Rotta verso Monte Grotte Celoni-Lepanto, Leone: “A Marino due anni bellissimi, ma è il passato. La vita insegna sempre qualcosa…”

Rotta verso Monte Grotte Celoni-Lepanto, Leone: “A Marino due anni bellissimi, ma è il passato. La vita insegna sempre qualcosa…”

Se esiste una data cerchiata in rosso sul personalissimo calendario di Diego Leone, essa non può non collimare con il recente passato del tecnico.

Sì, perchè domenica prossima al Carlo Panichelli nella testa e nel cuore dell’allenatore del Monte Grotte Celoni per forza di cose si affastellerà tutta la gamma di sentimenti possibili nei confronti della squadra che ha allenato per due stagioni.

Ai ricordi inebrianti di quel pomeriggio di metà maggio del 2016 in cui la sua squadra riuscì a trasferire mezza Marino a Monterotondo per poi gioire di una Coppa Italia indimenticabile in un’interminabile successione si sostituiranno le ovvie domande di un addio mai totalmente chiarito.

Alla soddisfazione di una salvezza centrata giocando di fatto sempre in trasferta e con l’infermeria spesso più affollata della distinta domenicale chiederà inevitabilmente spazio l’amarezza di non aver potuto proseguire un percorso.

Leone, tuttavia, oltre ad essere tecnico che tra i flutti spesso burrascosi del calcio laziale sa mantenere la barra, è soprattutto un gentiluomo.

Nel nostro ambiente tutti riconoscono la grana morale dell’uomo, per natura poco incline alla polemica anche quando le circostanze glielo consentirebbero.

“Se penso alla Lepanto, mi vengono in mente due anni splendidi – esordisce ai nostri microfoni Leone – All’inizio il club mi aveva chiesto di imprimere nei calciatori senso di appartenenza e dignità.

A queste abbiamo abbinato anche le vittorie, raggiungendo al primo anno una meravigliosa promozione in Eccellenza ed in quello successivo salvandoci con buon anticipo, nonostante le difficoltà legate alla chiusura al pubblico del Fiore e quelle relative ai tantissimi infortuni che spesso ci hanno costretto ad attingere alla nostra Juniores Primavera, se non alla formazione degli Allievi.

A Marino sono stato benissimo e questo tengo a sottolinearlo”.

Parole che, in un certo qual modo, stridono con un commiato che ha stupito parecchi addetti ai lavori per le modalità con cui si è consumato.

“Non nutro rimpianti, nè rancori – assicura però il tecnico – La vita è un continuo insegnamento ed io cerco di imparare tutto ciò che posso a livello calcistico, ma soprattutto a livello umano…

Io ho sempre accettato e rispettato le decisioni delle società per le quali in quel momento ero dipendente, anche quelle che, al momento, possono sembrare assurde.

Prima o poi, arriva un momento in cui devi ricavare un bilancio dalle decisioni che hai assunto e vedere se certe scelte ti sono convenute o meno.

Se domenica prossima i dirigenti della Lepanto verranno a salutarmi, non avrò alcuna difficoltà a ricambiare ed a stringer loro la mano.

Lo ripeto, non desidero alimentare polemiche, anche se ritengo che avrei meritato un trattamento diverso da parte di qualcuno dal punto di vista umano.

Acqua passata, comunque…”.

Le squadre che si troveranno di fronte domenica mattina in viale Santa Rita da Cascia non attraversano certo il loro momento migliore.

Con le squadre ultime della classe a braccetto con appena due punti dopo cinque giornate di campionato, Monte Grotte Celoni-Lepanto potrebbe essere una gara condizionata dal timore di sbagliare ma anche l’occasione giusta per entrambe le contendenti per recuperare fiducia.

“Tutte le ipotesi hanno un valore ed un fondamento – riflette Leone – Si affronteranno due squadre in difficoltà, anche se penso che loro, in virtù dell’organico costruito, abbiano tutte le carte in regola per risollevarsi.

La paura di perdere avrà certamente una sua valenza nel corso dei novanta minuti, ma noi dovremo cercare di evitarla.

Sarà anzi necessario attingere a quelle riserve di coraggio che possano inettarci dosi di autostima.

Non nascondo che noi abbiamo le nostre belle difficoltà e sono anche di natura psicologica”.

In attesa di rinforzi che possano accrescere la cifra tecnica della squadra a sua disposizione, l’ex allenatore di Tor Sapienza e Nuova Santa Maria delle Mole non fatica ad inquadrare le priorità.

“In questo momento dobbiamo mettere da parte il fioretto ed usare la sciabola, anche se il fatto di essere un gruppo dall’età media molto bassa non aiuta in questo senso – dice Leone – Dal punto di vista della prestazione non siamo andati malissimo finora.

L’unica partita realmente “bucata” è stata quella contro la Boreale di domenica scorsa.

Lì sono rimasto perplesso anch’io.

Le difficoltà in fase realizzativa?

E’ evidente che Marchionni ed Aquino, per caratteristiche, fanno fatica a giocare tra i due centrali avversari, però è un periodo che non ci gira neppure a favore: Tagliabue arriva, gioca contro l’Astrea, si incrina una costola e non lo vedo più.

Marchini ha una recidiva di natura muscolare ed anche lui è fermo ai box.

A queste difficoltà si aggiungano quelle di una squadra che, per svariati motivi, è stata costruita senza tener troppo conto delle caratteristiche degli interpreti e che ha pure problemi nella preparazione atletica, disomogenea tra un calciatore e l’altro, ed ecco che il quadro è completo.

Sono comunque fiducioso, perchè il dialogo con il presidente e con il direttore è costante e da parte della società esiste al 100% la volontà di integrare a dicembre l’organico con quei giocatori che possano essere funzionali alle nostre esigenze.

Prima della riapertura delle liste non penso che interverremo, dunque dovremo stringere i denti e cercare di sfruttare al meglio le qualità in nostro possesso”.