e concentrati, non abbiamo bisogno dei protagonisti ma di un gruppo compatto e coeso.

Fraschetti è ancora ai box? Perderà la finale?

Purtroppo si, il ragazzo è costretto ad indossare un tutore alla gamba e non sarà della partita, è una grave perdita ma faremo di tutto per sopperire alla sua assenza.

Il suo tridente offensivo invece è davvero in gran forma, ma quale sarà la chiave per scardinare la forte difesa del Savio?

I nostri avversari sono molto forti anche in difesa, ma è vero che anche noi siamo migliorati molto nel girone di ritorno, ed è proprio grazie alla maggior accortezza difensiva che siamo diventati una squadra. Credo che se riusciremo ad esprimerci con l’intensità della partita contro la Vigor avremmo molte possibilità di portarla a casa, è una finale che mi sembra molto equilibrata e non avrò problemi a stringere la mano a Belardo qualora la sua squadra si dimostrasse migliore, noi però ci crediamo e vogliamo raggiungere questo traguardo che per noi è davvero un sogno.

I suoi avversari sono la squadra che ha offerto il miglior calcio del girone B, ed anche voi vi siete distinti per l’approccio aperto ed il gioco divertente. E’ un segno che qualcosa sta cambiando nei settori giovanili?

E’ un discorso che va avanti da molto tempo e bisogna ammettere che spesso, negli anni passati, è capitato che le finaliste non siano state le squadre con il miglior gioco, ma forse quest’anno è proprio come dici tu, visto che la Vigor Perconti di Bellinati avrebbe meritato quanto noi ed il Savio di arrivare in finale. Nella mia esperienza ho visto delle finaliste francamente non all’altezza, quest’anno credo invece che sia andata diversamente, anche Grande (allenatore della Lodigiani sconfitta in semifinale dal Savio ndr) è un tecnico navigato e preparato, è una piccola vittoria del bel gioco ma onestamente non so se si possa parlare di un cambio di tendenza.

Per chiudere, le rivolgo la stessa domanda fatta a Mister Belardo. Domenica qualcuno è andato un po’ oltre le righe al Vigor Sporting Center e bisognerà fare di tutto affinché al “Fuso” regni la calma sugli spalti oltre che in campo. Crede che i genitori debbano prendere esempio dai ragazzi, calmi e freddi in campo nonostante la rissa in tribuna, invece di esasperare i toni?

Sono d’accordo con lei, ed è proprio quel che vorrei far capire a chi viene a vederci: le aspettative dei ragazzi non sono quelle dei loro genitori, e quindi chi sta fuori dal campo dovrebbe avere rispetto in primis per chi gioca, visto che i ragazzi in campo si comportano sempre in maniera esemplare. Molto spesso succede che i ragazzi in campo  riportino alla calma situazioni che invece esasperano gli animi di chi è in tribuna, e si dovrebbe prendere esempio proprio da loro su come gestire la rabbia in certi momenti.

Sabato ci sarà una grandissima cornice di pubblico, non sarebbe giusto che episodi del genere guastino un clima che invece deve essere di festa. Noi allenatori abbiamo giocato tanti anni, abbiamo affrontato climi e situazioni peggiori e mai vorremmo che si verificassero situazioni del genere con i nostri ragazzi, e quindi spero che chi verrà a vederci e sostenerci sappia improntare gli animi alla calma ed al rispetto, anche se spesso è difficile, ma il bene dei ragazzi viene prima di tutto.