Un tuffo nel passato.
Marco Calcagni ed il suo Grifone Monteverde affilano le armi in vista della visita dell’Urbetevere al Villa dei Massimi.
Non una partita qualunque per diversi elementi di Via Portuense, primo su tutti per il condottiero del gruppo degli Allievi che ha risposto gentilmente alle nostre domande prima della sfida con la corazzata gialloblu.
Buonasera, Marco.
Partiamo dall’avvio di stagione dei tuoi, sei soddisfatto dei 5 punti ottenuti in 3 gare?
“L’avvio di stagione è stato buono, in linea con le aspettative che ci eravamo prefissati prima di cominciare. Questo gruppo 2001 è attrezzato per fare bene nonostante alcuni ragazzi siano alla prima esperienza in Elite, dico anche che potevamo raccogliere qualcosina in più in queste prime 3 gare”.
Un attacco da far invidia anche alle big, mentre in difesa c’è ancora qualcosa da registrare.
“Si, i numeri parlano chiaro.
Davanti abbiamo giocatori di grande valore, mentre dietro ci sono ancora alcuni meccanismi da limare. Stiamo lavorando duramente affinchè il reparto difensivo diventi come quello avanzato, non è facile perfezionare movimenti e meccanismi di un reparto che deve comportarsi spesso come un corpo unico.
E’ solo questione di tempo, sono sicuro che miglioreremo”.
Veniamo alla partita di domenica contro l’Urbetevere, non una gara qualunque soprattutto per te.
“Oggettivamente è una partita da 3 punti, ma dal punto di vista personale è una partita molto particolare.
L’Urbetevere è il posto dove ho iniziato a fare l’allenatore, il posto dove mio figlio ha iniziato a fare il calciatore ed il posto dal quale ha preso il volo per il professionismo.
Sono grato alla società gialloblu per tutto quello che mi ha dato, ma le strade si dividono e quando lo fanno c’è sempre una motivazione, più o meno forte, alla base. Ciò non cancella la gratitudine ed il rispetto che porto verso questa società”.
Una partita speciale non solo per te, ma anche per diversi calciatori.
“E’ vero, primi su tutti Menghini e Santoro che, partiti dal Grifone, hanno vinto il titolo Allievi Fascia B con l’Urbetevere e quest’anno sono tornati con noi. A loro aggiungo Di Tommaso e Gingillo, due ragazzi che in passato hanno vestito gialloblu. Dall’altra parte, invece, troveremo Angelucci e Totaro, due nostre vecchie conoscenze”.
Tutti questi intrecci danno quel tocco di folklore in più alla sfida, spero che i nostri cavali di ritorno daranno il massimo per portarci alla vittoria”.
Che Urbetevere ti aspetti?
“Mi aspetto una squadra che gioca bene a calcio, una squadra che crea tante occasioni che spesso, però, non vengono capitalizzate. E’ strano vedere una compagine come l’Urbetevere a 4 punti dopo 3 giornate, ma questo non deve assolutamente farci abbassare la guardia perchè conosciamo il livello dei nostri avversari e sappiamo che questi risultati sono stati solamente dei piccoli incidenti di percorso”.
Non solo l’Urbetevere, nelle prossime giornate incontrerete in rapida successione Savio, Civitavecchia e Certosa. Questo piccolo tour de force potrà dire già qualcosa sul vostro percorso e sui vostri obiettivi?
“Sicuramente, ma non per il calibro degli avversari che andremo ad incontrare. Ci sono in palio 12 punti ed è questo ciò che conta, a prescindere dall’avversario che incontreremo.
Personalmente non penso agli altri, prepariamo le gare basandoci solamente sui noi stessi e sul nostro modo di giocare. Lo scorso anno, ad esempio, siamo andati benissimo con le ‘big’ mentre abbiamo faticato e perso punti con squadre alla nostra portata: questo conferma che non importa chi hai davanti, ogni partita è insidiosa tralasciando la classifica”.
Sei al Grifone Monteverde da quattro anni. Come si lavora in una società composta da professionisti del settore?
“Si lavora molto bene, ho un ottimo rapporto con la dirigenza e ci confrontiamo quotidianamente con professionisti del calibro di Cristian Silvestri, Oberdan Biagioni e Daniele Proietti, gente che ha fatto calcio ad altissimi livelli. Quando mi relaziono con loro ho cento orecchie aperte (ride ndr)”.
La dirigenza è soddisfatta del vostro lavoro?
“Penso e mi auguro di si, io sono arrivato quattro anni fa quando c’erano tutte categorie Provinciali ed oggi abbiamo tutte Elite, quello che era un sogno si è trasformato in realtà. Per quanto riguarda questa stagione siamo solo all’inizio, ma i gruppi sono validi e ben costruiti: starà a noi tecnici ripagare la loro fiducia con i risultati del campo. Noi, come staff tecnico, siamo sempre presenti e sempre vigili sul nostro lavoro, il nostro compito è questo”.
Chiudiamo con gli obiettivi di questa squadra, dove potete arrivare?
“Abbiamo alzato l’asticella rispetto lo scorso anno, quando era necessaria una salvezza tranquilla. Proveremo a dar fastidio alle grandi, fare un pensierino non penso sia un peccato…”.