L’OLBIA FA HARAKIRI CONL’ARZACHENA….

L’OLBIA FA HARAKIRI CONL’ARZACHENA….

Un’Olbia sconcertante. Ad un primo tempo da mille e una notte, chiuso solo con tre reti di scarto, ma con una superiorità di gioco e di temperamento abissale, ha fatto riscontro una ripresa da…oggi le comiche. Al primo calcio d’angolo i cugini color smeraldo passano con Dedola, lasciato colpevolmente solo a gestire una palla che nessuno dei difensori  bianchi (oggi in nero, quasi per prevedibile catarsi) aveva l’ardire di rendere innocua. Insomma un balletto a chi indietreggia di più e la frittata è fatta; stesso copione per il secondo gol dell’infoiato (agonisticamente parlando) Dedola che, nell’area piccola, insalutato ospite, fa tutto quel che vuole. Il terzo gol, quello del pareggio di Manzini è un cortese regalo dell’arbitro Meloni (la punizione di Franzese è stata una sua invenzione). Bravo l’ex Torres ad infilare un Sannino comunque positivo, tanto da aver salvato il risultato un minuto prima su incornata di Branicki.
Detto della rimonta smeraldina, teniamo per ultimo le cose stupende viste nel primo tempo e messe in mostra  da un’Olbia troppo bella per essere vera. Ed infatti, come detto, nella ripresa abbiamo riacquistato la nostra vera “dimensione” di pasticcioni con scriteriati atteggiamenti di sufficienza e pressapochismo. Ma di sicuro la squadra compatta decisa e sempre in vantaggio su ogni palla, con un ritmo portentoso in ogni ripartenza è stata davvero uno spettacolo. Grande centrocampo, con il trio Steri (a proposito, piuttosto incomprensibile il cambio anticipato del miglior giocatore in campo) Franzese e Falasca a dettare tempi e variazioni di gioco davvero senza pari; almeno quest’anno non avevamo mai visto un primo tempo così convincente. Poi davanti, Molino nel solito immenso spolvero del giocatore di classe, Moro meravigliosamente integrato in un meccanismo di squadra da far brillare gli occhi ed il cucciolo Budroni che, seppur da centravanti atipico, si è scoperto finisseur di gran razza e un instancabile e proficuo pressing-man. E persino la difesa, seppur  con le immancabili sbavature, finiva per sembrare meno strampalata delle altre occasioni. Insomma, per dirla tutta, stiamo raccontando di due partite diverse, fatte di 45’ ciascuna, una l’opposto dell’altra. E, per onor di cronaca va anche detto che Meloni, arbitro chiaramente non troppo adatto a questo tipo di tenzone, tra i non pochi svarioni né ha collezionato uno clamoroso al 78’ quando ha annullato (il perché lo saprà soltanto lui) un bellissimo gol di testa segnato da un Ortega che, nella mezzoretta che è stato in campo, ha da subito mostrato la sua assoluta insostituibilità in una difesa che ha bisogno di altre corpose contromisure.
Trentuno gol subiti sono un’immensità, di questi oltre il 70% su palle inattive (molto sgradevoli i calci d’angolo) sono di fatto una condanna senza alibi e senza appello. In attesa di qualche “miracolo” natalizio, si chiude l’anno agonistico in mestizia e povertà, con ben riposte in cantina tutte le illusioni e le speranze  di un anno migliore, e di un “grande avvenire” malamente toppato dietro le spalle. Già perché, agli albori del nuovo anno, il 4 gennaio a Rocca Priora ad aspettare l’Olbia. sua Eccellenza Lupa C.R.e  per via delle squalifiche, ci andrà una squadra dimezzata.