LA VERITA’ DI GIANLUIGI STAFFA: “IL CIVITAVECCHIA, FOLGORI, DE SANTIS E IL MIO FUTURO”

LA VERITA’ DI GIANLUIGI STAFFA: “IL CIVITAVECCHIA, FOLGORI, DE SANTIS E IL MIO FUTURO”

Intervista all’ex allenatore del Civitavecchia Gianluigi Staffa che ci parla di tanti temi: dal patron Folgori al “consulente” Massimo De Santis passando per Fronti e Ferretti

 

a cura di VALERIO D’EPIFANIO

 

Buongiorno mister, la stagione del Civitavecchia Calcio si è conclusa in modo amaro con la retrocessione in Eccellenza: come ti senti di commentare questa situazione?

Penso che sia il giusto epilogo dell’annata calcistica trascorsa. Non sotto il profilo tecnico perché sul campo la squadra avrebbe meritato gli spareggi senza i 6 punti di penalizzazione, quanto sotto quello organizzativo considerando che sin dall’inizio non siamo riusciti a capire quale fosse il vero programma tecnico della società. Dirò di più, forse neanche si è capito da chi fosse composta concretamente la società. Prima c’era Clemeno, poi Folgori è diventato il patron, De Santis un “consulente” e Talarico il direttore sportivo anche se onestamente di veri incarichi non ne ho visti, tralasciando gli allenatori vittime della situazione.

 

Abbiamo parlato del patron Enrico Folgori: che giudizio ti sei fatto sul suo operato a Civitavecchia dopo i noti fatti di Zagarolo?

A questo punto onestamente non ho capito quale sia stata la motivazione che l’ha spinto a prendere il Civitavecchia Calcio. Con me aveva fatto molti programmi con molto entusiasmo ma purtroppo sono stati disattesi. Non conosco le motivazioni che l’hanno portato a non mantenere i presupposti: forse non è stato supportato dal Comune, come dice lui, però non si può pensare di fare il campionato di Serie D con il solo supporto esterno. Sarebbe stato sicuramente meglio se si fosse tirato fuori al momento opportuno, una volta capito che non poteva mantenere gli impegni. Credo avrebbe fatto una figura migliore ma probabilmente qualcuno gli ha garantito il supporto per poter finire l’annata.

 

Sei stato per un mese e mezzo l’allenatore del Civitavecchia: cosa ti ha portato ad allontanarti dalla squadra?

Si era capito che non c’erano le risorse giuste, avrei anche continuato a dare il mio supporto nonostante la situazione fosse problematica ma quando Folgori mi ha chiesto di essere affiancato dal sig. Massimo De Santis non ho voluto più partecipare all’impresa che ci aspettava e di comune accordo abbiamo deciso di interrompere il rapporto. De Santis si è presentato subito male criticando la situazione come se lui non avesse contribuito alla confusione creatasi sin dall’inizio del campionato con Deodati e non ho visto nessun tipo di lavoro concreto da parte sua.

Hai parlato della figura di Massimo De Santis come consulente del Civitavecchia e lui stesso l’ha confermato durante una puntata di ‘Sport In Oro’: che ruolo aveva concretamente l’ex arbitro?

Lui dice consulente perché non può ricoprire nessun incarico per la squalifica che tutti conosciamo ma realmente lui ricopriva il ruolo di direttore generale. Spettavano a lui tutte le scelte organizzative e tecniche. Io però non riesco a capire come sia possibile che nonostante la squalifica lui possa ancora operare liberamente nel mondo del calcio in maniera diretta. Purtroppo nessuno può fare nulla, anzi in molti si vantano della sua amicizia e cercano di trarne dei vantaggi, come ad esempio Ugo Fronti che ha dato ampia disponibilità ad accollarsi la retrocessione in nome dell’amicizia con De Santis.

 

All’inizio c’era Fazzini, poi Ferretti, quindi è arrivato Staffa, poi nuovamente Ferretti e alla fine Fronti dopo una gara in cui il capitano Boccolini ha preso in mano la squadra: alla fine chi ci ha perso di più?

Questo dimostra la grande confusione nel progetto tecnico. Il cambio finale da Ferretti a Fronti è stato sicuramente quello più incomprensibile. Passare a tre giornate dalla fine da un allenatore che comunque stava raccogliendo punti in una situazione difficile ad un tecnico fermo da due anni non mi è sembrato sicuramente il massimo.

 

Ma ora il futuro che aspetta il Civitavecchia quale può essere?

Al campionato di serie D mancherà una piazza come Civitavecchia, ma viste tutte le vertenze in corso che ci sono, non vedo come possa sopravvivere. Chiunque prendesse in mano la situazione dovrebbe far fronte al pregresso. Speriamo quindi che la Compagnia Portuale Civitavecchia riesca a salire in eccellenza, in modo che ci possa essere una squadra natia di Civitavecchia, senza interferenze esterne che possa ridare lustro alla città e ai suoi tifosi.

 

Chiudiamo con il futuro di Gianluigi Staffa: dove lo rivedremo nella stagione 2013-2014?

Il futuro è difficile da prevedere viste le difficoltà economiche contingenti, comunque sono già in contatto con alcune squadre di Serie D ed Eccellenza. Non so se si concretizzeranno ma sono comunque molto fiducioso perché la serietà alla fine paga sempre. Nonostante tutto alla fine spero di riuscire a trovare una società che abbia un programma serio e definito, grande o piccolo che sia.